di PAOLO CRISTOFARO
Si parla spesso di futuro della politica, ma in quanti considerano il fatto che il futuro possa portare un ritorno al passato? E il passato è sempre "superato", è un qualcosa da archiviare o ci sono ideali e aspetti che appaiono attuali, che rimangono, verso i quali ci si rivolge in momenti di crisi della politica e di crisi della società? In Calabria a tal proposito - novità recente - torna a sventolare la bandiera della Democrazia Cristiana. E ad assumere l'incarico di coordinatore regionale sarà un catanzarese, l'avvocato e presidente dell'ordine forense, Antonello Talerico. A lui il compito di lavorare alle nuove adesioni e all'affermazione del progetto politico in Calabria. Per Talerico la DC non è mai morta e non è assolutamente superata. In molti avrebbero già plaudito con entusiasmo all'iniziativa, intenzionati a riscoprire - ma anche ad insegnare ad altri - valori dimenticati.
Avvocato, quali sono i primi passi di questo nuovo progetto politico della DC in Calabria ?
"Nel giro di pochi giorni abbiamo registrato circa 500 adesioni in Calabria. In tanti stanno sottoscrivendo la domanda di tesseramento. Tra questi molti amministratori locali, anche sindaci, ma anche tante persone che si erano allontanate dalla politica e, che rivedono nello scudo crociato della DC un ritorno importante a quei valori che furono di Sturzo, De Gasperi e Moro, mai dimenticati e, che rappresentano dei modelli (credibili) ancora attuali. Ma dobbiamo riformare una nuova classe dirigente, ecco perché tra i primi atti concreti, vi sarà la costituzione di una vera scuola di formazione politica (con la presenza di importanti relatori e docenti). Sarà nostro obiettivo, infatti, coinvolgere persone non soltanto schierate con la nostra ideologia partitica, ma anche di altra estrazione".
A cosa puntate? E soprattutto la Dc può trovare ancora riscontri? Ha forze vive?
"Bisogna considerare, non dimentichiamolo, che le anime della Dc non sono mai sparite, si sono assopite perché non hanno rinvenuto negli attuali modelli politici, strutture in grado di attuare quei principi fondamentali, enfatizzati dal pensiero e dalla lezione umana e politica di Aldo Moro. La forza di questo progetto, non è solo la storia della DC e delle grandi riforme, ma è anche la sua ideologia, la sua carica emotiva, la capacità di accendere nuove speranze di crescita, che devono concretizzarsi. Dobbiamo ritornare nei circoli e nelle piazze e, fare politica vera, ed attivare l’interesse dell’elettorato che non si deve avvicinare al partito per puro clientelismo, bensì per desiderio di partecipazione e senso civico, punti di partenza per cambiare l’approccio alla politica e nella politica. Stiamo ricevendo manifestazioni di interesse anche da militanti di tanti altri partiti. Del resto, molte persone sono state allevate con la Dc ed hanno accolto con grande entusiasmo questo l’avvio di questo ambizioso progetto. Il partito si sta ricostituendo, oltretutto, già in Lombardia, Piemonte, Puglia, Campania, Sicilia. E' probabile che lo vedremo presente anche alle prossime elezioni parlamentari. Qualora dovesse costituirsi - come si presume - anche una confederazione di Centro, la Dc sicuramente ne farà parte".
Avete pensato ad un'uscita pubblica? Quando partirete concretamente con eventi aperti e che effetto potrà avere questa uscita?
"Tenuto conto della fase emergenziale da covid, faremo un'uscita pubblica, ma non prima del mese di ottobre, anche in previsione del congresso nazionale della DC. Non puntiamo a fare politica per il pane, non viviamo di politica. Senza dubbio un partito deve offrire le migliori risorse per essere utili ai cittadini ed alle sorti della città. Partire dal fabbisogno delle famiglie e del singolo, per riuscire ad elaborare politiche sociali e di rilancio dell’economia con progetti virtuosi ed originali coinvolgendo gli imprenditori e le altre forze del Paese, anch’esse in grave sofferenza. Il popolo deve ritornare ad essere parte attiva della politica. La politica attuale continua a rafforzare quei centri di potere rappresentati da poche persone (che muovono tanti voti, spesso per mero clientelismo), mentre riaccendere un partito che ha rappresentato la storia può scuotere le coscienze, può riaccendere nuovi entusiasmi ed emozioni, che poi sono ciò che occorre per avviare un progetto vincente".
E quindi la politica di cosa ha bisogno secondo lei?
La politica ha bisogno di componenti moderati e di moderazione. Oggi trova sintesi in estremismi o in sterili opposizioni. Non si assiste mai ad una concertazione e/o contrattazione finalizzata al raggiungimento di un obiettivo comune. Non c’è più alcun dialogo, ma solo continui compromessi, che alla fine non accontentano nessuno. Abbiamo pacchetti di voti che si spostano da un partito all’altro, gente che si piazza in una lista anziché in altra solo perché calcola dove avere più speranze per essere eletti, nessuna ideologia e nessuna visione politica. Abbiamo consentito la creazione dei politicanti di professione, senza arte né parte, lontani dalla realtà e dai bisogni della gente, capaci però di conquistare migliaia di voti. E se uno conquista tanti voti, senza aver realizzato mai alcunché, chiediamoci pure come ciò possa avvenire…”
Parlando nello specifico della città di Catanzaro, questa rinascita della Dc toccherà la politica locale? Lei ha intenzione di impegnarsi attivamente nella politica comunale?
"Ciò che conta non è il mio coinvolgimento diretto, che allo stato è da escludersi. Il progetto della Dc certamente influirà anche sulla politica catanzarese, perché raccoglieremo le forze migliori per lavorare ad un vero progetto politico, che abbia una visione originale d'insieme, capace di guardare ad un futuro diverso per questa terra (dobbiamo portare investimenti stranieri in Calabria, diventare attrattivi da un punto di vista turistico e commerciale, non siamo secondi a nessuno…). Il punto di partenza è il dialogo con le altre forze politiche, realmente interessate ai territori e non ai propri affari personali. La DC sarà presente alle prossime elezioni comunali del capoluogo di Regione, ma anche in altri Comuni (già potrebbe esserlo su Cosenza, Reggio Calabria, Crotone, San Giovanni in Fiore ed altri piccoli comuni dell’entroterra) con proprie liste, potendo anche esprimere propri candidati alla carica di sindaco o decidere di supportare figure realmente di rilancio per i nostri territori".
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