di EDOARDO CORASANITI
Il fascicolo si arena già ai piedi del giudice preliminare perché "il fatto non sussiste": sono stati prosciolti sei imprenditori di Soverato accusati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.
Secondo l'accusa i commercianti avrebbero cercato di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto (per importi fino a 10mila euro) avvalendosi delle fatture per prestazioni ritenute inesistenti emessa da una ditta di Grafiche soveratese. I fatti sarebbero accaduti tra il 2012 e il 2014.
E così, per V.M. (classe 1938, difeso dall'avvocato Fabrizio Costarella), D.A.M. (classe 1959, difeso dall'avvocato Bruno Filippo Napoli), M.D.A. (classe 1970, difeso dall'avvocato Vincenzo Arcidiacono), A.D.B. (1961, difeso dall'avvocato Sara Alcaro e Maria Leto), C.A.P. (1973, difesa dall'avvocato Maria Grazia Conidi), M.C. (1970, difeso dall'avvocato Giovanni Balletta) la Procura di Catanzaro nel 2019 ha aperto un'indagine che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio nel 2021.
Due giorni fa il Giudice dell'udienza preliminare, Paolo Ciriaco, ha prosciolto gli imputati e chiuso un capitolo giudiziario tortuoso e che avrebbe rischiato di avere conseguenze penali anche gravi. Il reato è punito con la reclusione fino ad otto anni. Ma il gup ha ristabilito un punto fermo: i fatti non sussistono.
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