Stuprata a 14 anni da giovani "figli di 'ndrangheta": la Regione le assegna una nuova casa lontana da Seminara

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Immagine di archivio

Il paese aveva voltato le spalle alla ragazza dopo che aveva denunciato le violenze. La Regione ha messo a disposizione della ragazza, dei genitori e dei fratelli un nuovo alloggio.

  04 aprile 2025 12:21

Avrà una nuova casa lontano da Seminara, il luogo degli stupri e delle violenze subite all’età di 14 anni, da giovani imparentati con famiglie di ‘ndrangheta. Dividerà l’alloggio con i genitori e con gli altri due fratelli. Dopo aver incontrato la ragazza e la sua famiglia, il Presidente della Regione Roberto Occhiuto, «per dare un segnale forte e per dimostrare alla comunità che le istituzioni sono al fianco di questa famiglia», le ha infatti messo a disposizione un alloggio Aterp in provincia di Reggio Calabria.

Nei giorni scorsi dopo un incontro in Prefettura, i Carabinieri hanno notificato alla ragazza il provvedimento «straordinario e urgente», con il quale si evince che «data la sua situazione di estrema precarietà e disagio sociale è emersa la necessità di reperire un alloggio da destinare per evitare ulteriori problematiche sociali, familiari e ambientali, nonché per garantirle i bisogni primari».

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Gabriella Castelletti, madre della ragazza, dalle pagine del Corriere della Sera, nei giorni scorsi, ha raccontato come la gente di Seminara, dopo gli arresti degli aguzzini della figlia (tutti condannati con pene dai 5 ai 13 anni), le ha voltato le spalle, isolando la sua famiglia dal resto della comunità. Minacce e danneggiamenti. Per di più, dopo aver denunciato i suoi stupratori, la ragazza non è più uscita di casa e da qualche tempo ha deciso di non vivere più a Seminara, dopo le minacce e i danneggiamenti subiti dai suoi genitori.

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«La famiglia non è sola, ha vicino tante persone perbene che credono nella giustizia e in una Calabria diversa», dice il Presidente Occhiuto. «Sono felice di aver potuto, con azioni concrete, alleviare, almeno in parte, il dolore che questa famiglia sta ingiustamente vivendo». La possibilità di poter ricongiungersi alla sua famiglia, ha riempito di gioia la ragazza, dopo aver versato fiumi di lacrime per i tormenti e le inquietudini che l’hanno accompagnata in questi anni, costringendola a una vita blindata per paura di rappresaglie, dopo aver denunciato i suoi stupratori. Le minacce Le prevaricazioni, le minacce subite in questi anni dai genitori di Clelia, da parte dei parenti dirimpettai dei condannati, hanno spinto la signora Gabriella a rivolgersi tempo fa al Prefetto, chiedendole un aiuto a trovare un alloggio per la sua famiglia, lontano da Seminara. La Prefettura, «in assenza di una normativa che disciplini casi simili», aveva interessato Libera (l’associazione di don Ciotti) per «individuare una soluzione alloggiativa adeguata alle esigenze della famiglia». Il referente di Libera - come ha raccontato la signora-, le aveva detto che sarebbe stato facile spostare Clelia al Nord ma, «non garantivano nulla, per una serie di difficoltà, sullo spostamento dell’intera famiglia in un’altra casa, lontano da Seminara». 

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In soccorso ai genitori della ragazza è intervenuta infine la Regione che, in una settimana, ha risolto il problema assegnando una nuova abitazione, lontano dagli aguzzini. «Da due anni combatto da sola una battaglia che credevo ormai persa - dice Gabriella Castelletti. - Avevo perduto le speranze e mi ero anche assuefatta all’idea di continuare a vivere in questo paese, a me ostile, sfidando l’ira dei parenti dei condannati per le violenze subite da mia figlia. L’opportunità di andare a vivere altrove mi ha fatto ritornare il sorriso».

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