di ENNIO CURCIO
Non ho letto i tanti commenti in merito all'ormai famoso spot della "esselunga" ma, incuriosito, sono andato a cercarlo e, sinceramente, l'ho trovato bellissimo e struggente.
La "storia" dello spot è semplice, quanto assolutamente frequente.Una bimba di genitori separati, compra al supermercato, mentre è in compagnia della, madre, una pesca.
La "storia" poi farà vedere che quella pesca verrà regalata al papà che la è andata a prendere dalla casa materna per portarla nella propria, magari per trascorrervi la notte a seguito di provvedimento del Giudice, a tutela della bigenitorialitá.
La bimba, giunta in macchina toglie dal suo zainetto la pesca e la consegna al papà, raccontandogli una piccola meravigliosa bugia. Gli dice consegnandola: questa, la pesca, te la manda la mamma. Il padre rimane scettico e sorpreso dal quel regalo inaspettato ma, cogliendo il senso profondo del gesto, risponde che chiamerá la sua mamma e la ringrazierà.
Lo spot si chiude con il sorriso soddisfatto e sereno della bimba che ha ottenuto il risultato sperato, i suoi genitori che continuano a volersi bene, nonostante tutto.
Chiunque abbia vissuto una separazione, coniugale o more uxorio, porta addosso le "stimmate" di un fallimento.
Queste però sono ben poca cosa se paragonate al profondo dolore, smarrimento e impotenza che colpisce i bimbi.
Ma che ne sanno gli adulti di quanto possa essere difficile e penoso per i bambini, non trovare ambedue i genitori rientrando a casa o doversi separare da loro, quando scatta l'ora del rientro presso l'altro coniuge.
Arrivano davanti la porta, spesso, con gli occhi tristi e gonfi di lacrime e vorrebbero non andarsene mai, eppure devono farlo perché li aspetta l'altra metà del loro cuore, in un'altra casa.
Certe volte vanno via anche sorridendo ma, appena manifestata la gioia dell'arrivo dell'altro genitore li vedi, da dietro il finestrino, fissare il vuoto seduti sul loro seggiolino dell'auto.
E allora, anche a te si spezza il cuore perché sai che quella tristezza è anche colpa tua, come genitore. E poco contano le colpe, se del padre o della madre, della fine di un' unione sentimentale, di un progetto familiare. Per confortarti ti dici che non poteva andare diversamente, che le hai provate tutte, che non era più "cosa" da portare avanti.
Te ne fai una ragione che però non ti aiuta mai a dimenticare quegli occhi tristi, spaesati che si allontanano,dietro il vetro del finestrino dell'auto.
E voltando il capo vedi quella "pesca" poggiata nel porta frutta come il più bel fiore dell'Eden, perché sbocciato dal cuore del tuo bambino e vorresti essere una donna o un uomo migliore.
Vorresti, ma non sempre ci riesci, non sempre è possibile.
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