«In questi giorni di grande esposizione della sanità calabrese, giorni in cui si mettono troppo spesso in discussione anche le professionalità, mi preme dare un giudizio corretto sull’operato del dipartimento regionale Tutela della salute».
Lo afferma il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì.
«È necessario farlo – continua – per dare i giusti meriti al direttore generale Francesco Bevere, ai dirigenti, ai funzionari e a tutti gli impiegati del dipartimento, ognuno dei quali sta svolgendo un lavoro capillare e attento. Persone che, soprattutto in quest’ultimo periodo, hanno dimostrato quanto possa essere importante avere un riferimento territoriale per la sanità. Senza questo lavoro meticoloso – in un momento di vacatio provocato dall’assenza del commissario ad acta nominato dal Governo –, probabilmente non avremmo potuto gestire la fase attuale. È solo il caso di ricordare che chi ne aveva la responsabilità non ha neanche messo in atto un piano di emergenza per il Covid-19. E questo è il più grave – e, oserei dire, quasi criminale – atto commesso nei confronti di due milioni di calabresi che vorrebbero poter contrastare l’assalto del virus e continuare a vivere e lavorare anche dopo questa pandemia».
«INCAPACITÀ POLITICHE»
«La principale causa per la quale la Regione Calabria è commissariata da oltre 11 anni – spiega Spirlì –, va ritrovata nell’incapacità della politica di realizzare un sistema di regole fortemente innovativo e, dall’altra parte, in quella di un servizio sanitario regionale privo di una struttura in grado di svolgere un’attività continua di monitoraggio, esattamente come accade in tutte le Regioni del nostro Paese. L’obiettivo centrale – e la presidente Santelli lo aveva colto in pieno – era, perciò, quello di rendere il dipartimento Salute – che, all’inizio di questo mandato, era privo di dirigenti e di personale di supporto – in grado di affrontare una nuova fase, per poi recuperare rispetto a tutte le altre criticità che hanno inchiodato la Calabria in questi decenni».
«Per farlo – aggiunge –, il presidente Santelli ha chiamato un dirigente ministeriale di ruolo, Francesco Bevere, più volte direttore generale presso il ministero della Salute, importanti aziende sanitarie e Irccs e, da ultimo, dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), incaricandolo in prima battuta di occuparsi della riorganizzazione e di rendere operativo il dipartimento Salute, servizi sociali e sociosanitari. Il direttore ha iniziato a lavorare l'1 luglio 2020 e, in questi quattro mesi, sono state avviate le attività, completamente ferme, del settore “Autorizzazioni e accreditamenti”, il ripristino delle complessive attività della “Sanità veterinaria”, dell’“Edilizia sanitaria ospedaliera”, del settore “Servizio informativo sanitario regionale”, del settore “Farmaceutico”, nell’ambito di una complessiva riorganizzazione di tutte le funzioni del dipartimento».
IL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI
«Nei prossimi giorni – prosegue il presidente ff –, saranno assegnate circa 60 delle 100 unità di personale previste dal progetto avviato dal dg del dipartimento. Questi funzionari dovranno partecipare a un percorso formativo già finanziato e previsto fin dal mese di dicembre prossimo, con specifico riferimento all’organizzazione e gestione dei servizi sanitari, nonché al monitoraggio delle performance del servizio sanitario regionale. Inoltre, nell’ambito delle attività svolte nel corso del mese di agosto, il dipartimento è riuscito a predisporre progetti di miglioramento strutturale e operativo del Servizio sanitario regionale calabrese, che prevedono 175 milioni di investimenti sul Por Calabria 2014-2020, di cui 100 milioni destinati a realizzare la capacità di rispondere alle emergenze epidemiologiche».
NUOVE TECNOLOGIE
«I progetti – sottolinea ancora Spirlì – prevedono anche l’implementazione di nuove tecnologie e la riorganizzazione della rete del welfare, attraverso lo sviluppo di reti specialistiche e di servizi alle persone sul territorio. Un aspetto particolarmente rilevante è quello relativo al potenziamento dell’assistenza domiciliare attraverso la telemedicina, l’odontoiatria sociale domiciliare, la riabilitazione domiciliare, le case della salute integrate in rete, uno specifico potenziamento della rete di comunicazione tra i dipartimenti di prevenzione, le strutture di sanità pubblica veterinaria e della sicurezza alimentare».
«Il dipartimento Salute – evidenzia ancora – ha inoltre predisposto una azione che prevede l’individuazione, valorizzazione e riconversione di immobili di proprietà delle Asp non utilizzati. Particolare riguardo viene assegnato al potenziamento delle dotazioni tecnologiche nei presidi sanitari regionali e presso i distretti sociosanitari, al riconoscimento del miglioramento dei contributi economici a favore del personale sanitario impegnato nel contrasto all’emergenza epidemiologica Covid-19. I progetti sono stati approvati dalla Giunta regionale e dalla Commissione di valutazione composta da componenti dei ministeri interessati, della Regione e della Commissione europea, e quindi potranno essere avviati in tempi brevi».
I PAZIENTI ONCOLOGICI
«Un'attenzione speciale – ricorda il presidente della Giunta – è stata posta anche alla capacità diagnostica molecolare/immunologica a favore dei pazienti oncologici, prevedendo una piattaforma orientata a gestire al meglio le esigenze di prevenzione, diagnosi, prognosi, scelta terapeutica dei pazienti oncologici, migliorando nel contempo i servizi offerti dal territorio attraverso l’implementazione di nuove tecniche e metodiche che consentiranno di aumentare l’offerta, ridurre i tempi di attesa e migliorare la qualità degli interventi sulle persone».
L'EMERGENZA COVID
«Per quanto riguarda l’emergenza epidemiologica Covid-19 – afferma Spirlì –, il dg del dipartimento ha previsto la realizzazione di un Centro operativo regionale permanente, per facilitare e migliorare il recepimento delle indicazioni e delle iniziative nazionali e interregionali, affinché anche la pianificazione del periodo post-pandemico avvenga con la massima sinergia e integrazione tra Stato e Regioni, garantendo nel contempo omogeneità di interventi su tutto il territorio regionale.
Il programma prevede, nel medio periodo, che il Centro operativo diventi la struttura regionale di coordinamento, in grado di mettere in collegamento la rete di emergenza-urgenza, i presidi delle guardie mediche e i medici del territorio e, assieme alla Protezione civile, di garantire il supporto necessario per le maxi emergenze, comprese quelle di carattere epidemico. Il Centro operativo sarà dotato di un'adeguata piattaforma per la gestione dei complessivi flussi informativi, poiché è emerso anche recentemente il tema della certificazione dei dati, fondamentale nella gestione dell’epidemia, sia sul versante organizzativo che su quelle del monitoraggio. Il progetto sarà sviluppato in collaborazione con centri di ricerca nazionali e accademie presenti sul territorio regionale, nonché coinvolgendo l’Istituto superiore di sanità e il ministero della Salute. Al Centro operativo è assegnato anche il compito di addestrare il personale che gestirà le emergenze epidemiologiche oppure di altra natura».
L'ELISOCCORSO E LA SUA
«Inoltre, dal punto di vista gestionale – rimarca il presidente –, il dipartimento ha avviato i lavori per il capitolato relativo all’elisoccorso, affinché si possa svolgere una regolare gara di appalto, interrotta anni fa per ragioni giudiziarie. Grazie al direttore della Stazione unica appaltante, Mario Donato, è stata conclusa la gara del “lavanolo” per gli ospedali regionali, che ha comportato un risparmio complessivo di circa 8 milioni di euro. È in corso la predisposizione di specifiche task force regionali per determinare un supporto tecnico amministrativo relativamente al controllo di gestione presso le aziende sanitarie regionali».
«LAVORO AUTONOMO»
«Tutto questo lavoro è stato svolto, in autonomia – dice ancora il presidente della Giunta –, dalle strutture del dipartimento Salute, in collaborazione con le strutture degli altri dipartimenti regionali. Il dipartimento è ormai avviato verso una piena operatività e di fatto è il pilastro su cui poggia la complessiva attività anche della struttura del commissario ad acta. Il dipartimento ha inoltre completato il procedimento amministrativo per la successiva nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie della Regione Calabria, in ottemperanza di quanto previsto dal primo “Decreto Calabria”. Infatti, sono stati pubblicati sul sito della Regione gli esiti dei lavori della commissione appositamente istituita per la valutazione dei soggetti che hanno presentato domanda per ricoprire i predetti incarichi dirigenziali».
«Tutto questo – conclude Spirlì – indica una importante fase di avvio concreto del rilancio e del miglioramento del sistema sanitario regionale, che andrebbe assolutamente presa in considerazione prima di ogni altra scelta politica del Governo nazionale. Le attività realizzate in questi pochi mesi confermano che è possibile costruire una buona sanità – tenendo conto dei bisogni dei cittadini, del personale sanitario, del sistema imprenditoriale e delle esigenze rappresentate dai sindacati – utilizzando i dipartimenti regionali e senza che ci sia la necessità di ricorrere a ulteriori commissariamenti del settore».
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