di VINCENZO SPEZIALI
Quando e nel mentre, ho ascoltato le parole espresse da una parlamentare piddina -notissima cooptata istituzionale (o para tale), nota, principalmente, per essere, benché oriunda romana, triveneta di adozione (al punto di essere stata Presidente di qualcuna di quelle Regioni? E, magari, poi a fine mandato, 'fuggita' in Parlamento, per evitare una sonora trombatura?)- che durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al Governo Meloni, ha sostenuto come il neo Presidente del Consiglio, avesse un'idea del ruolo femminile, simile a quello degli angeli domestici, ho pensato, desolantemente, 'non ci fa', bensì 'lo è' -eccome!- alla stregua di un dartagnanesco senatore (calabro?) -guarda caso, se fosse il caso- iscritto al suo stesso e fallimentare (ma, persino fallito!) Partito Democratico,.
Mica male! Difatti, Il Pd, invece di essere coincardinato, in un'opposizione seria, responsabile, autorevole -avete presente i Cinquestalle, pardon Cinquestelle? Tutto il contrario!- cioè, i democrat, al posto di partecipare ad una operazione di chiarezza, sulla quale ci stiamo imponendo noi della coalizione liberaldemocratica e popolare (sturzianamente intesa), che è quella di Calenda e Renzi, dicevo, i dem, hanno ceduto il passo, alla loro stessa, nonche`, reale, realistica e credibile, natura: non quella di sfornare politici di razza -e come potrebbe, trovandosi al suo interno, lillipuziani vari, nella materia di specie, alla stregua di Provenzano (il cui nome ricorda soggetti, per quanto negativi o nefasti, purtroppo, più credibili di costui)?- bensì ci propina gaffiste svampite (dalla cangiante capigliatura, stile pin-up), oppure mentitori (sempre afferenti al politicume) e per di più bamboccioni, come lo sono solo i bambini baciati!
Ora, entrambi i tali, appena appena, tratteggiati, confermano non solo l'insolenza, lo sfregio e l'impudenza, di una 'non politica', rappresentata da 'non partiti', da una 'non selezione' della classe dirigente, poiché ciò è dovuto anche e soprattutto al fatto di non avere un sistema elettorale proporzionale e pluripreferenziale (in luogo a ciò di quanto ci ritroviamo, ovvero la becera, immorale, immonda, antidemocratica e discutibilmente, oltre che immeritatamente, cortigiana cooptazione), ovvero siamo in presenza di un'insulsaggine bell'e buona, la quale centra con il rispetto delle istituzioni tutte, alla stregua di una bestemmia in chiesa.
Alla fine dei giochi, della storia e della fiera, almeno a destra (ovvero all'interno di una sua marginalissima pseudorganizzazione, per di più, in dissolvimento), ci troviamo badanti meneghine, con 'influenze mongole' (e vai a vedere se è epidemia sanitaria o ben altro: fate vobis!), però queste ultime sono carine (e pure 'care', nello smistare consimili di genere, in varie stanzette, di varie abitazioni, sempre di un unico proprietario, così come riportano le cronache...mica io?).
A sinistra, di converso, notiamo, arrogantelle spiritate, tricologicamente macchiettistiche, le quali, ad aiuvandum, si autodefiniscono femministe sfegatate, ma indugiano su un'altra donna, tentando di sminuirla o insultarla, sol perché la destinataria della propaganda sinistrorsa, la considera indegna della sua femminilità e figlia di un dio minore, perché donna, però dell'altra metà del campo.
Ancora una volta, sovvengono alla memoria, giuste al pari di sempre, vere come non mai, le parole del Presidente Moro (Moro, sempre Moro, solo Moro!), Il quale disse, correttamente (a proposito della mancata attuazione di una stagione dei diritti): "questo Paese, non si salverà"!
Già, rischiamo di non salvarci, vedendoseli negati, cioè quelli semplici, naturali e basilari, che non sono solo i diriiti civili (ci mancherebbe altro, a non rispettarli!), bensì, derubricando quelli sociali (i quali non sono la difesa della questua di Stato del reddito di cittadinanza), ma, persino, i diritti politici, istituzionali, elettorali e giuridico-procedurali.
Chi vince, quindi, governa e non deve essere denigrato, insultato, sminuito (a prescindere, prodromicamente e per di più da chi rappresenta meno di quel che vuol fare intendere di essere, altrimenti si scivola nel cabaret, anzi, peggio, nall'avanspettacolo stile satrapo, allocato in una villa in Brianza); così come l'opposizione deve vigilare, ma cooperate alfine di legiferare assieme -non per consociativismo, bensì come atto di civiltà statuale!- una legge elettorale vera, seria, autentica e magari proporzionalistica.
In un Paese normale, la giustizia malvagia, spesso vessativa, invadente, scriteriata, quale da noi ha dato prova di essere tale, in reiterate e plurime occasioni, deve essere oggetto di veloce ed incisivo intervento, altrimenti rischiamo di trovarci come i potenziali deportati di massa (in più nottetempo!) per qualsiasi bizza di un qualsiasi procuratorucolo qualunque, afflitto più che da 'delirium omnipotentiae' da 'squilibrium demens'.
Ecco, acciocché si realizzi ciò di positivo delineato e da me, or ora, ricordato, soprattutto in base ad un inguaribile ottimismo -il quale fa il paio con l'Ariosto, quando disse in merito all'Archibugio': "malefico ordigno, ispirato da Belzebù maligno"- ovvero nel continuare ad amare questo nostro Stato, beh...diciamolo pure, dando ragione a Mario Monicelli: 'Speriamo che sia femmina'.
Patti chiari, femmina, perché vi è in essa ed in esse tutte, cioè le nostre madri, le nostre mogli, le nostre figlie, una determinazione tale, che apprezziamo ed amiamo, poiché sono vere, sono autentiche.
E, poi, non sono latinoamericani di importazione e concepita -l'importazione!- da qualche, non forzoso ma deboluccio, italico, di poca epistola e speriamo nessuna fistola.
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