di don GIUSEPPE BIAMONTE*
Carissimi,
questa sera nel vedere ognuno di voi entrare in chiesa: occupare il posto assegnato, osservare scrupolosamente le distanze interpersonali e tutte quelle disposizioni ministeriali, adottate per la graduale ripresa delle funzioni religiose in sicurezza, non vi nascondo il fatto che mi sono emozionato. Sembravate quell’immagine di gregge, descritta da Gesù nel vangelo, in cerca del loro Pastore: desiderosi di ascoltare da “vicino” la Parola del Signore, di sfamarvi con il Suo Corpo e il Suo Sangue.
Ho osservato e ammirato la vostra compostezza, la vostra sincerità, il genuino desiderio d’incontrare il Signore per mezzo della Sua Sposa: la Chiesa. Alcuni di voi, ho visto piangere durante la Sacra Liturgia, non per bigottismo o pura esaltazione come qualcuno potrebbe erroneamente pensare o giudicare. Erano lacrime sincere di figli, i quali hanno vissuto veramente un travaglio interiore, durante questo periodo di forzata privazione dei sacramenti. Solo chi ama, corre veloce verso Colui che ci ama. Questo, stasera, lo avete dimostrato. In questi mesi, abbiamo meglio compreso che
l’Eucarestia è la sorgente della nostra vita di fede; preso coscienza del valore dei sacramenti e soprattutto del servizio che i ministri del Signore rendono in mezzo al popolo di Dio.
Davanti ai nostri occhi abbiamo le immagini televisive della fila dei camion dell’Esercito Italiano che trasportavano i feretri di tanti fratelli e sorelle “uccise” dal Coronavirus. Per essi abbiamo sofferto e pregato. Tuttavia, la lotta non è stata ancora vinta contro questo invisibile nemico. Si richiede a tutti, ancora, di esercitare quel senso di responsabilità che ci contraddistingue come popolo civile; di continuare ad aver buon senso e adottare quello spirito di collaborazione che vede nell’unità di azione, la sola arma impareggiabile in questo momento, per prevenire il contagio. Chiediamo al nostro Patrono San Donato d’intercedere presso il Signore affinché ci benedica, preservi dal contagio e ci aiuti a diffondere nel mondo l’entusiasmo della nostra fede e la carità delle nostre opere.
Vi benedico di cuore
*parroco di Soveria Simeri
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