Una vita consumata senza regole, rappresentate in maniera simbolica da quelle luci ed ombre che caratterizzano i suoi dipinti. Un genio a cui non è mancata la sregolatezza e che ha preso a morsi la sua stessa esistenza. Tutto questo è “Caravaggio, il maledetto” con Primo Reggiani, Fabrizio Bordignon e Francesca Valtorta, andato in scena ieri sera all’Auditorium Casa della Pace “Angelo Frammartino” di Caulonia. L’evento, inserito nell’ambito della stagione teatrale organizzata da AMA Calabria, diretta da Francescantonio Pollice, è finanziato con risorse PSC Piano di Sviluppo e Coesione 6.02.02 erogate ad esito dell’Avviso “per il finanziamento di Programmi di Distribuzione Teatrale” dalla Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura”.
Il rumore delle onde del mare, che si distendono pacifiche sulla spiaggia della Feniglia a Porto Ercole, tracciano l’inizio di una storia dalle sfumature forti e profonde, che racconta la vita di Michelangelo Merisi, conosciuto come Caravaggio. Due pescatori, marito e moglie, si prendono cura del pittore negli ultimi momenti della sua vita; due personaggi che diventano importanti in quel momento. La raccolta delle reti da pesca si svolge nel silenzio di quell’angolo marinaro. Caravaggio è disteso morente e incosciente mentre fa i nomi di alcuni personaggi entrati a far parte della sua vita. Il lavoro diretto da Ferdinando Ceriani si sviluppa attraverso continui flashback durante i quali si ripercorrono alcuni attimi significativi vissuti in una Roma Cinquecentesca, nella quale la sua dissennatezza non lo teneva lontano dalle continue risse. Un modo di condurre la sua esistenza ai limiti della povertà.
Un atteggiamento dissoluto continuato con l’unica persona disposta a concedergli protezione, non senza un fine: il cardinale Dal Monte. Tra i due si instaura un rapporto conflittuale. Alla stima reciproca fa da contraltare la repulsione che Caravaggio provava nei confronti di quell’uomo che aveva come principale obiettivo quello di diventare il suo amante. Non l’unica relazione tormentata di Merisi che si scontra con Valentino, il mercante d’arte che vorrebbe convincerlo di cambiare il suo stile. La ribellione a tale proposta, le sue idee visionarie lo pongono ai margini della società. L’unica persona che crede in lui è Maddalena Antognetti, sua musa ispiratrice e donna che lui amava. Una figura fondamentale nell’intera narrazione che lui avrebbe frequentato nel suo periodo romano. Lena, con questo nome era conosciuta la prostituta, ha posato per diverse opere di Caravaggio, che ha ritratto il suo viso per alcuni capolavori come la Madonna dei Pellegrini, la Madonna dei Palafrenieri e la Morte della Vergine.
Nonostante non amasse il modo di vivere sregolato del pittore, Lena era attratta dal ruolo che lui stesso le aveva consegnato. Essere per lui fonte d’ispirazione e prestare la sua immagine per la Madonna era motivo di eccitazione. Un rapporto complicato, sempre ostacolato dal cardinale Dal Monte, ma del quale Caravaggio non poteva fare a meno. E grazie a lei se le sue visioni si tramutarono in fantastici dipinti; opere realizzate a Palazzo Madama, San Luigi dei Francesi e la Cappella Contarelli. Tutto si svolge all’interno di una scenografia essenziale. Bastano pochi elementi per dare un senso all’intera narrazione. Un tavolo, una sedia e delle assi sulle quali all’inizio è coricato Caravaggio, rendono caldo l’intero ambiente.
Di grande impatto le proiezioni, sullo sfondo del palcoscenico, delle diverse opere mostrate del Caravaggio, che assumono una maggiore bellezza per la particolarità con cui vengono esaltate le luci e le ombre di ogni dipinto. In “Caravaggio, il maledetto” il pathos ricercato dalla regia di Ferdinando Ceriani è ben sostenuto dalla interpretazione dei tre attori, ognuno dei quali conferisce una straordinaria intensità ai personaggi. Primo Reggiani si cala perfettamente nel ruolo di Caravaggio, un ruolo difficile per i diversi cambiamenti espressivi, riuscendo a mettere in risalto i lati oscuri del personaggio e riuscendo a farlo amare dal pubblico. Nei panni del pescatore, del mercante d’arte, del cardinale e del frate dell’ospedale di Misericordia, Fabrizio Bordignon ha mostrato una grande duttilità nel cambiare ruolo e registro vocale con estrema semplicità.
Francesca Valtorta riesce a mettere in risalto l’ambiguità del suo personaggio al quale restituisce, con grande personalità, la dignità perduta. La loro presenza sul palcoscenico è dominante e non lasciano spazio ad alcun vuoto, grazie ad un comprovato affiatamento e a una presenza scenica impeccabile. E’ grazie alla storia coinvolgente e all'interpretazione appassionata di Primo Reggiani, Fabrizio Bordignon e Francesca Valtorta che al finale di “Caravaggio, il maledetto” vengono salutati dal pubblico con una standing ovation, richiamandoli più volte sul palcoscenico.
Come ogni anno l’intento di AMA Calabria è di mettere in risalto le Compagnie più prestigiose della Calabria e i loro lavori più significativi. Sabato 10 febbraio, alle ore 21:00, nell’Auditorium Casa della Pace “Angelo Frammartino” di Caulonia, sarà di scena “Giovanni e Paolo – Gli Antieroi” con Francesco Passafaro, Roberto Malta e Francesca Guerra. Uno spettacolo intenso che a oltre 30 anni dalla scomparsa dei due magistrati, in cui è forte la necessità di prendere esempio da due uomini come tanti altri che hanno cambiato, in meglio, il destino del loro paese. Scritto e diretto da Francesco Passafaro, contiene anche una video intervista di una donna presente in Via D’Amelio durante l’attentato che costò la vita al giudice Borsellino.
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