Il report coordinato Umg-Policlinico è stato realizzato in occasione della "Phd Week" dell'Ateneo catanzarese. I dati sono apparsi sia sulla rivista "Scientific reports" che in un volume edito da Rubbettino, i cui proventi saranno devoluti ad una Onlus.
11 dicembre 2020 15:45di PAOLO CRISTOFARO
E' apparso recentemente un nuovo report prodotto dall'Università "Magna Graecia" di Catanzaro in collaborazione con il Policlinico "Mater Domini". Il report, dal titolo "Decorso clinico del Covid-19 da pazienti asintomatici a critici: l'esperienza dell'UMG", è stato realizzato in vista della "UMG PhD Week", la settimana che ogni anno coinvolge e mette a confronto, a Catanzaro, i dottorandi delle varie discipline. Questo report, nel quale si legge la firma del professore Carlo Torti, infettivologo e docente universitario, si basa sui dati clinici raccolti nella cura dei pazienti Covid tra la prima e la seconda ondata. Una raccolta di informazioni sul decorso della malattia, sugli esiti, sulle cause dei decessi, sui fattori comuni e differenti. Informazioni che possono aiutare anche a salvare una vita. I dati raccolti sono convogliati in un volume edito da Rubbettino, "Covid 19. Manuale pratico per medici e operatori sanitari", a cura di Carlo Torti, al quale abbiamo chiesto di spiegarci i contenuti dello studio.
Professore Torti, su cosa è incentrato il report e quali studi avete compiuto?
"Questa presentazione fa parte di una serie di ricerche fatte in vista dell’Umg PhD week. A me è spettato il compito di presentare l'attività del Centro Covid presso Policlinico. Il nostro è qualificato sia come centro clinico che come centro di ricerca. Il nostro report è basato sui numeri e sui risultati. Si tratta di una ricerca clinica, non con indagini di laboratorio, ma con l'osservazione dei pazienti in cura e dei vari decorsi della malattia infettiva. Ci siamo concentrati sui fattori di prevenzione del rischio, abbiamo voluto capire quali fossero le categorie di pazienti più esposte e da cosa dipendesse un decorso diverso del virus. I dati sono apparsi anche su Scientific Reports, tra le 7 riviste di pubblicazioni scientifiche più citate al mondo.
Abbiamo analizzato il decorso in pazienti come ad esempio quelli più anziani della "Domus Aurea", l'RSA di Chiaravalle, cercando di riscontrare fattori che potessero spiegare le cause di un aggravamento del virus in alcuni pazienti rispetto ad altri. Tra questi, abbiamo notato ad esempio livelli di "Interleuchina 6" più alta. Analisi sui dati di questo tipo ci consentono preventivamente di identificare soggetti predisposti maggiormente ad un aggravarsi del quadro clinico, consentendoci anche di intervenire con eventuali contromisure.
(Hanno collaborato al report anche Maria Mazzitelli, Eugenio Arrighi, Francesca Serapide, Maria Chiara Pelle, Bruno Tassone, Rosaria Lionello, Giuseppina Marrazzo, Domenico Laganà, Francesco Saverio Costanzo, Maria Teresa Busceti, Giovanni Matera, Enrico Maria Trecarichi, Graziella Perri, Amerigo Giudice, Valentina La Gamba, Chiara Davoli, Paolo Fusco, Vincenzo Scaglione, Marco Ricchio, Anna Cancelliere, Elena Lio, Giada Procopio, Daniela Patrizia Foti, )
Lei ha parlato anche di approccio multidisciplinare, di studi congiunti, che importanza hanno?
"Avendo noi applicato un approccio multidisciplinare, anche con colleghi pneumologi, abbiamo potuto verificare che mettere in atto strategie di ventilazione non invasiva e ben gestita, ad esempio, ha dato risultati molto favorevoli. Concordo con quanto asserito dal collega pneumologo Paolo Gambardella di Lamezia sulla necessità di potenziare le terapie sub-intensive. In contesti di sub-intensiva, con ausilio alla ventilazione del paziente in maniera preventiva rispetto all'aggravarsi, è possibile evitare l'intubazione. Questi reparti, però, hanno bisogno di un team di personale che lavori congiuntamente, dove ci siano insieme internisti, infettivologi e pneumologici, che possano effettivamente prevenire ed evitare del tutto l’intubazione, quindi il precipitare del quadro clinico. Un gruppo multidisciplinare del genere, con pneumologici e infettivologi operativi insieme, può risparmiare intubazioni e quindi i famosi posti in terapia intensiva."
Come avete operato man mano che i dati davano indicazioni importanti? Li avete resi noti?
"Gli studi ci hanno consentito di adeguare man mano le terapie ai dati che emergevano istantaneamente. Le faccio un esempio, abbiamo evitato l'impiego di alcuni farmaci che grazie ai dati abbiamo ritenuto inadeguati, ben prima che a livello nazionale venissero sconsigliati. In questo modo riusciamo ad avere spesso indicazioni preventive rispetto alle direttive. Stiamo lavorando anche ad un protocollo di studio con l'AIFA per migliorare pazienti futuri. I dati sono apparsi, come le dicevo, su Scientific Reports, ma abbiamo deciso di raccoglierli anche in un libro edito da Rubbettino. I fondi raccolti con la pubblicazione saranno devoluti interamente ad una Onlus."
(Il volume edito da Rubbettino)
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