di VINCENZO SPEZIALI
Diamo subito la stura a qualche polemica 'pelosa', che potrei attirarmi e della quale..."francamente me ne infischio" -per dirla come Clarke Gable sul finale del magistrale Kolossal 'Via col vento'- ovvero la diatriba cruente e speciosa, nata dalla proposta del Ministro 'Guardasigilli' (cioè di Grazia e Giustizia), Sen. Carlo Nordio, tra l'altro, non nella qualità di pericoloso sovversivo, bensì nell'esercizio delle sue funzioni.
Difatti, proprio Nordio, ha promosso il dibattito tra le forze politiche, circa la rivisitazione di un reato 'giurisprudenziale', ma non certo codificato, ovvero, il 'concorso esterno in associazione mafiosa'.
Poi, a ben vedere, se dovessimo classificare chi è da definire sovversivo o chi lo sarebbe veramente, forse (e senza forse!) lo dovremmo attivamente ricercare, alla stregua dei fuggitivi, dalle parti delle toghe, le quali 'applicano' una legge che non c'è, perché siffatta accusa -con relativa contestazione in fase di indagine ed eventuale condanna in sede di giudizio passato in giudicato- è per l'appunto non numericamente classificata nel codice penale, proprio perché come dicevo prima, trattasi di 'crimine giurisprudenziale', quindi 'pandettistico', perciò, tanto per intenderci e capirci, sarebbe materia di studio nelle Università, piùttosto che nei cenacoli culturali o meglio ancora, da 'culturame giacobino'.
Invece, la questione, assume un'afferenza irrealistica e inaudita, proprio tra e per le 'toghe' e lo sta a dimostrare, la levata di scudi strumentale dei magistrati dal presunto ma non vero 'buon cuore', i quali lamentano la non possibilità di poter più operare, in luogo all'occultamento della realtà dei fatti, cioè la perdita di un loro potere prepotente, predominante, assoluto, coercitivo, illiberale ed antidemocratico.
Questo è il quadro, ben raffigurato ieri sera al TG5 delle 20, da Piero Sansonetti e Augusto Minzolini -miei due cari amici (e colleghi giornalisti)!- con cui mi trovo d'accordo, ed infatti da anni lo vado ribadendo a piè sospinto, con forza, logica, dati fatto ed in punta di diritto, provocando con immenso piacere -quasi fosse per me un pruriginoso vezzo di voluttà- i fastidi di nanerottoli tipo il mancato sportivo un tempo allocato a Reggio di Calabria, il cui grido di dolore giunge nella martoriata Ukraina, a fronte di non aver potuto trovare un Club per poter dilettarsi a giocare e da me apostrofato, tra l'ironico sfottò e constatazione di disarmante realtà, 'Serbelloni Mazzanti Vien dal Tennis'.
Fortunatamente per lui, ma soprattutto per noi che non lo abbiamo più tra i piedi e gli zebedei, oggi si ritrova il tale ben raffigutato in effige caricaturale, a potersi esercitare agonisticamente, presso il club di Montecitorio, tanto, la gente come lui, trova sempre una forza (non)politica, peronta a 'truffare' elettoralmente i cittadini e rifilarci siffatte fregature, facendocele sverciare quali virgulti di Stato, oppure riserve della Repubblica. Intendiamoci, saranno pure riserve (viste le fattezze fisiche, non è difficile crederlo e confermarlo) e persino della Repubblica, ma intesa quale Repubblica delle banane, a loro volte utilizzabili per molteplici usi, non solo culinari (e quest'ultima forse, non sottende il doppio senso realistico di cui prima).
Ma finiamola con simili 'parapagliacciate' inscenate non da clown da strapazzo e che non fanno ridere, bensì da (pseudo)psicotici, i quali 'abitano' in Palazzi di Stato, dove spesso vi è la statua di una signora che reca in mano una bilancia e sul frontone dell'ingresso principale la frase latina 'IUSTITIA', che se rapportata a tal costoro di cui prima, parrebbe essere o esilarantemente ridicola, oppure (a seconda dei tristi casi, di volta in volta vissuti da molti), insopportabilmente cruenta, malfamante o violenta, più di qualsivoglia omicidio, perché se si distrugge un innocente, attraverso la cultura del sospetto, non si ha uno Stato di Diritto, anzi non si applica la legge (benché il brocardo latino asserisca 'dura l'ex sed lex'), epperò si scivola in un tunnel, il quale ci porta verso l'oscurantismo e nulla più.
Adesso lo immagino già cosa dirà un mio affetto familiare "...hanno un potere immenso, non puoi cambiare le regole", così come sento nelle orecchie le reprimende di mia moglie "ho paura, non puoi dire certe cose", pur se ad entrambi rispondo con la massima di San Pio XI°, il quale affermò, con testualità apodittica e profetica (nel 1937) "Nessuno ha il diritto di essere vile nel tempo che vive".
In più se non lo dice un giornalista, una persona di cultura ed un politico, chi è che dovrebbe dirlo, raccontarlo e soprattutto difendere i principi cardini di questa nostra Italia, la quale non permetteremo che divenga una Teologia laicofanatica dei PM.
Già, si vorrebbe incarcere qualcuno per il reato di opinione? Ma allora verrebbe giusto dire "Bentornato Stalin, però questa non è casa tua, semmai è il mio Paese (o quel che resta)"!
Ed infine, potrei cavarmela, ulteriormente, chiosando con sincerità adamantina "sugnu i Bovalinu...e m'indifuttu!", perché la gente grecanico/reggina, non è certamente assimilabile per costituzione strutturalcaratteriale a bamboccioni dai pantaloni variopinti e sgargianti, tipo quelli che utilizza un insulso soggetto, coniugato con una mia congiunta, a cui tanto voglio bene (e mi riferisco alla mia congiunta, mica e non certo a questo laidoso impostore).
Di converso e per tornare a fatti seri, non si può ancora adesso e dopo trent'anni, sopportare in silenzio un regine poliziesco, dove si spinge chiunque al terrore di utilizzare un telefono o di scherzare via etere e tra amici in presenza, proprio per le invasive intercettazioni o per le altrettanto invasive e sovietiche forme di controllo spionistico, quali sarebbero i famigerati Trojan, anche perché, alla fin fine, pur di lecitamente difendersi da simili apparateschi da giustizia sommaria, un modo lo si trova sempre, anche se li` per li`, devi persino affrontare le reprimende degli affetti che si sentono toccati e quindi in pericolo preventivo, poiché tale ingiustizia giustizialista, non fa sconti a nessuno.
O meglio, li sconti li fa, ma a qualche magistrato ancora in carriera, perché quando diviene un vecchio arnese -tipo il Davigo di turno, divenuto di botto un 'Santo della festa passata'- allora, fioccano le giuste condanne, pur se esse hanno in ogni modo un riguardo di 'pietas', che per altri semplici cittadini, mai ci sarebbe e mai c'è stato.
Purtuttavia, allorquando l'obrobrium del concorso esterno si è paleso`, era nel 1992, emergenza vigente e cogente, ma adesso è divenuto il tutto, una forma di soppressione non consona ad una democrazia avanzata.
E patti chiari, l'Europa, ci guarda, ci osserva, ci giudica e ci impone, di mettere mano a tutto questo scempio legislativo, fatto di leggi liberticide, di sconfinamenti tra poteri, principalmente laddove uno, cioè quello giudiziario -il quale è anche un ordine di categoria professionale- prevarica sugli altri due, ovvero iil legislativo e l'esecutivo, a cui fanno capo la politica che vorrebbero se non u cidete, certamente limitare, proprio certime toghe(se non la maggioranza),con la complicità di pennivendoli megafonisti, del circo mediatico o avvocati compiacenti, adusi a svendere i propri assistiti, in barba alla loro stessa deontologia professionale (e di questo ultimi si possono fare nomi e cognomi, poiché molti li conoscono in tanti).
E non parliamo poi, dei reato come quello trattato in questo articolo, ancorché non codificato, essendo quel che risulta essere, ovvero un fiction giuridica, insomma, qualcosa che non esiste, anzi ben dice Sansonetti, nel.monenyo in cui chiede la contestazione di reato autentico, a chi applica questo reato inesistente.
Orsù, a noi, con forza e coraggio, determinazione e chiarezza, massici e fieri, come il mio Aspromonte, andando avanti,sempre avanti, poiché la libertà è bella, poi se ad esa aggiungiamo la dignità, il sublime è impareggiabile
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