di MARCO VALLONE
“Oggi siamo qui per ribadire con forza la nostra contrarietà alla realizzazione del parco eolico galleggiante nel Golfo di Squillace”. E' una posizione che non lascia spazio ad interpretazioni quella espressa da Enzo Zofrea, Sindaco di Squillace, nel corso di un incontro pubblico organizzato dal “Coordinamento Regionale ControVento”, impegnato a salvaguardia del territorio e del paesaggio calabrese, presso la sala consiliare del Comune di Squillace.
Sono stati presenti all'appuntamento, oltre al Sindaco di Squillace, anche Roberto Truglia e Oreste Montebello del “Coordinamento Regionale ControVento”, e Walter Fratto, architetto, iscritto ad “Italia Nostra Catanzaro”. La moderazione dell'incontro è stata affidata alla giornalista Carmela Commodaro.
“Ringrazio il Coordinamento Regionale di ControVento per questa importante iniziativa di protesta che si terrà domenica mattina sul nostro lungomare – ha affermato ancora Enzo Zofrea -. Siamo contrari alla realizzazione di questa opera, però voglio essere chiaro fin da subito su una cosa: non sono contrario all'energia rinnovabile. So bene quanto sia importante per il futuro, per l'ambiente e per le generazioni che verranno. Tuttavia è giusto che ci sia un limite. La Calabria ha già dato: abbiamo già un surplus di produzione energetica, produciamo molto più di quanto consumiamo, e questa energia viene esportata altrove senza che ci sia alcun reale vantaggio per i nostri cittadini e per la nostra comunità. La Calabria non può essere vista come una semplice dinamo per le altre regioni del nord. Si parla tanto di autonomia differenziata, ma cosa significa davvero per noi? A noi vengono imposti solo i sacrifici, l'impatto ambientale e il degrado del paesaggio mentre altrove si prendono tutti i benefici economici. E' una situazione inaccettabile e ingiusta”.
“Il progetto 'Enotria', che si vuole realizzare a largo di Punta Stilo con le sue 37 enormi turbine – ha proseguito ancora il Sindaco di Squillace –, non solo avrà un impatto devastante sul nostro mare, ma anche sul paesaggio che da sempre caratterizza la nostra terra. Quei giganti di acciaio saranno visibili da ogni angolo della nostra costa e anche dall'entroterra, cancellando per sempre la bellezza e l'armonia che abbiamo ereditato. Non si tratta solo di estetica: quel paesaggio è parte della nostra identità, della nostra cultura, e ogni giorno attira turisti sostenendo l'economia locale. E poi c'è l'impatto ambientale: non possiamo ignorare il rischio per le nostre acque e la fauna marina. Potrebbero essere disturbati cetacei, tartarughe e altre specie preziose che popolano il nostro mare. Poi il paradosso: lungo quasi tutta la costa ionica vengono a depositare le uova le tartarughe caretta caretta, e noi come amministrazione comunale non possiamo letteralmente mettere nemmeno un paletto. E dico giustamente! Però queste grandi aziende possono scavare le nostre spiagge e deturpare le nostre pinete”.
Il Sindaco di Squillace Enzo Zofrea ha tenuto ancora a sottolineare come questo progetto “non rappresenta un'opportunità per la Calabria. Quello che si contesta è la cessione del progetto dalla società 'Acciona' alla società 'Enotria'. Quindi una società, 'Acciona', che aveva un capitale sociale di 310mila euro, che cede il progetto ad una società con capitale sociale di 21mila euro. Un domani, tra 15 o 20 anni, queste società potrebbero cambiare benissimo il core business della loro azienda, spostandosi altrove. E poi lo smaltimento di questi giganti di acciaio a chi rimane? In una regione con una forte presenza mafiosa. E allora dico che anche dal punto di vista occupazionale le promesse fatte sono ridicole: poche centinaia di posti, perlopiù altamente specializzati, assegnati a personale già formato e proveniente da fuori. E, mentre le nostre terre vengono sfruttate, noi restiamo a mani vuote, privati delle nostre risorse e del nostro paesaggio. Dobbiamo dire basta. Siamo favorevoli all'energia pulita, lo ribadisco, ma non possiamo accettare che la nostra regione venga sacrificata per interessi esterni. Non possiamo permettere che il nostro mare e la nostra terra siano sfruttati in questo modo, senza che ci sia un vero ritorno per la nostra comunità e per i nostri cittadini. Per questo invito tutti a far sentire la propria voce, per sostenere la nostra opposizione a questo progetto. Insieme possiamo difendere il nostro territorio, la nostra cultura e il nostro futuro”.
Oreste Montebello, del Coordinamento Regionale ControVento, ha da parte sua evidenziato come sia stato ritenuto necessario convocare questo incontro a Squillace “per informare la cittadinanza riguardo non soltanto l'impianto di produzione energetica eolica che verrà, anche se speriamo di no, installato a largo di Punta Stilo, ma anche per attenzionare quella che è la situazione all'interno delle nostre montagne. E' il primo appuntamento in preparazione della manifestazione del 29 Settembre. Abbiamo scelto 3 luoghi simbolo, quali Guardavalle, Squillace e Cropani, per manifestare il nostro dissenso riguardo a quella che è la costruzione di questo impianto in particolare, e soprattutto per denunciare quello che è lo sfruttamento del territorio calabrese, ma anche di tutto il meridione che è stato definito un hub energetico. Ci saranno altri appuntamenti, uno a Botricello e un altro a Guardavalle, in cui cerchiamo di informare la popolazione di quello che è il rischio che attualmente si sta correndo. Non solo a mare, ma anche nelle nostre montagne”.
Infine Walter Fratto, architetto iscritto ad Italia Nostra Catanzaro, ha dichiarato come sia necessario informare la cittadinanza dei fatti di cui oggi si è discusso, poiché “ci sono delle scelte che passano sopra le teste dei cittadini, che non ne sanno molto, e quindi è bene che si sappia cosa sta per accadere. La mia posizione su questa cosa è abbastanza semplice tutto sommato: se posso fare un paragone è come se fosse una guerra. Cioè, noi stiamo combattendo una guerra contro la CO2: ci sono dei generali che mandano delle armi in un territorio per combattere questa guerra. Io sono nonviolento, e preferirei invece una soluzione concordata. Preferirei che le popolazioni, invece di essere tenute all'oscuro trovandosi le pale eoliche da un giorno all'altro, con una modifica del paesaggio repentina, molto più repentina di quanto siamo qui abituati, venissero informate. Qui siamo a Squillace, uno dei centri storici più interessanti che abbiamo in Calabria. E qui ci si troverà con un paesaggio mortificato da uno sviluppo di pale eoliche che già è diventato insopportabile. Basta andare sul castello (di Squillace ndr) e guardare verso ovest e verso nord. Ci sono un numero incredibile di progetti approvati in itinere, che superano abbondantemente quanto ci chiede l'Europa. E quindi quello che vorremmo capire è: possibile che i cittadini non abbiano alcuna voce in capitolo su che tipo di sviluppo vogliano per il loro territorio? Questa è la domanda che facciamo oggi”.
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