Il report è emerso durante il Convegno “Amianto e Uranio, in guerra e in pace: ricchezza e povertà dall’energia alla salute” nella sala Tevere della Regione Lazio
28 novembre 2023 10:16di STEFANIA PAPALEO
Uranio e amianto, la sfida dell'Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) va avanti rivelando dati epidemiologici sconcertanti. E lo fa diffondendo numeri ben precisi attraverso incontri mirati in tutta Italia. E' di pochi giorni fa la presentazione di un Report di straordinaria rilevanza consegnato durante il convegno “Amianto e Uranio, in guerra e in pace: ricchezza e povertà dall’energia alla salute” che si è svolto nella sala Tevere della Regione Lazio, moderato dal giornalista Franco Di Mare, e dal quale emerge chiaramente il ruolo dell'uranio depleto e dei Metalli tossici nella patogenesi dei tumori e malattie neurodegenerative nei militari italiani in missione ex Bosnia-Erzergovida. In calce, la firma del consulente Ona Pasquale Montilla, oncologo catanzarese che ha consegnato il report sui casi clinici trattati e in risposta clinica, rispetto a pazienti affetti da malattie gravi e condizionate da contaminazione interna da agenti chimici tossici.
IL PROTOCOLLO MONTILLA
Il progetto si inspira ai principi di tossicologica moderna, approfondendo come da statuto i fenomeni di impatto da parte delle diverse specie di contaminanti individuati con un approccio integrato definito Biology System Contaminated e al contributo dei lavori scientifici sulla cancerogenesi ambientale. Modelli di screening previsionali su target in genomica puntano allo studio di biomarcatori di esposizione nei campioni biologici dei singoli pazienti e calcoli oncologici predittivi. E' il dottore Montilla a spiegare al convegno di essere "partiti da ipotesi onco-tossiche patogenetiche da indicazioni fornite dai singoli pazienti, spostando l'agenda scientifica interfacciandoci con il paziente in modo collaborativo (patient- led research collaborative), così seguendo un percorso clinico anamnestico perfezionato e di precisione ottenendo risposte insperate". In sintesi, analizzando i casi clinici affetti da patologie neoplastiche con possibile subita contaminazione acuta e cronica da agenti chimici tossici co- cancerogeni e co-mutageni in transizione costante chimica e molecolare, "abbiamo dimostrato - ha chiarito ancora il dottore Montilla - il nesso casuale diretto ed esclusivo di tale elementi come causa degli incidenti genetici immuno-degenerativi amplificati subiti".
A portare una testimonianza molto vera e cruda, è intervenuto in videoconferenza il colonnello Carlo Calcagni, pilota dell'esercito Italiano che ha documentato in dettaglio la sua vicenda di militare contaminato durante le missioni operative di pace in Bosnia-Erzegovida e curato a Catanzaro dal medico oncologo Pasquale Montilla.
IL CONVEGNO ONA
Il Report del dottore Montilla, dunque, presentato al convegno organizzato dall’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), ha contribuito a svelare la devastazione causata dall’amianto, tra dati agghiaccianti e tardive bonifiche: 40 milioni di tonnellate di pericolo incombente nella Regione Lazio con le strade periferiche e industrializzate di Roma, il pontino e il frusinate, definite "sentinelle del dolore". L’Avvocato Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, profetizza un futuro carico di malattie, mentre il passato continua a mietere vittime, una condanna a morte che persiste inesorabile.
I DATI
Nel solo 2022, la scure dell’amianto ha spezzato 7 mila vite, lasciando dietro di sé una scia di sofferenza. Circa 2 mila di questi decessi hanno portato al mesotelioma, un killer implacabile con un tasso di mortalità del 93%. E non si è fermato qui: 3.800 persone sono morte di al cancro ai polmoni, mentre le altre patologie asbesto correlate hanno ulteriormente affondato le loro radici nel tessuto sociale. Questi numeri sono solo la punta dell’iceberg di un’agonia più vasta, in quanto la Regione ha già censito 1.448 casi di mesotelioma fino al 2018. Tuttavia, se si considerano tutte le malattie legate all’amianto, i decessi si triplicano: una media di circa 100 casi di mesotelioma all’anno, che si traduce in una spaventosa incidenza di circa 350 morti annue, includendo tumori ai polmoni, alla laringe e l’asbestosi. I distretti più vulnerabili abitano nelle zone periferiche di Roma, nel pontino e nel frusinate. Qui, l’ombra dell’amianto si addensa, lasciando dietro di sé un’aura di morte imminente. Un cluster terrificante si è altresì registrato tra i marittimi di Gaeta e gli operai della Goodyear di Cisterna di Latina, una dimostrazione palpabile di come questa minaccia non conosca confini né status.
L'INTERVENTO DELL'AVVOCATO EZIO BONANNI, PRESIDENTE ONA
L’Avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), ha espresso profonda preoccupazione riguardo al ritardo delle bonifiche e all’approccio esclusivamente giudiziario, che continua ad alimentare un costante aumento dei casi. "Purtroppo, il ritardo delle bonifiche e l’approccio solo giudiziario hanno determinato e determinano un continuo aumento di casi. Solo con lo smaltimento di tutto l’amianto sarà possibile una vera prevenzione. Ai tempi ordinari della bonifica, dobbiamo aggiungere anche la latenza che per il mesotelioma è in media di 48 anni. Pertanto il picco di malattie da amianto è atteso per il 2030", ha commentato il legale.
L'avvocato Ezio Bonanni
L’evento ha sottolineato l’urgenza di affrontare la questione dell’amianto e ha fornito un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica. Per assistenza e consulenza, l’ONA ha istituito un numero verde (800.034.294) e un sito web (https://www.osservatorioamianto.it/vittime-del-dovere).
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