
di GIANCARLO SPADANUDA
E così se ne sono andate anche le gemelle KESSLER. Mi spiace particolarmente perché la loro amicizia (ed in particolare con Alice), mi ricorda un periodo particolarmente felice della mia vita catanzarese.
Si erano esibite al Teatro Masciari, chiamate dal responsabile della Cooperativa Nuova Ipotesi, Franco Ferrara, e dal responsabile del TCA (Teatri Calabresi Associati), Antonio Panzarella.
Fatto sta che al termine dello spettacolo finimmo tutti a cena da “PEPE’ LE ROUGE’, a base di piccante morzello e “patate e peperoni”, due delle specialità.
La mia presenza era dovuta, oltre che ad un amore viscerale per il teatro, anche perché responsabile culturale dell’Ordine Ingegneri, per conto del quale mi ero interessato a far intervenire - per colloqui ameni presso la sede dell’Ordine - attori famosi come Debora Caprioglio e Raf Vallone con sua moglie Elena Varzi.
Era presente anche la mitica Adele Fulciniti, organizzatrice della cena; Adele è quella che “butta i fiori sul palco” al termine dello spettacolo indirizzandoli ai suoi colleghi, nonchè mia compagna di innumerevoli viaggi notturni di ritorno da tutti (sì tutti) i teatri calabresi: dal Rendano di Cosenza al Cilea di Reggio Calabria, all’Apollo di Crotone, al Grillo di Soverato, al Grandinetti di Lamezia e teatri a Vibo, Paola, Castrovillari, Locri, Palmi e persino Chiaravalle.
La presenza più iconica era però quella del famoso giornalista “Don Peppino Papaleo”, personaggio di gran classe di Catanzaro, organizzatore di premi letterari quali “Il Pino d'oro” e la “Scogliera d'argento”: aveva già girato un film con Fellini e ci raccontò alcune esilaranti episodi. Le Kessler apprezzarono, anzi lo avrebbero voluto con loro per girare un film assieme; tutti abbiamo avuto la sensazione che Elen si fosse innamorata di Don Peppino!? Persona di bell’ingegno, quel “Don Peppino Papaleo”.
La bella compagnia registrò persino la presenza di un alto magistrato locale, lì capitato non so come.
Fra tante risate, inframezzate da “morsi e gargi gargi” al morzello, feci particolare amicizia con Alice Kessler, che mi sembrò più disponibile, aperta al colloquio e con un sorriso disarmante: una donna di grandissimo charme che è poi una prerogativa di poche donne: charme deriva infatti dal latino carmen e sta a significare formula magica, incantesimo.
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