
Sentenza della Cassazione per l’operazione antimafia denominata “Ragno” scattata nel 2011 ad opera dei carabinieri della Stazione di Vibo Valentia, con il coordinamento della Dda di Catanzaro, contro il clan Soriano di Filandari.
Per la prima volta viene riconosciuta in via definitiva l’esistenza della cosca di Filandari, paese del Vibonese, come clan della 'ndrangheta. Alla pena di 11 anni è stato condannato Gaetano Soriano, mentre il nipote Giuseppe Soriano è stato condannato a 13 anni e 10 mesi di reclusione.
Annullata senza rinvio la condanna a 3 anni e 4 mesi nei confronti di Graziella Silipigni (madre di Giuseppe Soriano), mentre nei confronti di Leone Soriano (fratello di Gaetano) la condanna a 13 anni e 5 mesi dovrà essere rivista per il solo trattamento sanzionatorio che dovrà tener conto della valutazione di un parziale vizio di mente dell’imputato. Assolti in via definitiva Carmelo Soriano e Francesco Parrotta.
Gli imputati condannati dovranno risarcire i danni nei confronti delle parti civili, fra le quali i titolari di un bar pasticceria di Ionadi. L’inchiesta “Ragno”, coordinata dall’allora pm della Dda di Catanzaro, Giampaolo Boninsegna, e condotta sul campo dai carabinieri della Stazione di Vibo guidati dall’allora comandante Nazzareno Lopreiato, ha permesso di ricostruire gli affari e gli assetti della “famiglia” Soriano di Pizzinni di Filandari.
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