Storie di Calabria, passione e speranza, la Fidapa presenta “Terra Santissima” di Giusy Staropoli Calafati

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  31 ottobre 2022 16:15

 Storie di Calabria. Storie di passione. Storie di speranza. La FIDAPA di Catanzaro ha offerto la presentazione del libro “Terra Santissima”, opera letteraria della scrittrice Giusy Staropoli Calafati, presso “Il Piccolo” del Teatro Politeama Mario Foglietti, sabato 29 ottobre: un altro appuntamento che segna la continuità del percorso socioculturale nel quale la FIDAPA ha gettato i semi, raccogliendone i frutti, in termini di adesioni e riscontro da parte della cittadinanza.

Non solo un dibattito culturale, ma un’occasione per porsi delle domande, soprattutto fare autocritica, ammettere le proprie responsabilità circa il distacco che ognuno di noi ha verso una terra nobile, vilipesa dai suoi stessi figli, prestando il fianco a chi, non vivendola e non conoscendola, ne scrive male, trincerato negli stereotipi. Quello di Giusy Staropoli Calafati, che si batte tutti i giorni per portare in alto lo studio della storia locale, è un grido di speranza.

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Ad aprire i lavori, l’intervento della Presidente della FIDAPA Catanzaro, l’avvocato Laura Gualtieri, la quale ha presentato la scrittrice, delineandone alla platea il percorso poliedrico, colmo di rinascimenti e premi letterari ottenuti nel corso degli anni: “Riconosciamo grande merito a Giusy Staropoli Calafati, promotrice e autrice anche del Manifesto “Apriamo le Scuole Italiane agli autori calabresi del ‘900, da Corrado Alvaro a Saverio Strati”, con il quale si chiede al Ministero della Pubblica Istruzione la revisione delle linee guida riguardo ai programmi ministeriali, affinché nella scuola italiana vengano studiati anche gli scrittori calabresi”. La Presidente Gualtieri, quindi, pone in evidenza l’importante lavoro intrapreso dalla scrittrice: “Sta trasferendo la sua passione nell’attività di tutti i giorni, nella quotidianità. Si avverte quanto Giusy Staropoli senta la passione per la letteratura, quanto creda in quella letteratura ‘che salverà la Calabria’ – dice l’avvocato Gualtieri, riportando una citazione -. Il suo è un messaggio di speranza, che la nostra amata terra, col tempo, possa superare lo stato di fermo di cui siamo testimoni”, sostiene la presidente fidapina catanzarese, definendo la scrittrice un “vulcano” per la sua versatilità e la sua abnegazione.

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Nel corso di un evento impreziosito dalla lettura di alcuni brani del libro da parte di Annarita Palaia che ha coinvolto i presenti, ad interloquire con l’autrice, Felice Foresta: “Se riuscissimo ad innestare lo studio degli autori calabresi, facendolo transitare ai nostri giovani, forse saremmo meno attenti alle dinamiche negative che caratterizzano la Calabria, regione col più scarso numero di lettori – osserva l’avvocato Foresta -. Paradossalmente vi è un fermento culturale di autori che non trova eguali in altre regioni e questa antinomia qualcosa deve pur significare”. Sull’autrice, commenta: “Lei ha la dote di incarnare pienamente la donna calabrese, il suo essere pasionaria, traslandolo nella sua scrittura, interpretando quel sentimento che noi abbiamo tenuto sopito per troppo tempo, mantenendo le distanze dalla realtà di provenienza. Oggi paghiamo il dazio di aver consentito, dalla morte di Alvaro in poi, che fossero gli altri a raccontare la Calabria! La nostra è una terra controversa, complessa e Giusy Staropoli con quest’opera recupera l’autorevolezza e la dimensione di chi scrive di Calabria! Insomma, non si può parlare di Calabria occupando la scrivania di una testata del nord, perché verrà fuori inevitabilmente il male, che attira e fa vendere di più! La Calabria ha incagli e negatività di cui non andare certamente fieri, è vero, ma a monte bisogna avere onestà intellettuale di raccontare e raccontarsi per quello che effettivamente si è. Altro paradosso? Chi si vede costretto ad andar via dalla Calabria, giovane, portando con sé ricordi malinconici della fanciullezza, la ama più di noi che abbiamo il privilegio di  viverla, perché ne cogliamo solo le difficoltà”.

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Spazio, quindi, alle parole di Giusy Staropoli Calafati, la quale attira l’attenzione del pubblico lasciando schiusa la porta della curiosità: quanto vi è del suo profilo personale, in quello di Simona, la protagonista del romanzo? “Io e Simona abbiamo tantissimo in comune, a partire dall’esserci ‘prese per mano’ in questo viaggio – rivela la scrittrice –. Ognuno di noi dovrebbe fare un viaggio in Aspromonte, in un luogo avvolto nell’alone di mistero. Leggendo ciò che veniva raccontato dell’Aspromonte, associato prevalentemente alle locali di ‘Ndrangheta, è sbocciata in me la necessità di capire se l’Aspromonte fosse la terra terribile dipinta dai giornali o la montagna raccontata dagli scrittori. La mia battaglia mira a recuperare quegli scrittori che hanno fatto la storia, perché alle nostre lacune sopperisce la letteratura. Così ho fatto un viaggio, passando anche da San Luca, terra di ndrangheta, quasi da ‘forestiera’, ma la verità è che la Calabria è cucita tutta d’un pezzo unico! Noi siamo calabresi, che vivono in Calabria, quindi dovremmo avere paura di noi stessi?! Se la Calabria ha un cuore, batte a San Lucaosserva -. Quella gente, descritta male, dev’essere riannessa alla storia della Calabria stessa! I calabresi devono parlarsi tra di loro”.

Parole forti, che scuotono le coscienze, quelle di Giusy Staropoli Calafati: La Calabria da luogo, deve diventare stato d’animo. Allora, la domanda che si pone Simona, la protagonista è: questa terra malata a chi tocca guarirla? Ecco, chiunque tra noi dovrebbe interrogarsi, perché la ‘mano’ che aspettiamo, non può che essere la nostra. Prima che si salvi la Calabria, è necessario che si recuperino i calabresi, a cominciare dai giovani, visti come ‘il futuro’, ma non è così! I ragazzi sono il presente, i ragazzi sono l’oggi”.

 

 

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