di PAOLO CRISTOFARO
Si è concluso da poco, in seduta domenicale - ormai una specialità della politica squillacese - l'adunanza del consiglio comunale. Ha occupato il posto vuoto tra gli scranni del municipio - quello lasciato dall'ormai ex consigliere Luca Occhionorelli - Giuseppe Facciolo, primo dei non eletti del gruppo "Squillace in Movimento".
Ma la nomina di un nuovo consigliere per surroga (per la quale ci sono volute 5 convocazioni di consiglio, alla luce di rinvii e "diserzioni tattiche" dei suoi componenti), cosa che di solito incuriosisce e attira l'attenzione, anche alla luce dei possibili risvolti politici, non è riuscita, stavolta, ad occupare la "scena". Entrate e uscite dall'aula, dibattiti accesi, polemiche su pratiche con conflitto d'interessi - una delle quali ritirata in corso d'opera, quando la maggioranza si è accorta che a votarla, escludendo i coinvolti, sarebbero rimasti in tre - sono stati i punti forti della seduta. Ma procediamo con ordine.
La nomina del dottor Facciolo ha aperto i lavori. "Svolgerò questa missione con grande umiltà e nell’interesse esclusivo della comunità", ha esordito il neo-consigliere. "Entro nel gruppo con il quale sono stato eletto e del quale condivido gli obiettivi di trasparenza e rispetto della legalità", ha continuato, dichiarando poi che, data la "freschissima" nomina, si sarebbe astenuto, per questa volta, dalle votazioni. Superata questa fase introduttiva e formale - quasi con una certa smania di addentrarsi in temi ben più scottanti - l'attenzione è finita subito sulla delibera del 9 maggio scorso, relativa alla trasformazione del diritto di superficie di alcuni immobili comunali in diritto di proprietà. Della pratica, già ripresa nelle cronache immediatamente successive a quella adunanza di consiglio, erano stati contestati presunti aspetti illegittimi, relativi, soprattutto, al conflitto d'interessi che coinvolgeva non solo il sindaco, ma numerosi suoi consiglieri di maggioranza che, nonostante tutto, insieme a lui l'avevano votata, pur possedendo immobili legati alla pratica o avendo stretti congiunti coinvolti.
In questa occasione, tornando sulla vicenda, la consigliera d'opposizione, Anna Maria Mungo, capogruppo di "Squillace in Movimento", schieramento del quale è entrato a far parte attiva Giuseppe Facciolo, ha sottolineato non solo il presunto tentativo della maggioranza "di avvalersi dello strumento collaudato della seconda convocazione per abbassare il quorum", ma anche il mancato inserimento degli immobili in questione nel Piano delle alienazioni, cosa che, a suo dire, nei fatti impedirebbe la vendita di proprietà ancora, tecnicamente, demaniali. La consigliera ha chiesto alla maggioranza di risolvere almeno questa mancanza. L'idea è stata condivisa anche dal gruppo "Tuttinsieme per Squillace", capeggiato da Oldani Mesoraca. "Alla luce di quanto richiesto dalla collega consigliera - e in un'ottica di collaborazione - chiediamo anche noi che venga rimandata la questione per poter procedere all'inserimento nel Piano previsto degli immobili", ha detto Mesoraca. Nulla da fare però, la maggioranza ha tirato dritto. L'opposizione, durante queste votazioni, ha quindi abbandonato momentaneamente l'aula.
Nel frattempo il sindaco, Pasquale Muccari, riunitosi per qualche istante con il suo gruppo, prima di procedere alla votazione della pratica, ha asserito che non sarebbero stati ravvisati elementi di criticità o illegalità tali da sospendere la votazione e che tutto sarebbe legittimo, di carattere generale e legato agli interessi esclusivi dei cittadini. Il vicesindaco, Stefano Carabetta, ha contestato invece alle opposizioni la strumentalità degli interventi, asserendo che, a suo dire, una vera collaborazione si doveva avere prima del consiglio, sedendosi e discutendo insieme, non aspettando l'adunanza per rallentare e ostacolare i lavori del consiglio. Ma qualcosa, forse, andava rivista, dato che giunti alla votazione relativa agli immobili "Gatto", nel quartiere Lido, allontanatisi i consiglieri con conflitto d'interessi, in aula sono rimasti in 3, obbligando la maggioranza a ritirare l'atto. Le ultime due pratiche ai voti, invece, rientrate le opposizioni, essendo di natura puramente tecnica e istruite dagli uffici, sono state votate all'unanimità.
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