Stabilizzazione tirocinanti in mobilità, Conia (demA) scrive ad Occhiuto: "Non più rinviabile un intervento di politica attiva"

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Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi

Michele Conia, Sindaco di Cinquefrondi e Vice Presidente di demA, scrive al Presidente della Regione Calabria, On. Roberto Occhiuto, al Ministro dell’Interno e al Prefetto di Reggio Calabria, per chiedere la stabilizzazione dei tirocinanti in mobilità.

  23 marzo 2022 13:11

Michele Conia, Sindaco di Cinquefrondi e Vice Presidente di demA, scrive al Presidente della Regione Calabria, On. Roberto Occhiuto, al Ministro dell’Interno e al Prefetto di Reggio Calabria, per chiedere la stabilizzazione dei tirocinanti in mobilità.

"Com'è noto, a seguito della riforma sui trattamenti in deroga, molti Comuni hanno incorporato presso il proprio ente un cospicuo numero di lavoratori -ex percettori del sussidio della mobilità in deroga- avvalendosi dello strumento dei tirocini di inclusione sociale. Ad oggi tutti i lavoratori tirocinanti risultano essenziali per il complessivo organico comunale sia nello svolgimento delle attività ordinarie che per quelle straordinarie. -scrive Conia- 

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La costante carenza di organico presso gli enti pubblici nella nostra regione è un dato di fatto non più trascurabile. Nello scenario attuale, la promozione di un'occupazione reale, sostenibile e di qualità assume un carattere prioritario ed emergenziale. Favorire l'inserimento lavorativo stabile dei lavoratori tirocinanti di inclusione sociale rappresenta il primo passo per contrastare l'elevato tasso di disoccupazione  nei nostri territori, a partire, di fatto, dai soggetti che avrebbero maggiori difficoltà a reintrodursi nel mondo del lavoro".

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"Parimenti, -prosegue Conia- per il raggiungimento ed il mantenimento di un target efficiente nella gestione ed erogazione dei servizi territoriali, i tirocinanti risultano esser una risorsa indispensabile per i nostri Comuni.

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Pertanto non è più rinviabile un radicale intervento di politica attiva affinché la pubblica amministrazione si avvicini agli standard europei e nazionali.

I report territoriali lstat hanno fatto emergere l'allarmante situazione calabrese, infatti in dieci anni la P.A . regionale ha perso oltre ottomila unità lavorative. In questo contesto è doveroso sottolineare che per arrivare a cambiamenti strutturali non si può prescindere dalla transizione e dal potenziamento della P. A."

"Per il rafforzamento della P. A. in Calabria oggi risultano fruibili molteplici soluzioni. Tra queste annoveriamo il DL 80/2021,"Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)", normativa che si pone in deroga ai vincoli di bilancio e che offre un grosso spiraglio per il personale non dirigenziale, con particolare attenzione ai settori che offrono maggiori prospettive di crescita occupazionale e territoriale. Gli ambiti della green economy, blue economy, servizi alla persona, servizi socio-sanitari, valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, forestazione e messa in sicurezza del territorio calabrese.

Nonostante le deboli spinte, a queste latitudini dobbiamo ancora scontrarci con quel persistente immobilismo politico che non giova alla Calabria né a noi amministratori comunali alle prese con innumerevoli impedimenti.

L'auspicio -conclude Conia- è che le difficoltà brevemente esposte non restino inascoltate.

L'augurio è che la seguente sollecitazione possa sensibilizzarla in merito alla necessità di assunzioni di personale e che vengano messe in campo tutte le azioni necessarie. In primis, le modifiche in materia concorsuale al fine di dare rilievo e punteggio all'esperienza di chi già da anni presta servizio per gli enti pubblici, in quanto il rafforzamento della capacità amministrativa dei comuni calabresi passa attraverso la stabilizzazione dei TIS.

È il momento dell'impegno politico regionale affinché si sfidi il precariato dilagante e possa iniziare una nuova stagione di servizi stabili per tutte le calabresi ed i calabresi".

 

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