Speziali: “Conte in tutte le inclinazioni e Cafiero tennista informato ?”

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  18 settembre 2022 12:15

Negli anni '80, la FIAT, propagandava una sua vettura -segnatamente, la Panda- con lo slogan "...se non ci fosse, bisognerebbe inventarla".
Bene, l'affermazione della réclame appena ricordata, potrebbe essere 'riciclata e riadattata', persino oggi, quasi fosse un apodittico evergreen, in capo ad uno che, politicamente parlando, non è un capo -difatti, a molti pare, come non sia lui a essere il leader, bensì un altro, che si staglia alle sue spalle e che in passato (come nel presente) fu un comico- ma soprattutto, sempre politicamente parlando, non ha nemmeno il capo (inteso sotto l'aspetto materialistico e metaforico, poiche` non si intravede -ma forse mi sbaglierò?- il contenente di quanto dovrebbe esserci al suo interno).
Volete il nome? Presto detto: Giuseppe Conte!


Spiego subito, così una mia bionda amica e già parlamentare, sarà contenta come io non indugi alla forlaniana, nel dire le cose, ed entro, a piè pari, in argomento.

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L'aspirante showman della piazza (ma, giammai credibile statista?), ovvero Conte, avrà, certamente, la pochette e la lacca sui capelli (con relativa pettinatura, alla Giancarlo Caselli, benché sia differente il colore degli elementi tricologici), ma la (probabile?) starlette -sempre politicamente parlando, ma poi ciascuno può pensare quel che vuole!- dicevo la starlette delle stelle (cinque, penta, ma pur sempre cadenti?), nei confronti di Matteo Renzi, si è trasformato nel peggiore dei trinariciuti stalinisti, i quali sono da una vita adusi ad incitar le folle, con apparenti -seppur diffusamente equivoci e variabilmente interpretativi- fini violenti, proprio perché gli avversari, costoro li avvertono alla stregua dei nemici.
Parliamoci chiaro, la caduta di stile -con relativa velata minaccia- circa il desiderio di veder Matteo Renzi, senza scorta, a sostenere le sue tesi politiche -a fronte del vuoto concettuale del non pensiero contiano (tale infatti è la mia opinione libera, quindi ribadita e confermata, legittimamente!)- fa sì da rendere plastico e cristallizzato, non un teorema, bensì un postulato, cioè come questo leguleio di provincia, quale sarebbe Giuseppe Conte da Volturara Appula, è inadatto a qualsiasi ruolo politico e finanche istituzionale.
Difatti, già uno pochino pochino razionale -per non dire sano, sotto tutti gli aspetti- in un momento simile, con guerra in corso e varie crisi in atto, non si metterebbe in competizione con Mario Draghi (figuriamoci, quindi, far cadere il Governo da quest'ultimo presieduto!), ma se a ciò si aggiungono, inquietantemente, auspici da 'tricoteuse' (sarebbero le cruenti e sanguinarie rivoluzionarie giacobine), per di più nei confronti di un 'collega' ex Presidente del Consiglio (quali sono entrambi, ma Renzi con autorevolezza incomparabile a quella del suo istigatore di piazza), la cosa assume risvolti disdicevoli, nei confronti di chi li propone o si industria per proporli e persino preconizzarli.
Infine, c'è anche una mia osservazione 'personalpolitica', ovvero quella in base alla quale è assurdo pensare che il Conte di piazza e di governo (poi, non si sa di cosa e in che, eventuale, modo), sia in virtù del suo incarico passato, un successore di gente tipo Cavour, Crispi, Giolitti, oppure De Gasperi, Fanfani, Scelba, Segni sr., Rumor, Colombo, Andreotti, Cossiga, Craxi e principalmente Moro (sempre e solo lui, il sublime).
Quest'ultimo aspetto, circa la questione del ruolo ricoperto dallo stellato -non chef- 'Giuseppi', è sintomatico dei decadenti tempi in cui viviamo, i quali per renderli tali, varie e poliedriche 'faune' (saranno, così definibili?) cinquestellate hanno lavorato tanto e indefessamente (almeno questa volta e per questo infausto motivo, si sono cimentati nel farlo e per nell'unica occasione della loro vita).

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Costui -cioe` Conte- va pure egli stesso in giro scortato, ma in ossequio e coerenza, al suo incline senso da (presunto?) esteta di provincia (o, forse, per qualcos'altro?), preferirebbe in luogo a poliziotti e carabinieri, giovanottosi alla Gabriel Garko, pur se la suddetta, sarebbe opinione di molti.

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Potrebbe, invero, esserci una possibile e residuale opzione, ma sfioreremo il surreale -benche` il prossimo citato, sia confacente a tal fatta (chiaramente se rapportato alla politica)- e cioè che, l'istituzionalnente parlando, 'fu Avvocato del popolo' (ovviamente, popolo, non inteso alla sturziana maniera), si ritrovi ad essere scortato alla stregua del suo capolista camerale e plurinominale di Calabria e Romagna, in pratica Federico Cafiero de Rhao (probabilmente esperto di mandanti vari o roba del genere, vista la sua precedente occupazione).

 


Certo, nessuno pensi, che i bodyguards cafierani, possano essere, in modo azzeccato, Pulcinella e Pappagone, ma quest'ultimo ormai non è più un magistrato di frontiera, quindi le figure macchiettistiche della sua città, potrebbero essere -ovviamente oggi- più d'uopo che mai, per la nuova attività del notorio tennista -nonche` mancato André Agassi- impossibilitato (Cafiero tapino) a svolgere un match agonistico a Reggio Calabria, come un tempo disse e non poté fare, a cagione di come lui non potesse sapere chi si poteva trovare innanzi al suo cospetto.
Ribadisco: se poteva non saperlo lui, potremmo  noi, cittadini normali? Certo che no, ma intanto la campagna elettorale continua e adesso, siccome de Rhao è candidato (ma con risultato certo, a fronte di listino bloccato), ora gira con, evidentemente, meno angoscia, persino insieme ai suoi candidati in lista, da lui capeggiata, dei quali conoscerà, certamente, curriculum e vita (o così si spera, ovviamente per la sua professione di cui è in pensione).
Sono certo che un avventato qualsiasi, di simile compagnia contiana, sarà portato a replicarmi: non vedo l'ora, così potrò avere modo di essere maggiorenne più esplicito, sul presunto leader e altri accoliti di contorno, chiaramente al netto delle evidenze di quanto dirò.
E dirò, eccome se dirò!

 

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