Speziali: “Tre bravi colleghi, Baldo Esposito, Pino Guerriero e Lorenzo Costa. Quando la politica è umanità”

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Vincenzo Speziali
  18 novembre 2022 07:52

di Vincenzo Speziali

Eh già, come tutti sanno, ho, anche, ricoperto il ruolo di Consigliere e Capogruppo al Comune di Catanzaro, durante il primo biennio e mezzo, della seconda Amministrazione Abramo, cioè dal giugno 2001, fino a novembre 2003.

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Confesso che l'esperienza è stata utile, poiché ha meglio forgiato e ulteriormente completato la mia formazione politica, che nel caso di specie si rapportava con l'Amministrazione della città capoluogo di Regione, la quale occupa un posto speciale nel cuore, tutto ed orgogliosamente, 'bovalinoto'.
La cosa, però, è un atto notorio, in quanto, pure a Catanzaro, ho radici solide, amici - e che amici!- carissimi, anzi alla stregua di fratelli (patti chiari, non massonici, anche perché sono un conosciuto baciapile e me ne vanto!) e loro, i miei amici di infanzia, si sono compenetrati in me, oltre ad adeguarsi, anzi meglio ancora, a sopportare le mie caratterialita`, con affetto sincero e certezza autentica.
Loro, difatti, sono, talmente tanto, un tutt'uno con la mia persona, che, naturalmente, hanno assimilato le amicizie -altrettanto care- della mia 'Montecarlo jonico reggina', Bovalino per l'appunto.
Ciò premesso, in quanto sinceramente doveroso verso la città dei tre colli -proprio per far meglio comprendere il mio rapporto con essa- avventuriamoci, quindi, tra i ricordi del Consiglio Comunale, cioè di quell'agone, in cui debuttai in rappresentanza di Democrazia Europea, progetto politico ispirato da Giulio Andreotti, alfine di scardinare il già verificato e fallace schieramentismo (finto)maggioritario, in salsa italiana, che purtroppo non andò a buon fine.
Furono proprio Giulio Andreotti, assieme ad altri due cari amici che con lui guidavano l'iniziativa, a coinvolgermi in questa avventura, ovvero Sergio D'Antoni e Ortenzio Zecchino, i quali infatti mi nominarono nel Comitato Ristretto Nazionale e d'ufficio mi candidarono, al proporzionale, dietro Armando Veneto -altro amico carissimo e mio legale di fiducia e serio avvocato (certamente, più professionale di un impostore made in Locri, operante nell'Urbe, il cui destino professionale o para tale, lo immagino fosco anziché no!)- e chiesero al sottoscritto, pure la disponibilità come candidato a sindaco di Catanzaro.
In quell'occasione, devo ricordare -con gratitudine- un amico che non c'è più, cioè Achille Tomaino, così come un altro, il quale ancora oggi intravedo, ovvero Lanfranco Calderazzo, entrambi 'esposti' sulla prima linea dei maggioritari, il primo al Senato, il secondo alla Camera.
Così come è, altrettanto, corretto, ribadire la mia gratitudine personale, verso Mimmo Tallini, il quale sottobanco mi diede una mano e dicendolo -dopo più di vent'anni- non svelo nessun segreto inconfessabile (difatti, lo sapevano tutti!), semmai confermo una voce, pur consapevole di come se ciò fosse stata colpa, la tal cosa, è ormai in prescrizione.
Onestamente, il mio risultato personale, fu lusinghiero (desidero ad oggi, per l'ennesima volta, ribadire riconoscenza, verso ogni candidato in lista con me, come ad esempio, Fulvio Scarpino, Vito Bordino o Rita Gigliotti), epperò prendemmo, solamente, un seggio, che per la legge (di allora e di adesso), viene attribuito, sulla scorta del quoziente conquistato non dall'aspirante sindaco, bensì dalla lista (o dalle liste) a suo sostegno.
Perciò, mi ritrovai lì, seduto in quello scranno -nelle fila in alto sul lato della porta di ingresso in Aula Rossa (al Sindaco Fiorita: Nico`, mi raccomando, ripristiniamola il prima possibile, utilizzando il tuo decisionismo che conosco e che nulla ha di Bamby, come ti chiamo e di cui mia moglie mi rimprovera, ogni due per tre!)- dicevo, avendo alla mia sinistra, Lorenzo Costa, mentre sotto, parallelo al sottoscritto, vi era Michele Lanzo e accanto a lui -sempre a sinistra- Pino Guerriero.
Baldo Esposito, invece, era di rimpetto, nella prima fila -quella destra- al terzo posto, partendo dal lato dei banchi riservati alla Presidenza del Consiglio Comunale, del sindaco e della giunta.
Che sedute, quelle: le ricordo ancora!
In quel periodo, i miei rapporti con Sergio Abramo non erano 'felici' (abbiamo recuperato, solo ora, di recente ed ammetto che è una brava persona, un fior di amministratore, così come ho rimarcato più volte, nell' ultima campagna elettorale catanzarese), ma io facevo la mia parte, dopo aver avuto modo di leggere ogni delibera che ci veniva proposta, ma, soprattutto, dopo la 'full immersion' dei bravi colleghi - nonché carissimi amici- dell'opposizione e di colui che era il capogruppo del partito di maggioranza, targata 'Bersusconi': Lorenzo Costa e Pino Guerriero, per il  centrosinistra e Baldo Esposito, di Forza Italia, appunto.
Eh sì, perché alle volte, persino pezzi della maggioranza 'abramesca' avevano le perplessità su alcune impostazioni di Sergio, perciò cercavano sponda nella nostra ridotta 'minoranza', la quale a sua volta, sebbene risicata nei numeri -Abramo, in quella tornata, infatti, venne riconfermato con la percentuale più alta d'Italia- era qualificata, anzi qualificatissima, dal punto di vista politico.
Sorrido, con un misto di nostalgia e dolore, poiche` Pino Guerriero non c'è più (mi manchi, mi manchi tanto, Pinu`, nemmeno tu puoi saperlo, ma i tuoi figli si!), dato che lui era il primo a prendere la parola e lo faceva entrando sul punto, con cognizione di causa, con ossessiva (ancorché martellante) precisione, pure al netto di qualche aforisma, il quale riecheggia ancora nelle mie orecchie: "Signor Sindaco" -rivolto a Sergio Abramo, intento ad ascoltarlo in modo attento (poteva essere diversamente? Nossignore, l'oratore, di certo non lo meritava e la concione era seria, serissima, anziché no!- stavo dicendo, "Signor Sindaco, questa opposizione, non ha sugli occhi, le braciole di maiale"!
A quel punto, in sala si manifesto` un sorriso 'succulento' -un po' perché la locuzione era ardita, un po' perché i nostri Consigli, all'epoca, si tenevano sempre di mattina (quindi si sforava intorno all'ora di pranzo!)- perciò Rino Colace che presiedeva l'Assemblea, richiamò all'ordine, il comune collega, il quale per altro era pure Vicepresidente di minoranza del Consiglio Comunale.
Si, perché Pino, è stato ininterrottamente Consigliere (dal 1980 al 1992, poi dal 1997 al 2005) e Assessore (1983/1990), al Comune di Catanzaro, oltre che Vicesindaco e Sindaco per pochi mesi, nel 1987, dopo l'elezione di Angelo Donato, al Senato (e nel tempo coevo, primo cittadino).
Che forza Pino, ma soprattutto quanta gentile umanità estrinsecava il suo animo, di indomito e adamantino socialista -tessera di un Partito amato, giammai tradito e men che meno rinnegato- giungendo a rappresentare, all'Assemblea Regionale Calabrese, tra il 2005 e il 2010, financo con l'incarico di Consigliere Segretario - nella legislatura di Agazio Lieto Presidente- questa valorosa corrente politico culturale (di cui il mio bisnonno materno, Tiberio Evoli, ebbe l'onore di essere il primo Presidente del Gruppo Parlamentare nella storia dell'Italia unita).
Stesso 'monumento' di integrità, bonomia, serietà e dolce affabilità, d'altronde, l'ho sempre riscontrata, in Baldo Esposito -al quale sono grato e sempre lo sarò, per la sua alta vocazione umanitaria, che ricorda, a dire di molti, quella di un altro grande medico e politico, cioè mio nonno, Francesco Calauti- ma non solo il sottoscritto riscontra ciò, in 'Balduccio' (Esposito, ovviamente, non Di Maggio, così come scherzo di solito con lui), bensì, la pensano al mio pari, una moltitudine di persone, con cui o mi imbatto o conosco, sull'asse Catanzaro/Locride, per non dire tutta la Calabria.
A dimostrarlo, basterebbe ricordare le messe di voti delle sue performance elettorali, cioè al Comune nel 2001 (fu Consigliere 'anziano' presiedendo la prima seduta) e la riconferma nel 2006 (ricoprendo sempre il ruolo di Capogruppo Consiliare), oppure, anche nel 2012, dove da lì, divenne Vicesindaco (nell'Abramo ter) ed infine le due volte alla Regione, cioè nel 2014 (durante l'Amministrazione Oliverio, benché all'opposizione), per poi ripetere il successo nel 2020 con l'elezione di Jole Santelli, dove fu Presidente di Commissione Consiliare.
Purtroppo in virtù di distopiche miopie e assurdo non senso politico, entrambi elementi tipici dei neofiti -la cui origine natale sarebbe 'subaustriaca', con la stessa credibilità di vedere costui, ove mai esistesse, al suo ultimo giro di valzer 'cooptativo', perché la sua (potribolare?) protettrice, politicamente parlando (e non si mettano in capo a me giudizi non scritti, anche in considerazione che chi dovesse riconoscersi, non farebbe una bella figura), riesca alla prossima tornata a garantirlo, quando non riuscirebbe a farlo per essa stessa, figuriamoci per lui- dicevo, come disgraziatamente, una concezione satrapica di una pseudoforza politica, abbia creato problemi, proprio a Baldo, nella fase di candidatura, per il terzo mandato, ovvero, quando fu consacrato Presidente, il 'calabrosiciliano' Roberto Occhiuto...e ho detto tutto!
Baldo, dovette ripiegare su una delle liste minori, dove però riuscì a far convergere il suo personale consenso di diecimila voti -dico diecimila- e ciò spiega le fumisterie di coloro succitati (ipoteticamente?), poiché portatori insani di non visione, di non lungimiranza e non attinenza con la politica -cioè tutto il contrario di quello che mi hanno insegnato i grandi statisti, quindi non parliamo, di nanerottoli proconsoli, nell'ultima provincia di un impero decadente e decaduto- dicevo, costoro hanno voluto non correre rischi e perciò relegandolo laddove non avrebbe potuto la sua aggregazione posticcia -e messa in campo da un immigrato politico del triveneto- fare ombra o scalfire il risultato prefisso, a favore di un qualcuno qualsiasi, con meno titoli del nostro, sotto tutti gli aspetti.
E come definire, l'altro bravo collega -nonche` amico sincero- grande signore, la cui presenza emana dignità al pari di pochi, cioè Lorenzo Costa?
È vero, Lorenzo è una persona che affronta le cose della vita con la serenità sul viso, pur soffrendo intimamente per vicessitudini reali -che non menziono!- facendo diventare ogni problematica di molti, un banalissimo fastidio.
Su questo punto, non incedo oltre, anche se, solamente i 'grandi' possono sopportare, quindi per quanto mi riguarda, Lorenzo è un 'grande', pur sapendo che non tutti potranno pensarla come me.
A costoro, dico solo due cose: 1) non giudicate, poiché nessuno al mondo deve avere un intimo dolore, ma qualora lo si avesse, ci si rifacesse alla decorosa attitudine di tale amico mio -Lorenzo è amico, autenticamente amico, punto- perché il suo sorriso, la sua garbata predisposizione, verso gli altri, tutti gli altri, chiunque siano gli altri, non manca mai; 2) non la pensate come me? Zitti e a cuccia, anzi, francamente...me ne fotto!
In più, aggiungo che il mio rapporto con Lorenzo è talmente notorio, in quanto ciascuno sa che su di lui non derogo e la tal cosa risulta evidente ad un mio carissimo amico di infanzia, del quale ometto l'identità per motivi di discrezione verso di lui (non per timore, cioè sensazione da me, notoriamente, misconosciuta, nei confronti di chiunque), quindi...ci siamo capiti e ho detto tutto!
Pure il mio amico Lorenzo, in ogni modo, ha avuto (...e continuerà ad avere... così è e basta!!!) una carriera di successi politici, anche se è stato lui, intimamente e per motivi afferenti alla sua vita privata, a volerla circoscrivere alla sfera della politica cittadina (la quale non è, affatto, 'deminutio').
È vero, perché è entrato in Consiglio Comunale, nel 1990 con l'allora Partito Repubblicano (e il suo dominus calabrese, ovvero il compianto Ciccio Nucara, aveva molta stima di Lorenzo), divenendo Assessore sin da subito, fino al 1993. 
Poi, ricoprendo pure il ruolo di Consigliere Provinciale, ancora una volta Assessore Comunale con quel galantuomo di Rosario Olivo, ha continuato, ininterrottamente, sino alla scorsa tornata elettorale, dove non è riuscito a rientrare nell'Assemblea catanzarese, nonostante un lusinghiero successo personale, in termini di voti: è la forza di Lorenzo, ovvero il consenso che raccoglie, è frutto di uno spontaneo affetto, a fronte dell'umanità che gli è insita.
Sul punto -e lo dico francamente, infischiandomene, di chi potrebbe prenderla a male, poiché sono sincero e non certo un attore, di qualsiasi genere di films (dai drammatici agli hard), il capocoalizione dello schieramento di Costa, da un punto di vista politico, avrebbe potuto, tranquillamente, dimettersi -mi riferisco ad Antonello Talerico- proprio per non fare perdere alla politica comunale una storica e solida presenza, pure in considerazione del duplice aspetto che così facendo avrebbe favorito una maggiore amalgama coesiva di questo laboratorio politico municipale (messo in campo da tutti noi!), ed anche perché il mancato sindaco da noi indicato, è in, trepidante, attesa di un ricorso per entrare in Consiglio Regionale.
Forse, le strade per Palazzo Campanella, sono irte -a dispetto delle apparenze- anziché no?
La storia che si dipanerà nel futuro prossimo venturo ci illuminerà su questo ed altri punti, anche se Lorenzo, continua la sua vita e noi, tutti, cioè gli amici, assieme a lui.
Un'ultima considerazione, che riguarda i tre 'bravi' colleghi: ci troviamo di fronte a persone perbene, gente onesta, amante della politica, poiché amano (come nel caso di Esposito e Costa) o hanno amato (pensando a Pino) la gente e le persone, in genere.
Così... semplicemente!

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