Soldi al giudice per scarcerare affiliati al clan Bellocco: chiesti 8 anni per l'avvocato Veneto (I NOMI)

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images Soldi al giudice per scarcerare affiliati al clan Bellocco: chiesti 8 anni per l'avvocato Veneto (I NOMI)
Armando Veneto
  23 giugno 2021 18:28

di EDOARDO CORASANITI

Tre richieste di condanne a 8 anni e una a 4. Nuovo sviluppo per la vicenda di presunta corruzione processuale nei confronti del giudice Giancarlo Giusti, già una volta fa è deflagrata con l'assoluzione. Principale imputato è Armando Veneto, noto penalista calabrese, classe 1935 (difeso dagli avvocati Clara Veneto e Giuseppe Milicia), accusato di corruzione per episodi di 12 anni fa. 

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Non va per il sottile la Dda di Catanzaro che questa mattina ha avanzato le richieste di pena al gup per Armando Veneto, noto penalista,  Domenico Bellocco classe 1977 (difeso dall'avvocato Gianfranco Giunta),  e Armando Veneto, avvocato, classe 1935 (difeso dagli avvocati Clara Veneto e Giuseppe Milicia), e Rosario Marcellino. Per Veneto, Bellocco e Marcellino la Procura ha chiesto 8 anni, mentre per Vincenzo Albanese, collaboratore di giustizia, classe 1977 (difeso dall'avvocato Antonio Capua), sono stati chiesti 4 anni. Le loro posizioni, in rito abbreviato, verranno affrontate nuovamente il 12 novembre prossimo. 

Già rinviati a giudizio Vincenzo Puntoriero classe 1954 (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino), Gregorio Puntoriero  classe 1979 (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino), Giuseppe Consiglio classe 1970 (difeso dall'avvocato Letterio Rositano). Per entrambi il gup ha stabilito per il 24 novembre l'inizio del processo. 

Nello specifico, secondo l'accusa della Dda, in concorso tra loro e con i sei imputati già condannati in abbreviato nel 2016, avrebbero dato o comunque fatto dare ben 120 mila euro (40mila euro ciascuno) al giudice Giusti, per indurre quest'ultimo, in qualità di magistrato componente del collegio del Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, quale giudice relatore ed estensore, su sua stessa richiesta in tal senso ai collegi del collegio giudicante, a ribaltare le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria il 10 agosto 2009, così favorendo Bellocco Rocco, Gallo Rocco Gaetano e Bellocco Domenico. Da qui il reato di corruzione in atti giudiziari, aggravato dall’art. 416 bis .1 cp, a carico degli indagati attuali, che ovviamente potranno difendersi nelle sedi opportune dalle accuse legate a episodi commessi a Reggio CalabriaPalmiRosarno tra il 10 e il 27 agosto 2009

ARMANDO VENETO GIA' ASSOLTO UNA VOLTA. Già nella prima fase dell'inchiesta era spuntato il nome di Armando Veneto, tra i più noti legali d'Italia, ma poi gli inquirenti lo avevano ritenuto estraneo al patto corruttivo finalizzato alle facile scarcerazioni sulle quali, all'epoca, aveva indagato l'allora procuratore aggiunto della Dda, Vincenzo Luberto, a parere del quale l'avvocato Veneto neanche avrebbe fatto valere la propria competenza forense, in vista del Tribunale del riesame davanti al quale aveva difeso i Bellocco.

Soldi al giudice per scarcerare affiliati al clan Bellocco. L'avv. Veneto: "Il pm di Catanzaro sovverte il valore delle prove d'innocenza"

A ottobre scorso l'avvocato Veneto è venuto a conoscenza della richiesta di rinvio a giudizio e ha affermato che "non mi sorprende perché è il segno dei tempi che l'ufficio del PM per procedere nei miei confronti sovverta il valore delle prove di innocenza come tali valutate nel 2014 dalla stessa Procura di Catanzaro e dai Giudici che le hanno esaminate nelle fasi cautelari e di merito del processo 'Abbraccio'. Tant'è; ma non basterà la singolare idea dell'ufficio procedente ad oscurare verità e ragione. Né ad intimidirmi. Mi difenderò nel processo non solo utilizzando le prove dell'innocenza già acquisite e contenute da quasi un decennio nel fascicolo. Ma dimostrando anche i fatti ulteriori che con il mio interrogatorio avevo offerto e che l'accusatore ha ignorato".

Subito dopo la seconda indagine, numerosi sono stati gli atti di solidarietà e vicinanza dimostrati all'avvocato Veneto: tutti convinti che, coerentemente con il dettato costituzionale, un'accusa e un'indagine non può rappresentare uno stigma di colpevolezza e un'inversione del principio di innocenza. 

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