di GABRIELE RUBINO
Sono sette le citazioni in giudizio della Procura regionale della Corte dei Conti sui pagamenti non dovuti effettuati dall'Asp di Catanzaro nei confronti del Sant'Anna Hospital (leggi qui l'anticipazione). La clinica catanzarese, assieme a Rosanna Frontera, è tirata in ballo in via principale perché dolosamente avrebbe arrecato il danno erariale complessivamente stimato in 17,6 milioni di euro.
Leggendo l'atto di citazione la clinica "pur pienamente consapevole della non debenza dei crediti vantati nei confronti dell'Asp di Catanzaro, li ha ceduti pro soluto a una società veicolo di cartolarizzazione, peraltro sovrastimandoli, così da incassare l'importo di euro 8.396.681,47, pari a circa il 90% della pretesa entità di tali crediti non dovuti, innescando in tal modo le plurime e indebite procedure esecutive attivate dalla società veicolo cessionaria Opera Spv, poste in essere con dinamiche processuale volte a disorientare il debitore e a moltiplicare gli importi - già di per sé non dovuti- pretesi". Se non sarà riconosciuto il dolo, la Procura comunque ritiene sussista la colpa grave per 8.824.124,02 milioni (sempre in solido Sant'Anna e Frontera) cioè il 50% delle procedure non opposte. La difesa è affidata all'avvocato Alfredo Gualtieri, mentre gli altri soggetti citati sono assistiti dagli avvocati Giacomo Carbone, Domenico Zaffina, Gianmarco Cristiano e Adriano Grisolia.
La mano pesante è evidentemente sulla clinica catanzarese, ma non si salvano nemmeno i dirigenti pro tempore alla guida di Affari generali e Legali dell'Asp di Catanzaro. Secondo la Procura "si sono astenuti dal compiere tutti i necessari rimedi giuridici- segnatamente, rimanendo inerti invece di interporre opposizione o intervenire nei giudizi- per paralizzare le nove procedure esecutive per la riscossione di crediti indebiti, perché non dovuti o già soddisfatti". Si tratta di Michele Chiodo per 4.179.879,54 euro e Giuliana Gioffrè per 1.114.594,87 euro.
Nel recinto dell'Asp sono toccati anche gli allora direttori generali e un ex dirigente delle risorse economico finanziarie "per aver abdicato totalmente ai doveri di vigilanza e controllo agli stessi ascritti". Si tratta di Mario Catalano per 682.045,73 euro, Giuseppe Perri per 1.454.310,70 euro e Francesco Francavilla per 1.393.293,18 euro.
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