Puntuale la dichiarazione della consigliera comunale Giulia Procopi (Forza Italia) sulla vicenda della Sovrintendenza Catanzaro-Crotone.
“Le riflessioni - scrive - di una senatrice in merito alla sede della Soprintendenza di Catanzaro-Crotone lasciano una serie di profonde perplessità. Non mi interessa entrare nel merito della sterile critica che la parlamentare ha avanzato, prendendosi un paio di forti e giuste reprimende, sugli interventi dell’amministrazione Abramo in materia di adeguamento delle scuole agli standard di prevenzione dal Covid".
"Quando però ha affermato che la politica debba rimanere estranea a scelte come quella relativa alla sede della nuova Soprintendenza non si può che rimanere basiti. È una dichiarazione che non può essere accettata e che denota l’assoluta (e inconsapevole?) estraneità di chi l’ha espressa dai meccanismi di governo. A che serve - aggiunge - infatti, essere una parlamentare della Repubblica se si dichiara, candidamente, che una decisione importante come quella di cui parla sia di esclusiva competenza dell’amministrazione centrale? Sembra un’ammissione di impotenza politica, quasi a voler dire che, nonostante il ruolo prestigioso e autorevole, un parlamentare di una forza politica al Governo nulla può se non votare ciò che viene imposto dall’alto. “Signor sì, senza se e senza ma”. Ma è proprio questo lo sbaglio madornale commesso dalla parlamentare: ha abdicato a qualsiasi funzione dirigente, al proprio ruolo di rappresentante del territorio che ne ha garantito l’elezione in Parlamento, è quanto di più contrario possa esserci alla sostanza della politica".
"A differenza della parlamentare catanzarese invece le colleghe di Crotone, sulla vicenda Soprintendenza, sono entrate a gamba tesa esercitando le loro legittime prerogative di rappresentanti del territorio. Ha forse ragione la parlamentare, quando ritiene giusto il suo “lasciar fare” agli uffici romani o il sindaco Abramo - sottolinea - che con la sua amministrazione di centrodestra ha difeso, e sta difendendo in ogni sede opportuna le legittime prerogative di una città capoluogo di regione? Ovvio che la risposta giusta sia la seconda e, credo, che la stragrande maggioranza dei cittadini la pensi al mio stesso modo. La politica non può essere il notaio delle decisioni di una stretta cerchia al governo, ma deve saper tutelare e rappresentare i cittadini, sul territorio come a Roma. In certe vicende deve entrarci a piedi uniti. A questo punto non mi sorprende che il sindaco Abramo non abbia voluto ricevere la parlamentare: che senso avrebbe ascoltare chi è sordo alle esigenze del territorio e si muove nell’alveo di una completa autoreferenzialità?"
"I processi di governo possono essere accettati o combattuti, ma in ogni caso vanno valutati e verificati. Farsi dirigere, quando invece si dovrebbe dirigere, è una pratica che non mi appartiene e, per fortuna, non appartiene a tanti altri parlamentari, sindaci, consiglieri regionali e comunali, assessori o presidenti che, a differenza di qualche parlamentare catanzarese in questione - conclude - sanno cosa voglia dire rappresentare i propri cittadini e i propri territori”.
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