di TERESA ALOI
Quello che si chiede a gran voce è un intervento urgente "per porre fine al sovraffollamento carcerario e al dramma dei suicidi in carcere". Una richiesta non solo verbale ma che trova la sua concretezza nell'astensione della Camera Penale di Catanzaro che aderisce all'astensione nazionale proclamata per oggi dall’Unione delle Camere penali italiane.
Perché un suicidio in carcere ogni tre giorni sono numeri che fanno paura. Numeri che crescono e che fanno il paio cn le politiche in materia di sicurezza realizzate dallo Stato italiano che negli ultimi decenni non hanno frenato il sovraffollamento carcerario e le conseguenze inumane e degradanti dello stato di detenzione .
“Fermare i suicidi” è stato il tema dell'incontro organizzato dalla Camera Penale “Cantafora" moderato da Orlando Sapia, segretario Camera penale di Catanzaro. Ed è toccato al presidente del Consiglio dell'Ordine distrettuale degli avvocati , Vincenzo Agosto avviare i lavori. "26 suicidi in carcere dall'inizio dell'anno in Italia basterebbero a capire che bisogna intervenire. Bisogna capire cosa il carcere deve rappresentare nella nostra società - ha spiegato il presidente Agosto - è tempo di interrogarci e non solo sui suicidi ma su cosa realmente è la detenzione".
Poi, l'avvocato Alessandro Guerriero, vice presidente della Camera penale degli avvocati ha spiegato come "già con l'iniziativa "Ferragosto in carcere" avevamo fornito un report sulle condizioni di detenzioni". Quali i rimedi? Per l'avvocato "depenalizzare fattispecie di reato - foglio di via obbligatorio, ad esempio - ma anche la liberazione anticipata speciale, amnestia, indulto, i colloqui, le telefonate. Di contro - ha sottolineato ancora - lo Stato introduce altri reati che prevedono la detenzione. Oggi la maggior parte dei detenuti sono soggetti in attesa di giudizio o detenuti che scontano un residuo di pena di un anno". "E allora qual è la necessità di mantenere la custodia cautelare in carcere?" la domanda in attesa di risposta.
Per Gianmichele Bosco in veste di presidente del Consiglio comunale e iscritto alla Camera penale "il tema delicato è stato trattato dalla politica nazionale in maniera sterile. La politica che dovrebbe affrontare la causa e non l'effetto". “L’allarme che proviene delle carceri italiane ci preoccupa sempre di più. Suicidi, violenze, condizioni disumane che sembrano essere in contrasto con la Costituzione. A causa anche di politiche nazionali poco sensibili e sempre più populiste sul piano giudiziario, la situazione infatti si aggrava sempre di più nella misura di un restringimento delle garanzie e delle tutele minime che devo essere assicurate a tutti i cittadini. Un panpenalismo diffuso, pericoloso, che aggredisce soprattutto le fasce più deboli della società e che si riversa in reazionarie proposte legislative, come accaduto per I CPR, veri e propri campi di concentramento all’aperto. Come amministrazione comunale abbiamo pochi strumenti a disposizione, ma sicuramente le misure finora messe in campo, come l’elezione del Garante dei detenuti e l’avvio di un dialogo con l’istituto penitenziario per l’avvio di alcuni istituti come la messa alla prova e lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità, sono segni tangibili di come le istituzioni locali debbano occuparsi e preoccuparsi delle carceri e di chi ci abita. Ecco perché accolgo con favore la proposta emersa dal tavolo di oggi per l’istituzione di un Consiglio di aiuto sociale nel circondario per affrontare il problema su piano sostanziale e non meramente teorico”.
Luca Muglia, Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale ha spiegato come "il carcere non solo non migliora la persona ma l'aggrava fortemente".
I dati. Nelle carceri calabresi si sono registrati 4 suicidi nel 2023 e 1 nel gennaio 2024. Riguardano il periodo 1 gennaio 19 marzo 2024 si sono registrati 2.219 eventi critici, 26 tentativi di suicidio, 110 atti di autolesionismo e 25 aggressioni e danni alla polizia penitenziaria. "Gli eventi critici – specifica Muglia – vanno ad accorpare suicidi, tentativi di suicidio, atti di autolesionismo, proteste e aggressioni auto o eterodirette, quindi sia gli atti di autolesionismo che le aggressioni ai danni della polizia penitenziaria, dei medici o delle persone amministrativo. Quindi quel dato di 2.219 eventi critici in due mesi e mezzo in Calabria è sintomatico e significativo. Questi dati confermano il trend del 2023 che ci dà contezza di circa 12 tentativi di suicidio al mese: nel 2023 ne abbiamo avuti 146 totali". E ancora. In Calabria 9 su 12 istituti sono in sovraffollamento " l'unico istituto che non ha avuto alcun evento è Laureana di Borrello: le carceri di Catanzaro, Vivo Valentia e Reggio Calabria, sono gli istituti "piu critici".
Luciano Giacobbe, Garante comunale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale ha ricordato che "il carcere di Catanzaro è l'unica struttura con una Sezione che si occupa di detenuti con problemi psichici - ha spiegato - quella di Reggio Calabria è in fase di ristrutturazione e, dunque si ritrova ad accogliere tutti i detenuti degli altri istituti penitenziari" .
Alberto Scerbo, ordinario di 'Filosofia del diritto' all'UMG a Catanzaro ha parlato della funzione rieducativa della pena "che non c'è, non esiste". "E' un programma, un progetto ma non ci sono azioni in tal senso perché il sistema penale viene utilizzato come strumento di esercizio del controllo sociale". Oggi la detenzione è diventata la normalità". Ha ricordato l'istituzione del polo universitario al carcere di Siano ma la formazione "non dovrebbe essere una scelta che dipende dalla discrezionalità di chi è chiamato alla gestione del carcere" .Un problema di carattere politico e poi giuridico.
Per Enzo Galeota componente Osservatorio nazionale carcere UCPI e responsabile Osservatorio carcere Camere penale di Catanzaro. "Il sistema carcere non funziona e non è prevedibile che nel breve periodo funzioni. Non subirà modifiche strutturale perché non c'è la volontà politica".
Che ci sia sempre maggiore sensibilità nei confronti dei temi del carcere e che al contrario preoccupa come altri temi della giustizia, come l’avvio di un’indagine o l’applicazione di misure cautelari, siano trattati con estrema superficialità e una impronta fortemente giustizialista da parte della classe giornalistica, ne ha parlato il giornalista Edoardo Corasaniti: "semplificazioni che sembrano non tenere in considerazione il diritto alla presunzione di non colpevolezza sancito dalla Costituzione”.
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