di TERESA ALOI
Immaginate di vivere in una casa di 45 metri quadrati e di avere sette figli. Immaginate che un giorno uno dei figli metta su famiglia e si presenti a casa con un fagottino a carico con tanto di pannolini e corredo da neonato. Immaginate di usufruire di un solo, ma soprattutto mini, servizio igienico.
Già immaginate. Perché solo chi vive in quella casa può realmente descrivere il disagio. Un disagio fatto di mancanza di privacy. Ma non solo. " I miei figli - racconta Annamaria Pontiero - hanno diritto ad avere uno spazio per poter giocare, studiare". Di dignità, prima di tutto.
E' una storia che parte da lontano quella di Annamaria. "Io ho sempre vissuto con mia madre in una casa, o meglio in un mini alloggio, del Comune, le case parcheggio", racconta. Parcheggiata, la parola giusta. Da 41 anni.
"Ho continuato a vivere con mamma mentre la mia famiglia cresceva e per proprio per questo, anche lei ha fatto domanda di cambio alloggio per sovraffollamento". Richieste mai prese in considerazione. Eppure per Annamaria tante famiglie hanno avuto la possibilità di cambiare casa. "Ho visto gente, assegnataria di alloggi Aterp che ancora vive nelle case parcheggio. Ho visto gente spostarsi tre volte e ora si trova una casa che conta ben 5 stanze. Ho visto famiglie di due, tre persone, che ballano nei loro appartamenti".
C'è rabbia, ma non rassegnazione nelle parole di Annamaria. "Ho diritto ad una casa decente. LO devo ai miei ragazzi prima ancora che a me stessa. E farò di tutto perché questo accada".
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