di VINCENZO CONCOLINO
"Nel 2022 ricorre il ventennale dell’ inaugurazione di un grosso distributore di carburanti e gpl, con annessi bar, tabacchi e servizi vari a marchio AGIP (oggi ENI).
Un vero fiore all’occhiello per tutto il quartiere Pistoia, zona Catanzaro Sud, esattamente in viale Isonzo; un importante insediamento socio economico produttivo realizzato in un contesto abitativo in fase ancora di completamento.
Inaugurazione realizzata con tantissimo entusiasmo e gioia per me, per la mia famiglia, per le autorità intervenute, per i funzionari nazionali dell’Agip e per gli abitanti del quartiere all’epoca intervenuti, per come si percepisce dalla foto pubblicata.
I quartieri a Sud di Catanzaro come Aranceto, Corvo e Pistoia secondo una precisa programmazione politica non dovevano essere affatto insediamenti dormitorio, bensì avrebbero dovuto rappresentare il nuovo e naturale assetto urbanistico per uno sviluppo della città di Catanzaro verso il quartiere marinaro.
Un territorio naturale per sviluppare edilizia abitativa pubblica, edilizia agevolata e residenziale, nonché impianti per attività sportive e servizi.
Un territorio ideale, accogliente, pianeggiante, con frutteti ed uliveti lussureggianti, scelto da note famiglie catanzaresi sia quale principale residenza stabile in villa (famiglia Sandoz, Le Pera, Siciliano, Marani, tanto per fare degli esempi) sia come residenza estiva in casali padronali con annessa ed estesa proprietà (famiglia Pucci, famiglia D’Andrea, etc.)
Negli scorsi decenni, tuttavia, i nostri politici, scelsero il quartiere Pistoia, quale banco di prova, per l’inserimento e l’integrazione sociale delle famiglie di etnia ROM con le altre famiglie catanzaresi.
Purtroppo è stato un progetto fallimentare dal punto di vista sociale sebbene fruttuoso dal punto di vista elettorale per il bacino di voti che ha scaturito l’assegnazione degli alloggi Aterp, di cui la politica disponeva.
Viale Isonzo negli anni è diventato un quartiere famigerato, che assurge spessissimo agli onori della cronaca per gli atti criminali che ivi si consumano: furti, aggressioni, rapine, omicidi, spaccio di droga, etc. Un quartiere che nonostante la lodevole presenza delle forze dell’ordine, viene purtroppo abbandonato a se stesso, da tutti gli altri attori responsabili.
Col tempo numerosissime famiglie hanno preferito riconsegnare le chiavi delle case avute assegnate all’Aterp e scappare via.
Un vero e proprio disastro sociale perché l’auspicata integrazione non è avvenuta, e le attività illecite hanno preso il sopravvento trasformando questo lembo di terra in un quartiere invivibile, in un inferno.
Operare in un ambiente stressante e logorante come Viale Isonzo, posso assicurare come non sia affatto semplice. Necessitano nervi saldi, tenacia e grande forza di volontà per continuare ad andare avanti e non mollare.
La gioia che traspare sui nostri volti nelle foto inaugurali inviateVi, lentamente nel corso del ventennio si è trasformata in amarezza, delusione, disagio, e, perché no, in tanta rabbia
“La questione Rom” non è stata mai affrontata seriamente. Pur rimanendo di non semplice soluzione. Sembra, comunque, mancare la volontà coordinata di tutte le forze deputate a porre fine a questo stato di cose e contrastare in maniera forte ed efficace questo indecente fenomeno di indifferenza, di inefficienza e di assenteismo totale della politica.
Al degrado sociale si somma quella ambientale. Sporcizia e immondizia sui marciapiedi, carcasse di auto, rifiuti ingombranti sparsi dappertutto, liquami di fogna che scorrono a cielo aperto.
A ciò si aggiunga il degrado derivante dall’inerzia dell’azione amministrativa, che ha trasformato due opere pubbliche del quartiere (pista ciclabile e fabbricato comunale in passato gestito dall’amministrazione penitenziaria) in un manifesto del fallimento politico locale.
Protagonisti politici i quali si affacciano nei quartieri solamente in concomitanza con le scadenze elettorali per fare tante inutili promesse, per poi puntualmente sciogliersi come neve al sole.
L’attuale sindaco di Catanzaro, fu eletto nel 2001, conquistando il 71,4% di preferenze, una percentuale che lo rese il Sindaco più votato d’Italia, ma anche uno dei più amati.
Nel 2017 venne riconfermato per la quarta volta, divenendo, nel 2018, anche presidente della nostra Provincia.
In pratica il nostro attuale primo cittadino è rimasto in carica al Comune di Catanzaro dal 2001 ad oggi. Ha trascorso quasi consecutivamente venti lunghi anni alla guida dell’ amministrazione comunale governando, per i primi anni, da buon padre di famiglia, lasciando spazio nel tempo all’esaurimento della sua forza incisiva.
Da oltre un decennio, il nostro condottiero, forte dei risultati elettorali, anziché amministrare, ha dominato la città e si è assistito al graduale depauperamento e desertificazione delle attività commerciali e produttive nella città tutta, nel mentre si realizzava l’abbandono completo delle periferie, causando la profonda crisi economica, sociale, occupazionale e culturale che sta attraversando ancora oggi la nostra amata città, ultimamente aggravata dalla crisi pandemica da Covid-19.
Nel lontano 1877 venne eletto Sindaco di Catanzaro, Francesco De Seta, laureato in giurisprudenza e scienze politiche, uomo molto capace e con idee chiare. Egli fu portatore di un programma di realizzazione di opere pubbliche di notevole rilevanza per il futuro assetto urbanistico della nostra città, tant’è che diversi anni dopo gli fu riconosciuto il merito di essere riuscito a trasformare Catanzaro da un grosso e sporco paese in una cittadina graziosa e pulita.
Negli ultimi venti anni sembra si sia realizzato il percorso inverso, e il nostro sindaco ci lascia in eredità una città tutta da ricostruire.
Concludendo, desidero ricordare che è ormai giunta l’ora della riscossa se vogliamo realmente cambiare le sorti della città e migliorare la qualità dell’amministrazione e dei suoi rappresentanti.
A breve saremo, infatti, chiamati a votare per il rinnovo del Sindaco e dei consiglieri.
Dentro le urne avremo tutti noi in mano un’arma micidiale, una semplice matita, che se usata senza condizionamenti e con coscienza potremo realmente sperare di uscire finalmente da questo stallo che sta soffocando la nostra economia creando nuove condizioni di crescita sociale, economica, occupazionale e culturale.
O almeno questo è il mio auspicio".
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