di VINCENZO SPEZIALI
Quando le cose si devono dire e bisogna dirle io lo faccio senza indugio, pure perché non ho paura delle 'reprimende' dei 'corvi in toga', ovvero qualche pletora di sfigati PM ai quali sto sullo stomaco, come loro stanno a me sullo scroto (posto che il sottoscritto lo usa, loro no, essendo, notoriamente affaccendati nelle elucubrazioni le quali, talvolta, sfiorano il ridicolo e sconfinano nella psicopatia).
Anzi, per dirla tutta, potrei persino aggiungere come e quanto io mai mi pieghero` a simile dittatura accattonesca, poiché di dittatura trattasi e di accattoni pure e ancor di più.
Difatti, molti procuratori -come ben ricorda il mio amico Peppino Gargani, che ha alle spalle, tra Camera e Europarlamento, ben nove legislature, ed è stato Sottosegretario alla Giustizia (Cossiga I e II, Forlani, Spadolini I e II, nonché Fanfani V), oltre che Presidente della Commissione Giustizia a Montecitorio e al Parlamento di Strasburgo-dicevo per ricordare quanto sostiene Gargani (a sua volta non propriamente un leguleio che è Consigliere tra Catanzaro e altra Assemblea locale in Calabria) essi tutti, cioè questo P.M., lavorano in pool - (e ciò lo aggiungo io) quasi fossero iscritti ad un circolo ricercato, in luogo alla reale appartenenza di qualche istituto sito in Torino (sarà il Cottolengo?)- non già per tutela e sicurezza, bensì consorteria condivisiva: ha ragione, caspita se non ha ragione!
Da par mio insisto che non è sufficiente la separazione delle carriere, la quale sarebbe una sorta di placebo, a fronte di tutti gli sconquassi che hanno prodotto, coninciando dallo squilibrio tra i 'poteri' costituzionalmente riconosciuti e in ogni caso, ho l'obbligo, il dovere e il diritto, di rappresentare e dare voce ad una 'parte' del Paese che la pensa come me, quindi ha la stessa dignità dei giacobini manettari e la mia 'parte', non è prioritariamente quella reproba e sbagliata, anzi potrebbe essere la migliore, pur se sarà la storia ad incaricarsi di dimostrarlo.
Tra l'altro, a 'questi qui' non faccio 'sconti pubblici', non mi inchino alla loro categoria, perché sono democristiano (per di più non pentito), pratico giornalismo culturalconcettuale e d'inchiesta (denunciando le storture della società, come sono i vizi dello strapotere di una sconfinante e notoria 'malagiustizia'), ed infine vengo da Bovalino (spero che nessuno, voglia utilizzare ciò come aggravante, poiché praticherebbe persino razzismo!) e mi vanto della mia origine, perciò capirete tutti che razza di insopportabile nemico -manco avversario e non ci terrei a siffatta deminutio!- io sia per lor costoro.
Patti chiari, a me fa solo onore, anzi è una vera e propria medaglia al valor civile, fare vedere nudo il re, cioè stigmatizzare quel tipico modo di essere che questi 'omuncoli scortati' -a spese dei contribuenti, pure quando non si ravvisano grandi pericoli cogenti e le minacce verso gran parte di essi, sono letterine anonime persino ben scritte (e ciò la direbbe lunga, circa l'autenticità della presunta origine criminale di tal missive) le quali potrebbero in ogni modo anche autospedirsi o farsi spedire da qualcuno appartenete al loro nucleo familiare- oppure suddetti 'eroi di cartapesta', mi sollazzerebbero se solo minimamente avanzassero qualche altra nevrotica 'accusatio' nei miei confronti, del genere non più come nel passato Capo della Spectre, ma chissà quale altra panzanata sarebbero capaci di inventarsi.
Ci si abitua a tutto, perciò, ma se solo lo facessero le strade si riempirebbero per protesta e la stampa e la politica (persino all'estero) comprenderebbero veramente e finalmente che siamo in mano a persone antropologicamente diverse (fate voi se pericolose o meno).
Senza contare, le messe di voti, che giungerebbero in mio suffragio e favore, poiché avremmo la prova provata, che ormai si persegue persino un diritto di critica, sancito dalla Carta.
E dire che se una persona, nella società civile arriva a formulare teorie strampalate (o assimilabili a molte delle accuse che alcuni magistrati inquirenti formulano e i loro colleghi giudicanti ratificano), i Sindaci di qualsivoglia Comune, potrebbero disporre coattamente un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), mentre se e quando lo fa un magistrato, molti sono pronti a battere la mani, ad inscenare ola da stadio, perché si sostiene che i PM hanno prove schiacciati. È così? Ne siamo sicuri?
Adesso vi spiego due o tre cosine, affinché si pensi un attimo prima di riservare omaggi alla stragrande maggioranza di questa casta di 'non eletti' né presuntamente, né elettoralmente, ma che comunque intende condizionare non solo la vita politica e istituzionale, persino e soprattutto quella sociale o del costume di ciascuno di noi.
Avete mai visto uno di questi inquisitori stile Torquemada (dei poveri o da strapazzo?) che osserva la legge: certo che no, poiché i primi a violarla, sono proprio loro e nessuno dice nulla, nessuno contesta nulla, nessuno solleva uno scandalo per nulla, in quanto si ha un terrore sacro e impietoso, di tutti questi qui.
Ormai, è convinzione diffusa -indotta in modo tipicamente autoritariao, liberticida e antidemocratico- che sono loro a possedere l'esclusività della vita e della morte e non altri (sto parlando dei medici, ovviamente, quindi non si equivochi!).
Difatti i signori procuratori o le signore che fanno lo stesso mestiere dei loro colleghi maschietti, hanno l'obbligo normativo, perciò tassativo, nel mentre svolgono indagini su qualsivoglia cittadino, di indagare anche a favore dell'indiziato, trovando e valorizzando persino le prove 'positive' per il 'povero Cristo', a cui stanno violentando la vita, epperò non mi risulta che ciò avvenga, poiché come gli psichiatri si innamorano di una loro diagnosi, i magistrati si abbarbicano -piu` del defunto Ugo La Malfa all'edera- alla loro suggestiva tesi, nascondendosi dietro la foglia di fico 'del libero convincimento', il quale altro non è che 'intimo discernimento'.
È un po' come la fiction di un reato che non esiste, ma a tutti noi è stato dato a bere che sia vero, autentico e codificato, cioè il 'concorso esterno in associazione mafiosa', cioè sostenete in pratica, che un uomo -dico in uomo+ sia appena appena incinto.
Ma se qualcuno in nome dello Stato, ti sbatte in carcere (prima in virtù della custodia cautelare preventiva e poi grazie ad una sentenza, persino non passata in giudicato), applicando pene severe per un reato che non esiste (poiché trattasi di una 'discettazione giuresprudenziale'), siamo in un Paese normale, dove la giustizia funziona?
Certo che no, anzi chi lo fa e chi giudica su ciò, con questi criteri fumosi e inesistenti -ha ragione Piero Sansonetti che lo ha proposto e sottoscrivo!- dovrebbero essere loro stessi, denunciati secondo il codice penale e -questo lo aggiungo io!- condannati in base al codice penale militare, perché è un atto di sovversione nei confronti dello Stato (quindi ben d'onde applicabile per come previsto in casi simili), poiché impatta nella certezza del diritto, viola la Costituzione che regola tutti gli aspetti (tra cui la convivenza civile), senza dimenticare lo sfregio al potere legislativo ed esecutivo.
In più, i nostri signori magistrati, se ne infischiano e se ne impipano, delle altrettanto lecite, legali -giustamente da osservare e ottemperare- sentenze della Corte di Strasburgo, le quali, più volte l'anno condannano l'Italia per atti di 'tortuta giudiziaria', risarcimenti per 'ingiusta carcerazione' e per condanne sulla base di reati che non sono disciplinati, riconosciuti e codificati.
Chi paga? I giudici nostrani non di certo, ma lo Stato risponde -tra l'altro con insolenti ed insulse somme tipo prezzi di saldo per fine attività, in magazzini di quar'ordine- senza mai rifarsi sul carnefice in toga, il quale ha cagionato lo strappo di una vita, sia verso l'innocente perseguito (meglio ancora, perseguitato), ma anche i suoi familiari, i suoi affetti, persino il suo e il loro vivere civile o lavorativo.
Ecco, questi sono i fatti nudi e crudi, la verità autentica, il nodo gordiano con il quale ci confrontiamo giorno dopo giorno inesorabilmente, poiche` quando il popolo piange i dittatori ridono.
Ciò, non è più consentibile!
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