Studenti dell'Umg esasperati dai continui furti d'auto: una questione indecente per la città

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Università Magna Graecia di Catanzaro
  09 novembre 2024 20:08

di FILIPPO COPPOLETTA

Presentarsi in aula per svolgere un esame è già di per sé motivo di ansia e preoccupazione in relazione alle domande ed all’esito della prova. Un timore abbastanza naturale e comune a moltissimi studenti. Non comune o, per meglio dire, per nulla consono, dovrebbe essere invece il timore di non ritrovare la propria auto nel medesimo luogo in cui questa era stata parcheggiata. È la quotidiana preoccupazione che affligge gli studenti dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, periodicamente vittime di furti da parte di malviventi mai identificati. Non si parla di casi isolati ma di una vera e propria consuetudine che sta trasformando l’area di Germaneto, in cui sorge l’ateneo, in un vero e proprio concessionario a cielo aperto per la malavita. Una situazione esasperante per migliaia di universitari spesso impegnati a trascorrere l’intera giornata in aula, con la costante apprensione di trovare un parcheggio abbastanza vicino alla facoltà onde evitare che l’auto, lasciata comunque in aree destinate ai parcheggi ma più distanti dagli edifici, possano essere oggetto di furti e saccheggi.

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Molteplici sono le segnalazioni che giornalmente giungono, tanto alle forze dell’ordine quanto alla nostra redazione, circa casi analoghi riguardanti studenti sia dell’area medica che di quella giuridico-economico-sociale. Studenti ma anche e soprattuto genitori esacerbati quando, nel caso di specie, si ritrovano costretti ad acquistare la terza autovettura nel giro di neanche un anno. Il caso in questione riguarda una studentessa che, nel mese di novembre dello scorso anno, ha dovuto sporgere denuncia per il furto della sua auto lasciata nei parcheggi situati dinanzi il policlinico. Spiacevole situazione che puntualmente si è ripresentata ieri sera quando, al termine delle lezioni, la ragazza è tornata nel medesimo luogo in cui aveva parcheggiato la sua auto, senza trovare più traccia della stessa. Molti si sarebbero forse assoggettati a quella deplorevole (nonché illegale) pratica del “cavallo di ritorno”. Ma la famiglia della giovane ha scelto la via più corretta, ha deciso di sporgere nuovamente denuncia con la viva speranza che si possa rapidamente trovare una soluzione ad una questione indecente per un capoluogo di regione e per un ateneo pubblico. Indecente agli occhi di genitori che pagano profumatamente i contributi universitari per poi trovarsi costretti ad investire centinaia e migliaia di euro in una nuova vettura. Indecente considerato come la questione sia annosa ed ancora oggi, i provvedimenti posti (o non posti) in essere, non siano stati sufficienti ad arginare i casi.

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