di CLAUDIA FISCILETTI
Un incontro, quello di ieri pomeriggio al Castello di Squillace, trascorso nel segno di Peppe Valarioti, con le testimonianze di coloro che l'hanno conosciuto e con la volontà di calcare le sue orme per coloro che, invece, non hanno avuto modo di incrociare la propria strada con la sua. Così si può riassumere la presentazione del nuovo libro di Rocco Lentini, "L'utopia di un intellettuale", in cui l'autore racconta la vita del politico ed insegnante ucciso l'11 giugno 1980 dalla 'ndrangheta, a Nicotera.
Giuseppe Lavorato, Tony Schito, Rocco Lentini, Mario Vallone
L'evento, moderato dalla giornalista Carmela Commodaro, è stato inserito nella seconda rassegna letteraria "Alla Corte dei Borgia" e curato dall'Anpi. Una presentazione che ha voluto richiamare ad una 'memoria attiva', come precisato dal presidente provinciale dell'Anpi, Mario Vallone: "Questo è un libro importante, che sollecita all'azione, perché in una situazione antipolitica come quella di oggi si possono trovare una serie di stimoli per il presente, ripercorrendo la figura di Valarioti. Non basta ripercorrere le tappe importanti della sua vita e del suo impegno politico, era un uomo di cultura a tutto tondo. Non si tratta solo di un riconoscimento postumo da dare ad una persona, ma di risvegliare una memoria attiva che non inizia e finisce solo in funzione del ricordo".
Tra gli interventi anche quello di Giuseppe Lavorato, ex sindaco di Rosarno, che ha conosciuto Valarioti: "Tutte le persone oneste e libere devono ricordare Peppe Valarioti e chiedere che si faccia giustizia per il suo assassinio. Bisogna riflettere su quel tempo che, anche se lontano 41 anni, presenta gli stessi problemi drammatici; dal bisogno di lavoro dei giovani e dei disoccupati, alla presenza asfissiante della 'ndrangheta, alla condizione civile. Le famiglie mafiose che all'epoca ordinarono l'assassinio sono ancora oggi le più potenti. C'è necessità di costruire una realtà che sia all'altezza dei bisogni e dei tempi che viviamo e che sia all'altezza delle esigenze del mondo intero".
A conoscere personalmente Valarioti fu anche l'autore del libro, Rocco Lentini: "Sono onorato di poter parlare della figura da intellettuale di Peppe, che a 26 anni era un intellettuale a tutto tondo, in cui il suo interesse culturale trovò terreno fertile e coerenza con i suoi ideali nel Partito Comunista di Rosarno e della piana", ha spiegato, sottolineando la continua vicinanza attiva di Valarioti ai lavoratori, ai contadini della zona. "Sosteneva le lotte contadine e voleva capire come fosse quel mondo. Era avanti una spanna rispetto a tutti noi, e il suo omicidio è rimasto impunito perché, nonostante molti compagni furono intervenuti presso la Procura, non si riuscì ad andare avanti per una commistione tra giustizia e mafia. Questo delitto è l'emblema di una Calabria che lavora per cambiare e che invece viene calpestata sulla testa, con il piede della criminalità".
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