di NICCOLÒ RUSCELLI
La cultura è il nutrimento dell'anima, e, portarla sul territorio, comporta il nutrire l'intera comunità. La Calabria è una terra complessa, per certi versi amara, per altri dolce e, per altri ancora, una via di mezzo; viene lasciata, poi ripresa, poi lasciata ancora una volta ma, in mezzo a tanta incertezza, ci sono giovani che respingono la raccapricciante idea di abbandonare il proprio territorio, in cui desiderano investire facendolo respirare a pieni polmoni grazie ad idee creative ricche di emozioni uniche.
È il caso dell'Associazione culturale Factory+, una realtà territoriale nata nel 2021 a Catanzaro che ha sin da subito avuto chiaro un obiettivo, ossia coinvolgere la comunità nella valorizzazione del territorio calabrese, creando un movimento partecipato attraverso l'attivazione di luoghi e di opportunità artistiche, come concerti, esibizioni d'arte, talk e laboratori creativi. Il 18 agosto alle 21, presso l'ex comac (Soverato) si è svolto la terza edizione di uno dei loro eventi più di spicco "Factory Area".
Un lavoro straordinario, che ha portato nel nostro territorio artisti talentuosi, generando prestigio e, cosa più importante, vita e attrattiva nella nostra bella terra. L'evento è stato variegato, toccando in modo sopraffino più aspetti dell'arte, dalla musica, alla pittura, alla fotografia. A proposito di quest'ultime, perché non manchi nulla, vi sarà una bellissima mostra: "Avanzi di Ossa". Una riflessione attraverso i linguaggi visivi sulla poetica di Franco Costabile, alla luce delle condizioni e contraddizioni della terra di Calabria. La mostra "Avanzi di Ossa" presenterà le opere di Eva Fruci, Luca Granato e Guido Mallamace, artisti accomunati da un’attenzione particolare verso il presente e la dimensione storica e sociale del Meridione.
Franco Costabile, nasce a Sambiase nel 1924 e muore suicida a Roma nel 1965. Definito come il poeta del dolore, delle traversie e della migrazione dalla terra natìa, dipinge nei suoi versi la Calabria misera, che costringe alla fuga, che pone la croce sulla croce, ma verso la quale prova un’irrimediabile nostalgia.
Il significato della sua poetica riflette l’universale condizione di sradicamento provata da chi è costretto dalle necessità ad abbandonare la propria casa. Condizione oggi più che mai contingente e aggravata, se possibile, dall’annullamento della memoria storica perpetrata dalla post-modernità. Cosa rimarrà di noi è la domanda che si pongono gli artisti in mostra.
Il lavoro documentario di Guido Mallamace mostra l’immediata distruzione delle imbarcazioni utilizzate da migranti africani e mediorientali per giungere sulle coste di Roccella Jonica lo scorso novembre. I tessuti bruciati di Luca Granato, invece, riflettono sul senso del tempo come agente erosivo della memoria, narrando per immagini l’angoscia per l’inesorabile scorrere delle cose e del loro mutare, intesa come condizione personale e collettiva allo stesso tempo.
Le opere di Eva Fruci, infine, ricostruiscono parole e sensazioni, rievocando la poetica di Costabile attraverso delicate trame di fili semantici, che ricongiungono memorie e significati lontani e rintracciando legami intimi e romantici con la propria terra, la rosa nel bicchiere che intende salvare.
Per quanto riguarda la musica, quest'anno c'è stata l'adesione di numerosi artisti, come il noto Rares che ha estasiato le folle e i fuckpop, collettivo emergente e coinvolgente, talenti come Laripa, Fabio Nirta. Tutti ingredienti che fanno di Factory Area il cuore pulsante calabrese di quest'estate.
Per capire l'importanza di Factory, dobbiamo ragionare nell'ottica che la cultura è il collante che unisce le persone, e le associazioni culturali sono le artigiane di questo prezioso legame.
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