Soverato, il Gruppo Maestrale: “Il Piano Spiaggia approvato è un’anomalia giuridica e politica, la legge va rispettata”

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  22 agosto 2025 21:24

“Nel Consiglio Comunale odierno è stata approvata dalla Maggioranza una variazione al Piano Spiaggia che rappresenta un’anomalia giuridica e amministrativa. Inutile ripetere che la nostra posizione, la posizione dell’intero Gruppo Consiliare Maestrale è fermamente contraria, ma la voce della Minoranza è sempre quella di una Minoranza, soprattutto quando in Consiglio oltre a destituire di potere il TUEL, non obbedire a Sentenze passate in giudicato, ora si giunga a destituire la normativa Europea non solo di potere, ma di pura applicazione.

L’unico nostro potere, è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e informare la Città su quanto accade nel Palazzo di Città, e augurarci di vedere prima o poi il rispetto delle normative vigenti.

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La Città ha una gestione molto personalistica, il Demanio in particolare dovrebbe essere oggetto di attenzione, se non altro per quanto “l’ordine politico” impone notevoli forzature sulla gestione amministrativa stessa.

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Le concessioni demaniali marittime, come ormai noto e altresì notorio, risultano scadute e la normativa europea – in particolare la direttiva Bolkestein – vietaproroghe automatiche e impone procedure trasparenti e imparziali di evidenza pubblica.

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Il Piano Spiaggia vigente si fonda su titoli concessori ormai scaduti e, come stabilito dalla normativa europea (direttiva 2006/123/CE – cd. Bolkestein) e dalle pronunce della Corte di Giustizia e del Consiglio di Stato, non può essere prorogato automaticamente. Ogni intervento in variante, pertanto, si configura come atto privo di solido fondamento giuridico.

Nonostante ciò, l’Amministrazione ha scelto di intervenire nuovamente con un atto che, di fatto, altera il quadro regolatorio, ponendosi in contrasto con i principi comunitari e nazionali che disciplinano la gestione dei beni demaniali. Una simile decisione non solo espone l’Ente a possibili contenziosi, ma compromette la credibilità dell’istituzione stessa, che dovrebbe essere la prima garante della legalità.

La nostra posizione non è contraria alla realizzazione di un lido eventualmente destinato alle Forze dell’Ordine, ove necessario chiaramente in una nuova area. Al contrario, noi riteniamo che proprio a tale progetto debba essere data priorità ad una procedura pubblica di evidenza, basata su criteri di trasparenza e libera concorrenza, per ovviare a situazioni anche solo di imbarazzo.

Solo così si garantisce la legittimità dell’atto e la parità di accesso, per tutti, nessuno escluso.

È necessario sottolineare che uno stabilimento balneare rimane tale a prescindere dal soggetto utilizzatore – che esso sia destinato alle Forze dell’Ordine, a un ordine religioso o ad altri gruppi sociali – e deve essere sottoposto alle medesime regole.

Una variante urbanistica resta sempre una variante e, in assenza di titoli concessori validi, non può essere avviata alcuna procedura, in questo caso.

L’ attenzione, poi, si posa necessariamente sulla gestione ad personam di queste varianti, proroghe e pezze riparatorie. La nostra contrarietà nasce dal rispetto dei principi fondamentali di Diritto:

• il demanio marittimo è un bene dello Stato, e come tale non può essere gestito in modo discrezionale o a fini politici;

• nessuna Amministrazione può violare norme europee e nazionali per consolidare rendite di posizione o favorire interessi particolari;

• la libertà di accesso e l’uso pubblico delle spiagge devono restare intangibili, nel rispetto di tutti i cittadini e degli operatori che attendono regole certe e trasparenti.

Riteniamo grave che il potere politico utilizzi beni dello Stato confondendo l’interesse pubblico con l’interesse di parte.

La legge non è un ostacolo, ma un presidio di giustizia ed equità: piegarla a fini contingenti significa tradire la fiducia dei cittadini.

Pertanto, nessuna variazione al PSC può legittimamente fondarsi su concessioni già scadute o su proroghe dichiarate contra legem.

Il rischio, oggi è duplice:

1. Illegittimità della delibera: approvando una variazione che riconosce efficacia a titoli concessori ormai estinti, si espone l’amministrazione a ricorsi e annullamenti da parte del TAR e degli organi giurisdizionali superiori.

2. Responsabilità patrimoniale: l’eventuale contenzioso potrebbe determinare un danno economico per il Comune, con ricadute dirette sulla collettività.

Il compito di un’Amministrazione responsabile non è quello di reiterare situazioni già dichiarate incompatibili con la legge, ma di predisporre una pianificazione trasparente, conforme ai principi di concorrenza, imparzialità e parità di trattamento.

Per queste ragioni, ritengo che la delibera oggi in discussione non rispetti né il quadro normativo europeo né quello nazionale e che la sua approvazione rappresenti un grave errore amministrativo e politico.

In un contesto in cui troppo spesso prevalgono interessi particolari, noi scegliamo di essere la voce della collettività, ribadendo che il mare e la spiaggia devono restare liberi, accessibili e giusti.

Non si tratta solo di difendere un diritto, ma di proteggere un valore che appartiene alla nostra storia, alla nostra cultura e al futuro delle nuove generazioni”.

Lo scrivono in una nota Azzurra Ranieri, Donatella Pelaggi e Luca Marcella del Gruppo MAESTRALE Città di Soverato.

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