Sviluppo del capoluogo, anticipazione del nuovo Psc che incastra aspettative e regole

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Psc, i relatori del convegno
  18 luglio 2019 19:52

di ANTONELLA SCALZI

Piano strutturale comunale, dalle parole ai fatti passando da un’approfondita conoscenza del territorio. Questo l’obiettivo del capoluogo di regione, questa la ragione del convegno che sul tema è stato promosso proprio da Palazzo de Nobili e aperto dall’assessore all'Urbanistica Modestina Migliaccio Santacroce.

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Giovino in primo piano, progettisti in sala e quando la parola è passata al responsabile dell’Ufficio del piano, Giuseppe Fregola, l’attenzione si è concentrata anche sugli aspetti demografici di una città da riqualificare. Nessuna espansione, dunque. Questa l’estrema sintesi di un Piano inevitabilmente tecnico e complesso, ma anche condiviso. «Questo convegno rappresenta un elemento di certezza in una procedura di trasparenza». Così il responsabile del settore Urbanistica di Palazzo de Nobili, Giuseppe Lonetti, che ha garantito «tempi brevi e nessun consumo di suolo».

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Catanzaro città che rispetta le norme attraverso un Piano che - Lonetti ha voluto ricordare: «Migliorerà la qualità della vita dei catanzaresi e dell’ambiente». Una promessa, la sua, fatta dinnanzi a tanti consiglieri comunali, senza dimenticare il recupero del centro storico e con un occhio rivolto anche a Germaneto. Dal canto suo Antonio De Marco, che per il Comune di Catanzaro si occupa dell'Autorità Urbana Por, sembra puntare tutto sul ruolo di capoluogo della città, sulla mobilità, sul turismo e sull’ambiente. Tutte priorità di Agenda urbana e di quel maxi pacchetto di finanziamenti che ammonta a 32 milioni di euro e che consentirà anche di recuperare le periferie e valorizzare Aranceto, Corvo e Santa Maria.

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Non soltanto centro e Giovino, dunque, perché la carne al fuoco è davvero tanta. Da qui l’intervento di De Marco, un fiume in piena che non ha tralasciato neppure le criticità dei parcheggi o il sogno di avere in città le piste ciclabili. Aspettative e strategie in mano ai progettisti e proprio Sergio Dinale dello studio incaricato ha provato a far capire ciò che davvero si sta facendo attraverso una serie di dettagliate slide. E sulle carte si è concentrato anche un altro professionista incaricato. Maurizio Costa ha provato a evidenziare gli aspetti da cui non si può prescindere come, ad esempio, quello geologico. Sì, perché la natura si può governare, ma non stravolgere e il Piano strutturale comunale serve anche a evitare che la città corra pericolosi rischi. Da qui un articolato lavoro di studio da porre a fondamento delle indicazioni politiche e delle scelte urbanistiche. E quella che è emersa con chiarezza è stata l'unità di intenti tra gli attori coinvolti tra cui anche l’ingegnere Paolo Bagliani e l'architetto Paola Rigonat Hugues.

L’operazione, dunque, non è semplice, ma il Piano sarà fatto e sarà, come ha garantito il sindaco Sergio Abramo: «Moderno e in grado di offrire un modello operativo fondamentale per lo sviluppo della città».  Non è affatto semplice, ma l’obiettivo targato Abramo è chiarissimo: «Pianificare al meglio gli interventi sul territorio, tutelandone l’integrità fisica e ambientale anche alla luce delle trasformazioni emerse negli ultimi decenni, e delineare le scelte strategiche per la crescita economica e sociale». E siccome è sempre meglio puntualizzare le priorità anche il sindaco si è concentrato su Germaneto, «un’area direzionale da salvaguardare» e Giovino, lo scrigno su cui la città vuole puntare. Ed ecco la sintesi impregnata di ottimismo: «Il Psc del capoluogo di regione sarà un Piano dalla funzione ordinatoria, improntato al principio di consumo suolo zero e mirato a ricucire il territorio anche in considerazione del potenziamento dei servizi legati al costruendo sistema metropolitano».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

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