Sottopagati e sovrautilizzati, i lavoratori dell'università di Catanzaro dicono basta: da oggi stato di agitazione

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images Sottopagati e sovrautilizzati, i lavoratori dell'università di Catanzaro dicono basta: da oggi stato di agitazione

  01 ottobre 2020 12:04

"Da oggi il personale inquadrato in categoria B svolgerà le solo ed esclusivamente le funzioni previste nel relativo Contratto collettivo nazionale di lavoro di comparto e non si tratterrà oltre l’orario rigido di lavoro; impossibilità a garantire il rispetto di date nelle procedure (Lauree, graduatorie, aggiornamento ed assistenza sistemi, ecc); contestuale avvio delle procedure di conciliazione obbligatoria presso le autorità competenti previste dalla legge"

Sono queste le misure dello stato di agitazione del personale delle organizzazioni sindacali delle Rsu dell’Università Magna Graecia di Catanzaro. 

A sottoscriverlo sono Ivan Caroleo, Domenico Gallo e Antonio Oliverio con le organizzazioni sindacali: CISL FSUR Andrea Buccieri - Segretario Regionale, Franco Maurici - Segretario Provinciale e Alessandro Parentela - Segretario Aziendale; FGU GILDA UNAMS Antonella ScozzafavaSNALS CONFSAL Roberto Maurici.

Lo stato di agitazione è stato comunicato con una lettera al Prefetto di Catanzaro, al Magnifico Rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro Prof. Giovambattista de Sarro, all'Ispettorato per la funzione pubblica di Roma; alle organizzazioni sindacali di Ateneo a tutto il personale dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.

L'oggetto della comunicazione è la proclamazione dello stato di agitazione del personale e richiesta del tavolo di conciliazione ai sensi della Legge 146/90 e/o legge 83/2000 e successive modifiche.

Le ragioni evidenziate da Rsu e sindacati sono diverse: "Preliminarmente stigmatizzano l'atteggiamento di totale e incondizionata chiusura e silenzio dimostrato dall'Amministrazione in ordine alle svariate richieste di incontro  e problematiche  manifestate nel tempo inerenti il personale tecnico amministrativo. Questo totale menefreghismo ha visto proprio l’altro ieri (29 settembre 2020) il suo apice, quando poteva assumere una decisione che avrebbe reso dignità e il giusto riconoscimento a quei lavoratori che quotidianamente (come hanno dimostrato anche e soprattutto durante il lockdown) prestano la propria attività per far sì che l’Ateneo realizzi i propri obiettivi. Invece l’Amministrazione Universitaria cittadina ha deciso che questo personale, prima per decenni precario e poi sottoinquadrato in categoria B (la più bassa, per intenderci),  debba continuare ad essere sovrautilizzato e, contestualmente,  sottopagato".

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Ma i problemi non finiscono e così "l’Amministrazione e tutti i vertici politici ben sanno che la quasi totalità del personale inquadrato in Categoria B in Ateneo svolge funzioni di categoria superiore addirittura alla Cat. C  e che lo stesso Ateneo di CZ ha, in proporzione, il più alto numero di personale inquadrato in Categoria B di tutti gli atenei italiani. Tuttavia, hanno difficoltà ad inquadrare il personale come meriterebbe. Eppure, anche il recente decreto ministeriale 441 del 10 agosto 2020 ha assegnato all’Ateneo UMG ben 20,80 punti da spendere in assunzione di docenti e personale PTA, poco meno degli oltre 26 punti ottenuti lo scorso anno: in entrambi i casi un risultato notevole, che pone l’Ateneo in termini assoluti tra i migliori a livello nazionale, considerate le dimensioni", scrivono Rsu e sindacati.

"Quindi, l’Ateneo disponeva sia dei punti organico (PO), sia dello strumento (una graduatoria in scadenza il 30 settembre 2020)   per inquadrare in una categoria più adeguata personale che, forse, per funzioni, qualità e professionalità, dovrebbe aspirare anche a categorie superiori. Di questa somma (si ripete notevole per un Ateneo come l’UMG) di 20,80 punti e dei 26 ottenuti lo scorso anno per complessivi 46,80 punti, l’Ateneo ha deciso che alla valorizzazione del suo personale potesse dedicare solo la stupefacente cifra di 0,35 punti, cioè un terzo di punto. Sicuramente l’amministrazione risponderà, se lo farà, che non è così e che investirà dei PO sul reclutamento di nuovo personale ai sensi della legge Madia. Precisiamo che la stabilizzazione del precariato attraverso al legge Madia è certamente un bene e speriamo avvenga presto; qui, però,  si discute di valorizzazione di chi è già in servizio, non di nuove assunzioni. Mettere una contro l’altra le due situazioni è una scelta decisamente poco felice, poiché nessuno vieta all’amministrazione di fare entrambe le cose. Fermarsi ad uno 0,35 di PO su 46,80 da destinare al personale in servizio appare una elemosina, uno svilimento delle professionalità esistenti che pure da anni garantiscono il raggiungimento di obiettivi encomiabili per l’Ateneo,  immatricolazioni, didattica, ricerca e via di seguito: non c’è un settore dell’Ateneo in cui il concorso del personale TA non sia centrale e non contribuisca, in maniera fattiva e concreta, alla realizzazione degli obiettivi", continuano sindacati e Rsu.

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"Quanto al precariato in se, i numerosi precari in attesa del bando ai sensi della legge Madia sono esponenzialmente cresciuti poiché  tale  bando avrebbe dovuto  essere pubblicato già da tempo; si è invece tergiversato così tanto che, nel  frattempo e  sempre nel rispetto della legge Madia, gli aventi diritto sono aumentati di numero mettendo l’uno contro l’altro precari in servizio da  3/4 anni e precari con contratti in alcuni casi ventennali o quindicinali.  E’ logico pensare che se l’Ateneo  ha difficoltà a valorizzare personale che ha bisogno di un miserrimo 0,05 di punti organico perché ha il proprio budget di provenienza, figurarsi quante difficoltà avrà quando  il budget dovrà  metterlo totalmente e non più per i quindici CoCoCo storici, ma per tutti quelli reclutati e che nel frattempo hanno maturato gli anni richiesti dalla legge. Mettere l’uno contro gli altri aspiranti lavoratori di diverse categorie si è rivelato un boomerang. In qualsiasi amministrazione ha favorito la convinzione che vi sia personale di serie A e personale di serie B.   Se per i vertici il problema  è uno e si chiama  “punti organico”, per il personale di ruolo e quello che aspira a divenire tale, le due vicende sono del tutto differenti e separate e non soggette a essere messe in competizione; uno è l’investimento in crescita e valorizzazione, per il quale dovrebbe essere destinato una quota di budget; una è nuove assunzioni, per il quale il budget dovrebbe essere una quota differente. Scelta infelice, al pari di quella avvenuta per lo smart working di lasciare ai capi area il compito di indicare come comportarsi. Questo ha prodotto situazioni discriminatorie venutesi a creare a seguito dell’arbitraria revoca dello smart working a taluni  dipendenti, in barba alle attuali disposizioni di legge, da parte di alcuni funzionari (e non del Direttore Generale)  senza alcun provvedimento scritto. Per tutte queste  ragioni le scriventi OO.SS. territoriali firmatarie  e la RSU non possono restare inermi e, pertanto, chiedono all’amministrazione l'attivazione urgente di un tavolo di confronto e proclamano lo stato di agitazione del personale che come forma di lotta si estrinsecherà nella seguente misura:




 

 

 

 

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