In questi giorni, in seno al festival della street art LuceFest di S. Pietro Magisano, il creativo giornalista-scultore, Arcangelo Pugliese, ha donato a questo piccolo centro montano della Presila Catanzarese, un suo lavoro in ferro saldato dal titolo: “Fumo di Londra”.
Quest’opera è stata istallata all’inizio del centro abitato e vuole richiamare l’attenzione sul riutilizzo massiccio del carbone fossile, fonte di grave inquinamento ambientale.
Questa scultura si compone di una grande sfera stilizzata che rappresenta il globo terrestre che cede sotto il peso del riutilizzo massiccio del carbone minerale, oggi più che mai, impiegato ai fini della produzione di energia elettrica e altre attività industriali.
Il lavoro creativo si rifà al filone artistico dell’Arte Povera che è stato un fenomeno del tutto italiano e che le hanno dato vita, tra gli altri: Giovanni Anselmo, Mario Merez, Michelangelo Pistoletto, Alighiero Boetti, Germano Celant, ecc...
In particolare il creativo Arcangelo Pugliese, con questo suo lavoro, si è ispirato a Jannis Kounellis, greco di origine, ed italiano di adozione, che nei suoi lavori ha sempre usato, per esprimere al meglio la sua arte, barre e lastre di ferro grezzo e saldato; fiamme accese; cataste e sacchi di carbone. Il tutto per dar vita a delle suggestive ambientazioni artistiche.
Con il suo lavoro creativo, “Fumo di Londra”, Pugliese richiama l’attenzione a questo minerale, il carbone, che da sempre ha avuto un forte impatto ambientale e che il suo utilizzo, oggi, andrebbe del tutto bandito.
“Questa fonte fossile”, - ci confessa Pugliese “oggi vede come massimi produttori, attraverso immense miniere a cielo aperto, il Canada, l’Australia, l’Unione Sovietica. E come forti consumatori: l’Italia, l’Europa stessa, La Cina, l’Asia.
Il carbone è un fossile alquanto pericoloso perché, quando viene bruciato, produce tre volte di più anidride carbonica, rispetto gli altri inquinati fossili come gli idrocarburi”.
“Secondo gli accordi internazionali sul clima, lo si sarebbe dovuto mettere al bando entro il 2050 e dimezzarlo entro il 2030, solo che, con l’avvento della guerra in Ucraina, e conseguente riduzione da parte dell’Europa di importazione di gas dall’Unione Sovietica, si è ricorso massicciamente di nuovo al riutilizzo del carbone quale fonte di produzione energetica”.
L’Italia stessa, che entro il 2030 avrebbe dovuto dismettere, o quantomeno riconvertire a gas tutte le sue sette centrali a carbone presenti ora sul territorio nazionale, ma ha rotto questo accordo ed è tornata, massicciamente, al riuso del carbone fossile.
Questo gas, presente ora in modo sproporzionato in atmosfera, è la causa centrale di forti squilibri ambientali che da anni flagellano il nostro pianeta. Innalzamento del clima, forti siccità, scioglimento dei ghiacciai, tempeste di acqua inaspettate nei diversi periodi dell’anno, ecc.. oramai sconvolgono il nostro Paese con gravi danni all’ambiente, all’agricoltura, alle città stesse; ai beni dell’uomo. A tutto questo disastro è arrivato il tempo di mettere un freno.
Sicuramente un ruolo importante, per questo cambiamento di rotta, lo possono svolgere l’utilizzo di nuove fonti energetiche più pulite quali: il solare, il solare termico, la geotermia, il nucleare pulito ecc… .”
“Il nostro pianeta non sopporta più tale tasso di inquinamento che deriva, oltre che dal riutilizzo sproporzionato del carbone, dall’uso smodato delle plastiche; della spazzatura non riciclata; da un uso smodato del suolo a fine della nuova viabilità e delle nuove costruzioni cementizie. Basti pensare che la quantità di CO2 immessa nell’atmosfera per la produzione di cemento è 3 volte superiore a quella prodotta da tutto il traffico aereo mondiale.
A tutto ciò è tempo di dare uno stop, o, quanto meno, ridurre drasticamente il tutto, pena, a breve, veder soccombere il nostro pianeta per mano dell’uomo stesso che non vuole porre freno ai propri egoismi. Lo stesso spinto alla rincorsa di un falso e finto benessere che non aiuta e non salva più nessuno. In merito bisogna fare presto”.
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