Speziali: "Il più e il meno, tra il ma e il però"

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Vincenzo Speziali
  18 luglio 2023 07:49

di VINCENZO SPEZIALI

Qualcuno che mi vuole bene mi consiglia prudenza nell'esternare il mio lecito e legalissimo pensiero -il cui diritto è persino sancito dalla Costituzione, la quale, tra l'altro, mio nonno ha contribuito a redigere- epperò il mio 'commentari' è mirato non ad attacchi personali -eccezion fatta per quelli afferenti ai politicanti che intasano le attuali istituzioni, alla stregua delle case abusive alle pendici del Vesuvio- bensì un articolato e discorsivo ragionamento -per alcuni lungo, benché necessario!- stante una realtà cogente, triste e decadente, nella quale viviamo.
Se tutto questo in democrazia viene messo in discussione, oppure derubricato come e quale 'rischio incalcolato', ringrazio di cuore il mio buon amico per l'ennesima manifestazione di affetto sincero che mi regala e mi indirizza (lo dico, veramente, senza alcuna ironia e con grata o sempiterna commozione), ma la questione mi fa pensare che ho ragione da vendere, anzi viviamo un periodo di autentica 'emergenza democratica'.
Già, in quanto tra il più e il meno e il ma e il pero`, non ci sono mezzi termini e sterili compromessi, perché ogni cittadino ha il sacrosanto diritto -e financo il dovere!- di poterla pensare in maniera diversa da una differente 'corrente di pensiero', purché ovviamente non si commettano illeciti.
Mi riferisco alla riforma della giustizia, sempre annunciata, reiteratamente attesa e giammai compiuta, in quanto se qualcuno lo fa presente, la gragnuola delle 'casuali' inchieste, gli capitano tra capo e collo, quasi fossero una certezza al pari del sol che sorge ogni mattino.
Ho rispetto dei singoli magistrati che rischiamo la vita, ma non posso averne di chi si nasconde dietro totem e molok, quasi per difendere una visione pseudoideologizzante e paraideologia.

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Parliamoci chiaro, i magistrati tutti sono esseri umani come noi, che respirano, mangiano, hanno emozioni, pulsioni, quindi anche idee, epperò devono 'spogliarsi' di tutto ciò allorquando giudicano un cittadino, perché anche essi votano alle elezioni e votando, scelgono comunque un Partito, insomma si formano e possiedono una sensibilità settaria, tipica di chi è schierato politicamente.
Che si fa? Come la si mette? Non è tollerabile, ammissibile e previsto dalla legge, affermare in atti di giustizia -nel mentre si vuole dimostrare un aggravante- che si discredita la magistratura esprimendo da parte di qualsiasi persona, un proprio lecito e legale pensiero, solamente criticando le storture -che ci sono!- di questo 'mondo in toga', senza contare che spesso chi lo estrinseca, è preda di un animo sconvolto per qualcosa che sa di non aver fatto o comunque è innocente (come molti casi ci ha no dimostrato, da Morì a Mannino, da Mancino a Subiranno e via discorrendo).
In più non ho ancora toccato 'un nervo scoperto', quale l'utilizzo di 'materiale sensibile', cioè le intercettazioni, avendo esperienza diffusa che ciò avviene in modo barbaro e sconsiderato e mai nessuno è indagato o condannato per tale reato (in quanto di reato trattasi e nessuno pensi che io mi riferisca esclusivamente ai PM., pur se è palesemente insensato sospettare di chi sia oggetto delle medesime).
E che dire poi di una vera e propria eterogenesi dei fini, cioè l'Avviso di Garanzia? Già, perché tale istituto solo nelle intenzioni ufficiali (o prassiste) è a tutela dell'indagato, mentre altro non si rivela se non una sorta di condanna preventiva, quasi al pari di una lettera scarlatta marchiata indelebilmente sulla pelle di ciascuno: l'esempio plastico lo ritroviamo nell'abuso che ogni istituto di credito giunge a chiudere il conto corrente di chiunque si ritrovi sottoposto ad indagine, in base a non so quale principio legale e costituzionale. 
Ovviamente di questo aspetto non è responsabile la magistratura, semmai un circo mediatico di alcuni agguerriti pennivendoli pagati a cottimo (tipo bionde posticciate in salsa calabra), che fomentano uno scellerato clima neogacobino -quasi sguazzando al pari delle scrofe nel fango- salvo che non sia qualcuno a loro vicino ad essere toccato ed intaccato.

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Pure su questo aspetto barbaro, impatta la riforma che Nordio ha in animo di portare avanti, quindi ha ragione il mio amico Guido Corsetto nel sostenere che lui si ritrova dalla parte del Ministro Guardasigilli, poiché mi ci ritrovo pure io, con buona pace di quel Travaglio, che gode nel veder le vite altrui distrutte e di darne notizia sul suo opuscolo giustizialista, specificando come le uniche sentenze che non difende, sono quelle riconducibili a persone assimilabili al suo 'circolino', tipo Mimmo Lucano, assistito e vezzeggiato, tra gli altri, dal corrispondente calabro de 'Il Fatto Quotidiano', tal Lucio Musolino (sempre pronto a infangare gli altri, ma non i communistoidi rivoluzionari), il quale a sua volta farebbe il giornalista, cioè la stessa professione di Montanelli, il quale se però fosse in vita lo prenderebbe a calci e ricordando il celeberrimo Indro, lo farebbe non solamente in termini metaforici.

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Suvvia, affrontiamo scevri da qualsivoglia pregiudizio, da qualunque parte giunga, un siffatto argomento, per di più estremamente delicato, perché un Stato di Diritto, è fatto da pesi e contrappesi, quindi esiste persino e soprattutto nelle aule di giustizia -dove si amministra la legge e quindi si dipana la certezze della convivenza civile- in cui le parti (in ogni processo di uno Stato di Diritto) sono l'azione inquirente (garantita), quella giudicante (anch'essa garantita), ed infine (ma non per importanza!) la difensiva (ufficialmente prevista, quasi mai ossequiata, sempre limitata).

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