di STEFANO ALCARO*
Quando ero studente universitario dell’Università di Roma “La Sapienza”, così come si chiamava ai miei tempi, ho avuto la fortuna di incontrare molti brillanti docenti nel corso di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. Tutti hanno contribuito molto alla formazione del sottoscritto e dei miei colleghi di allora, ma uno in particolare mi ha affascinato per il suo modo di esporre le sue lezioni. Il corso era quello di Chimica Organica II e ricordo perfettamente che i numerosi impegni istituzionali del Prof. Luciano Caglioti lo costrinsero a proporre orari di lezione improbabili, dalle 8.30 alle 9.30 di martedì, giovedì e sabato.
Forse proprio per questo eravamo in pochi a seguire le sue lezioni, ma siccome non volevamo perderle per nulla al mondo, un giorno mi feci promotore di una richiesta di anticipare almeno quella del sabato mattina estendendo un po’ quelle del martedì e del giovedì. Il Prof. Caglioti apprezzò molto la proposta che accolse con piacere. Non so se quello fu uno dei motivi che resero possibile l’inizio di un rapporto straordinario e per me indelebile con chi considero ancora oggi a pieno titolo il mio Maestro. Fu il primo a parlare di Computer Chemistry almeno nel corso di CTF di allora. Ricordo i primi seminari dedicati ad argomenti antesignani di quelli della moderna Chimica Computazionale, portati avanti da esperti universitari e non coinvolti nella società consortile Tecnofarmaci, di cui all’epoca era Presidente. Lo ringrazio per l’opportunità di approfondire questi temi sotto la guida di uno dei suoi più validi allievi, il Prof. Francesco Gasparrini.
Ho sempre apprezzato la straordinaria e la perfetta armonia con il suo amico di sempre e collega Prof. Domenico Misiti, che lo ha ben ricordato proprio oggi tracciandone in maniera puntuale l’elevata levatura scientifica. Nella mia memoria vi sono alcuni loro aneddoti pieni di grande complicità e forte calabresità. Difatti, le sue radici di Calabria, chiaramente eredità del suo celebre padre Prof. Vincenzo Caglioti, prima uno dei ragazzi di Via Panisperna poi presidente del CNR, partito da Soriano Calabro, un paesino delle Serre calabresi, per emergere a livello nazionale, non si sono mai affievolite. I suoi brevi, ma intensi, saggi, come il “Camminante” raccontano quello straordinario, ma ancora assolutamente attuale, viaggio di uno dei tanti calabresi eccellenti che spesso fuori regione hanno dato il meglio di sé. Parlavamo spesso di questi flussi e di quanto sarebbe importante provare a invertire la direzione per contribuire a migliorare la sua regione di origine.
Pur essendomi formato nella Chimica Organica, il mio destino mi ha portato a svolgere la mia carriera in un altro settore, ma il rapporto con Lui e il suo gruppo non sì è mai affievolito, anche dopo tanti anni. Lo dimostra il contatto vivo con il Prof. Bruno Botta, altro allievo eccellente della sua scuola, con il quale prosegue una collaborazione scientifica nel solco di quella iniziata con l’indimenticabile fratello Maurizio, sempre grazie alla visione del Prof. Caglioti.
Un altro dei suoi classici temi che più mi intrigava era quello della “Chimica della Vita”, intesa in senso non strettamente accademico come biochimica, ma con una concezione più vasta e trasversale. Proprio dieci anni fa, a settembre del 2011, organizzai qui all’Università Magna Græcia di Catanzaro un incontro dedicato a questo argomento, che per me è stato il modo di provare a ricambiare i tanti stimoli e l’autentico entusiasmo per la divulgazione scientifica che era pienamente nel DNA del Prof. Luciano Caglioti. Ripropongo una sua foto scattata a Catanzaro proprio in quella occasione ed esprimo alla sua famiglia, in particolare ai suoi cari Gioia, Emanuele e Adriana, la mia vicinanza, l’affetto e il ricordo di una persona veramente speciale, da tutti i punti di vista.
*Allievo del Prof. Luciano Caglioti
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