di VINCENZO SPEZIALI
Conosco Enrico Letta da anni -tanti anni!- poiché, entrambi, abbiamo militato da democristiani, nello stesso movimento giovanile, seppur rappresentando, al suo interno (nel Partito come nei suoi movimenti) aree culturali diverse e differenti, giammai, però, contrapposte, soprattutto all'esterno o agli occhi degli altri Partiti politici.
Era la grandezza della DC e non solo di essa, ovvero delle forze popolari (tutte, MSI incluso), definite, sprezzantemente, da molti degli incolti neofiti odierni, organizzazioni novecentesche.
È vero, talvolta le correnti 'scavalcavano' gli organi interni, tentando o giocando, a fronte di sponda, con forze endogene (ovviamente legali ed ufficiali), ma poi, al dunque, comunque ed ovunque, allorquando vi era il 'richiamo della foresta' (quest'ultima intesa, nel senso di disciplina di Partito), ogni crepa si colmava e il tutto rientrava.
Oggi, invece...glisson, laisse tomber!
Quindi, torniamo al mio amico Enrico, dopo aver introdotto il discorso con questa perifrasi d'uopo, perché lo conosco bene e so i suoi pregi, ma anche le criticità, discendenti dal suo carattere.
Enrico, infatti, è una persona perbene, di specchieta` onestà giuridica, colto, preparato, talmente istituzionale, da avere sempre pensato -quando eravamo ragazzi- che il suo primo vestitino, dopo la sua nascita, invece di essere la tutina celeste dei bebè, già fosse un blazer blu, indossato, variabilmente, sia da un Amministratore Delegato, oppure da un uomo di stato.
Ciò premesso, al netto di quanto riconosciutogli, doverosamente, è bene, pure, ricordare come lui sia, anche, spocchiosetto (con quella sua aria da esterno primo della classe, ma buon ultimo nella vita...politica!) e pure permaloso e un cincinin livoroso, al punto che non perdona Matteo Renzi -dopo ben nove anni- per averlo defenestrato (legittimamente, dal punto di vista politico) da Palazzo Chigi.
Eccoci al punto, dunque, ovvero quel misto di umane pulsioni e mal sopite delusioni, le quali si riversano in improvvide decisioni, a fronte di difficili situazioni.
Insomma, un corollario di discutibile apoditticità, in luogo ad un laico rosario pieno di spine velenose, i cui destinatari sono tutti, ma qualcuno più degli altri.
Enrico, nella sua lettera aperta al Corriere della Sera (Giovedì 10 Novembre!) dispiega una sequela di accuse -supportate da sterile vittimismo, aconcettuale e non politico- nei confronti delle forze di opposizione, colpevoli, a suo dire, di essere ostili solo al PD -al PD che lui guida, pro tempore- e non al Governo o alla maggioranza della Meloni, quasi come se vi fosse un presunto crimine di 'lesa maestà', avverso i dem.
Invece, proprio quest'ultimi (ovvero i democratici), potremmo benissimo rappresentarli -per citare, parzialmente, il titolo di un bellissimo libro, della grande Oriana Fallaci- 'un bambino mai nato'.
Simil lai o peana di dolor, oltre ad essere insussistenti, sono non considerabili, anzi al di fuori dei luoghi naturali (senza scomodare Aristotele), perciò si evitasse di smerciare con presupponenza, il Partito Democratico, al pari dell'Eldorado della buona politica, delle regole e di altro ancora, cioè di segno positivo o credibile, perché tutti quanti sappiamo, come non sia, propriamente, così.
Pure il PD lettiano ha usufruito della discutibile prassi dei cooptati -infatti ci ritroviamo il localistico D'Artagnan dei piccoli, assiso in Parlamento- senza aver mai udito voce, proposta, intenzione, dai 'quartieini piddini', di metter mano alla riforma della legge elettorale.
Enrico mio e qui mi rivolgo a te, 's'il te plait' -comprenderai, parli il francese come me...anche se io meglio di te!- non puoi dire che tutti sono coalizzati contro qualcosa che non è né carne, né pesce, bensì -come si dice a Napoli (e lo ricordava, sempre, la nostra amica Rosetta Jervolino)- friarielli: il tuo (pseudo)Partito, è questo, perché non è più riconosciuto quale rappresentante delle istanze classiche della base di sinistra, ma al contempo, non risulta affidabile, in toto, per l'area moderata.
Aivoglia a dire, che contiani e calendiani, sono stati estenuanti per i reciproci veti incrociati, epperò dimentichi da dove vieni tu, cioè la nostra DC!
Ma scusami, Ciriaco (De Mita) e/o Arnaldo (Forlani), non hanno mai esercitato un ruolo di smussatori, nelle coalizioni il cui perno eravamo noi?
A me è stato insegnato così, ma sono financo consapevole, che ho appreso meglio di te la tal pratica, perciò riconosco il tuo limite -di pasticcioso allievo- e non te ne faccio una colpa, né ti butto la croce addosso.
Certo, un consiglio mi preme dartelo, per l'affetto che ti porto: se concentri il tuo livore, solo su Renzi e Calenda, colui il quale ti ha fatto più male -politicamente parlando- e ti ha maggiormente insolentito -sempre politicamente parlando, ma anche personalmente (continuando, a delegittimarti, giorno dopo giorno)- ovvero 'Peppinello' Conte, ha una prateria infinita innanzi a se, perciò può essere pure che per arginare il tutto, all'interno dei dem ti potranno rispedire, con effetto d'urgenza, a Parigi, dove questa volta, nessuno ti salverebbe dalle limacciose acque della Senna.
Ricordi, quanto ti dissi, dopo che il sottoscritto ha contribuito -da Segretario Nazionale del Giovanile- a riconfermarti la fiducia nell'incarico di Presidente dei Giovani Popolari Europei?
Te lo rammento: "Enri`, guardati sopra e sotto, a destra e a sinistra. E ho detto tutto!".
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