Speziali: "La parola di Maria Fida Moro che sono una carezza gentile alla Presidente Giorgia Meloni" 

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images Speziali: "La parola di Maria Fida Moro che sono una carezza gentile alla Presidente Giorgia Meloni" 

  12 novembre 2022 08:48

 

di Vincenzo Speziali

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Inutile ribadirlo -sarei ripetitivo, pur se con orgoglio- ma è noto il mio legame con la Senatrice Moro e la mia devozione al Presidente.
Vi è però un qualcosa in più, questa volta, che mi induce a commentare la toccante e sentita dichiarazione di Maria Fida, circa l'attuale Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

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Al netto di ogni considerazione, sono le parole, contenenti riflessioni e sentimenti, di una donna (Maria Fida, per l'appunto), alla quale -non foss'altro per la storia personale e familiare- non si può negare quanto sia intrecciato il binomio vita/politica (con tutte le conseguenze, sia dolorose ma financo orgogliose), che si rivolge ad un'altra donna (la Meloni), alfine di esprimerle stima e consigliarla, sulla base della propria esperienza.
Difatti, sin dal primo capoverso, la mia amica Maria Fida, rende atto come la Meloni, sia giunta, giustamente e per propri meriti, alla guida del governo, al di là delle 'protezionistiche e degradanti quote rosa o quote panda' (oggettivamente insultanti per qualsiasi donna!), anche perché a tutela di qualsivoglia cittadina e cittadino -di ogni ordine, grado, sesso e religione- vi era già l'artico 3 della Costituzione.
Esso, per chi non lo sapesse -ve ne sono molti in Parlamento e nella pseudopolitica contemporanea (e poi, qualcuno non capisce perché il sottoscritto ha preferito non essere deputato o senatore: mi vergognerei di certi paracolleghi!)-  cioè l'articolo succitato, regola ed impone eguaglianza e pari dignità a chiunque, quindi la 'ex nova' norma di specie (cioè l'obbligo potestativo ed impositivo di riservare presenze femminili per legge) altro non è che un pleonastico dualismo, il quale sconfina nella banale -se non becera- antinomia legislativa.

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La Senatrice, che a differenza di me è stata parlamentare, ma che come me ha contribuito a scrivere 'la Carta', per interposta persona -lei, in luogo del padre, io, invece, per mio nonno (di cui ricordo come fosse amico, collega e compagno di Partito, del compianto Presidente)- dicevo la Senatrice ha ben fatto, perciò a dire tutto quanto ha, egregiamente, espresso, in riferimento alla splendida carriera della Premier, pure precisando che talvolta le sue idee non conciliamo con quelle di noi democristiani, qual'e` appunto (e come se non lo è!!!) Maria Fida stessa, ed in primis.
Però, ciò premesso, è, soprattutto il secondo aspetto quello maggiormente toccante, delicato e intimamente sincero, ovvero il pensiero riservato alla figlia della Presidente Meloni.
Nessuno più di Maria Fida -ma anche di Stefano Andreotti o di Anna Maria Cossiga (parliamo, cioè di tutti miei carissimi amici)- può sapere, quindi conoscere le 'pericolose e/o dolorose' insidie, che si celano come ombre sinistre, sulla crescita dei figli di eminenti personalità della Repubblica. 


E nessuno, più della stessa Maria Fida, ha patito dolori atroci, negazione di diritti e lesioni di dignità, non solo 'post mortem patris sui', ma sgarberie e stress infiniti, già durante l'esistenza in vita del 'grandissimo' genitore (come lei ha ben raccontato, più volte e come ha ripetuto nella dichiarazione di ieri e, comunque, dal sottoscritto conosciute, da tempo immemorabile).
Orsù dunque, senza oltre aggiungere, epperò onestà esige, che chi si trova come me ad essere testimone e condolente di tali fatti, confermi il tutto, ricordando a ciascuno la verità, pure a fronte di testimonianza sincera, doverosa, sentita, affettuosa, per il martirio del Presidente -ogni giorno presente nella mia vita e con il quale dialogo, attraverso le preghiere- perché lui ci sarà sempre "quale punto imprescindibile di riferimento e confronto".
Ma allo stesso tempo, però, finalmente in salvo, poiché accudito dalla luce eterna di Dio, a cui ha consacrato la propria esistenza.
In che modo? Presto detto: Aldo Moro, ha vissuto da santo, ed è morto da martire!
Te deum laudamus, per avercelo dato.

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