Occorre il dialogo "affinché lavoratori e strutture socio-assistenziali ricevano ora – e non nei prossimi mesi insistendo su una situazione logorante e non più sostenibile – i pagamenti necessari a svolgere un’attività imprescindibile ed essenziale". Lo fa presente il consigliere regionale Francesco Pitaro.
11 maggio 2021 12:18«Le strutture socio-assistenziali che ricadono nell’ambito territoriale di Soverato – il quale include numerosi comuni della provincia di Catanzaro – non stanno percependo alcun pagamento, pur continuando a garantire ai pazienti prestazioni e servizi fondamentali».
Lo fa presente il consigliere regionale Francesco Pitaro, che aggiunge: «I diritti fondamentali delle persone fragili e deboli continuano a essere bistrattati dalla gestione di una riforma, quella del Welfare, che perdura in criticità e omissioni non più tollerabili. Invero, il trasferimento dalla Regione Calabria ai Comuni delle competenze relative all’accredito dei fondi alle strutture socio-assistenziali, anziché snellire le procedure burocratiche, sta creando intoppi e rallentamenti che si riversano ingiustamente su lavoratori e cittadini. Sono tante le strutture che, nonostante le inadempienze di chi dovrebbe vigilare su un settore così importante, continuano a prendersi cura delle fasce più vulnerabili della società, affrontando spese considerevoli (si pensi ai servizi mensa, lavanderia, forniture varie). E sono altrettanti gli oss, gli assistenti sociali, gli psicologi, gli educatori e il personale amministrativo che in piena pandemia, mettendo a repentaglio la propria salute, da settembre 2020 lavorano senza stipendio».
«In sostanza, nel limbo burocratico che genera gravissimi disagi, il comune capo ambito di Soverato e la Regione devono dialogare con urgenza affinché lavoratori e strutture socio-assistenziali ricevano ora – e non nei prossimi mesi insistendo su una situazione logorante e non più sostenibile – i pagamenti necessari a svolgere un’attività imprescindibile ed essenziale nei confronti della quale sarebbe scellerato e disumano continuare a indugiare e a voltarsi dall’altra parte».
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