di VITTORIO PIO
Grandi applausi per “BrechtDance”, lo spettacolo presentato al Politeama nell’ambito del progetto “PRO.S.A.”, che vede la Fondazione cittadina in partenariato con il Teatro del Grillo di Soverato e la compagnia vibonese Dracma, in un percorso di interscambio a sostegno degli artisti sul territorio. Magnetica e talentuosa nei differenti piani delle sue possibilità espressive, l'attrice Daniela Vitale si è mossa in scioltezza, elevandosi con fluida disinvoltura nell'obiettivo di evidenziare gli ondeggiamenti della solitudine tra la veglia ed il sogno.
Autorevolissima la sua presenza scenica al servizio del lavoro diretto con estremo acume dall'altra catanzarese Elena Gigliotti. Una tematica sviluppata sui vari livelli di alienazione, evidenziati da questo confuso periodo post-pandemico di sofferenza espansa. La Vitale si è proiettata fra movimenti di danza, canzoni ipnotiche e funzionali anche al suo ben equlibrato strumento vocale (da Royskopp a Wim Mertens passando dalla Rettore lasciata appunto alla sua interpretazione, un' aria popolare bulgara e Andrea Laszlo De Simone), con altre testimonianze di esseri umani, a volte molto vicini come la nonna Enza, che raccontando episodi personali, circoscrive bonariamente la sua definizione di solitudine, video, concetti ripresi e sottolineati dalla tecnologia al servizio della narrazione, che da intima e individuale si tramuta in sociale, politica, globale.
Perchè nel flusso creativo incedono anche migranti, disperati senza fissa dimora, bambini (con il cameo della piccola Marta, totalmente a suo agio in scena), nel girotondo della memoria, sospesa fra presente e futuro, favole e capitalismo, dialetto e ironia, recitazione individuale e partecipazione corale. L’una si riflette nell’altra, l’una è causa ed effetto dell’altra. E la scintilla del cambiamento, anzi come dice una delle voci intervistate per lo spettacolo. si tratta di un profondo dialogo con se stessi: -“Siamo dei sopravvissuti, respinti via dalla corrente? Resteremo indietro, senza comprendere più nessuno e da nessuno compresi? O contare sulla buona sorte? Questo tu chiedi. Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua” -ribadisce Brecht nel tramite della Vitale. Una voce che incarna un passato apparentemente lontano ma oggi più che mai contemporaneo, applaudita a lungo da una platea estremamente coinvolta e partecipe.
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