di PAOLO CRISTOFARO
Tra le premure del governo, a quanto pare, ci sono anche i rapporti tra investigatori, magistrati e giornalisti. L'attività di 13 procure italiane, stando alle ultime notizie dai "piani alti" della politica, sarebbe sotto monitoraggio. Tra le 13 "sorvegliate speciali" anche Catanzaro. I riflettori puntano sui pubblici incontri con la stampa (conferenze soprattutto) e pure sul nome delle inchieste (già oggetto di polemica in passato) prevedendo, in caso di violazione, eventuali interventi disciplinari. I controlli, per ora, hanno preso di mira le sedi di Avellino, Brescia, Cagliari, Ferrara, Catanzaro, Frosinone, Livorno, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Vercelli, Latina e Torino. Notizia che arriva all'indomani di un altro tema caldo: quello della legge bavaglio, voluta dal governo ma che preoccupa l'Unione Europea, per bloccare la diffusione di informazioni sulle misure cautelari.
Gli esiti degli accertamenti - sottolineano ambienti del sottosegretario Delmastro, come riportato dall'Ansa - sarebbero stati "diversi" a seconda degli uffici giudiziari, man mano esaminati dall'ispettorato del ministero, secondo un calendario ordinario che riguarderà progressivamente tutte le sedi, senza distinzione. L'annuncio, sull'attività di controllo, è arrivato dal sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, a partire da un'istanza parlamentare targata Azione, di Enrico Costa. Le disposizioni, anche in merito alla cosiddetta "legge bavaglio", si rifanno tutte alla direttiva Ue sulla tutela della presunzione d'innocenza, ma finiscono per destare preoccupazione. Il timore - diffuso - riguarda la possibilità che le varie restrizioni finiscano per minare la libera informazione e la divulgazione di elementi rilevanti, anche d'inchiesta, per il pubblico interesse.
"Intendiamo garantire la presunzione d'innocenza, evitare la spettacolarizzazione mediatica, che tanto male ha fatto alla stessa percezione che i cittadini hanno della giustizia", ha detto Delmastro ribadendo la "necessità di rivedere completamente la disciplina degli atti istruttori con particolare attenzione alle intercettazioni" e ricordando le "innovazioni normative" introdotte, "tese a rafforzare la privacy del terzo estraneo", ha detto il sottosegretario ricordando anche un decreto del 2021 secondo il quale il pm "mantiene personalmente o tramite persona incaricata i rapporti con la stampa solo attraverso comunicati o conferenze stampa". Delmastro ha quindi ricordato come si ampli "l'obbligo di vigilanza del pm anche sui brogliacci" e si stabilisca "il dovere del giudice di stralciare tutto ciò che riguarda i terzi" vietando che si indichino "i loro dati", secondo le dichiarazioni riportate dall'Ansa.
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