Stalettì, la collezione d’arte del Museo MU.MA.K. si arricchisce con la scultura in movimento di Pierangelo Russo

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images Stalettì, la collezione d’arte del Museo MU.MA.K. si arricchisce con la scultura in movimento di Pierangelo Russo

  25 giugno 2024 17:11

 Sarà svelata al pubblico giovedì 27 giugno 2024 alle ore 21.00 nell’area Gemini del Museo MU.MA.K di Caminia (Stalettì, Catanzaro), la scultura in movimento dal titolo “Play time” dell’artista milanese Pierangelo Russo. Oltre all’autore, interverranno: Mario Gentile, sindaco di Stalettì; Attilio Armone, direttore MU.MA.K e Antonella Pascuzzo, critico d’arte. Presentazione e dibattito saranno moderati da Giusy Armone dell’Associazione culturale Ka’Minia, mentre Francesco e Giacomo Cerullo, con Nicola Clericò alla voce, cureranno l’intermezzo musicale.

Continua a prendere forma il progetto del parco artistico diffuso del MU.MA.K che, tra le altre iniziative, sta sperimentando con successo negli ultimi anni la proposta della residenza d’artista per offrire a pittori, scultori e fotografi di fama nazionale ed internazionale, un’occasione di conoscenza del territorio e scambio culturale, al fine di mantenere vivo il dibattito intorno all’arte ed all’ambiente nonché per creare collaborazioni d’eccezione. E Pierangelo Russo è protagonista dell’ultima esperienza artistica di immersione nella natura, nella storia e nell’architettura del paesaggio di Caminia, che ha prodotto una grande e singolare scultura alta 3 metri e larga 2,5, realizzata in acciaio sagomato e saldato con alcune parti colorate ed altre laminate con foglia oro, che resterà permanente negli spazi del MU.MA.K andando così ad aggiungere un altro significativo elemento nel percorso d’arte contemporanea a cielo aperto.

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L’opera rappresenta, dunque, un ulteriore tassello all’interno del progetto che il Museo persegue per la caratterizzazione di uno straordinario “Miglio Blu” compreso tra il Golfo di Squillace e Soverato, ma anche un segno tangibile della presenza operativa sul territorio stalettese dell’Associazione Ka’Minia che dirige e coordina le attività museali.

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«“Play time” – spiega lo scultore milanese - è una delle mie idee nate istintivamente, solo dopo averle partorite esprimo delle considerazioni. Rappresenta il tempo del gioco quindi risulta alternativa ad opere di carattere “pesante”, come le ultime che affrontavano il dramma del genere umano. Questa volta ho voluto rappresentare una “drammatizzazione in positivo”: il messaggio che esprimo riguarda il bisogno ma anche il dovere di trovare il tempo del gioco, della ricreazione, del riposo, in modo tale che in questo spazio temporale si faccia del bene a se stessi ed agli altri. Il gioco, sappiamo, è insito nella storia del mondo come esperienza di apprendimento e come ricreazione. Il messaggio, dunque, è apparentemente leggero ma in prospettiva è un punto d’arrivo verso cui dobbiamo tendere: c’è l’arte di denuncia e c’è l’arte che annuncia o che ricorda che occorre questa proposizione alla ricerca del benessere vero e profondo. L’opera riflette un’immagine che io ho ma ognuno può viverla nel modo in cui preferisce».

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PIERANGELO RUSSO (25 ottobre 1954, Sedriano) negli anni ‘70 frequenta studi tecnici e contemporaneamente la bottega del Maestro Carlo Chiodini da Vittuone, pittore scultore. Lavora da prima come Progettista di carpenteria metallica e dal 1984 inizia la definitiva carriera di insegnante di disegno tecnico. Parallelamente continua a coltivare la passione per la pittura e di altre svariate discipline quali la scultura, la ceramica raku, l’illustrazione. Trae grande ispirazione nella pratica del Kyudo ovvero il tiro con l’arco giapponese sotto la guida di un grande maestro caposcuola.

Poi il teatro il mimo, la scrittura di testi, la poesia, una molteplicità di attività che alla fine diventano solido bagaglio per risolvere opere di complessità tecnica e concettuale, negli ultimi anni le installazioni affiancano sempre più la pittura e la scultura. Partecipa ad esposizioni personali e collettive dove viene spesso segnalato per la sua originalità. Come un bambino che gioca, in primis cerca il proprio piacere e stupore e poi volge molto interesse nel coinvolgimento dello spettatore. Nelle ultime istallazioni cerca di disorientare lo spettatore oltre i concetti oltre i pregiudizi e i luoghi comuni, chiamandolo a sperimentare in prima persona la magia dell’improbabile equilibrio sul filo teso tra noto ed ignoto. La sua tecnica è dunque mista, ogni materiale fa parte della sua tavolozza nella quale un elemento però non manca mai, lo specchio e la sua straordinaria capacità di essere tutto e nulla.

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