"Si vede dopo le Europee". Questo è il mantra ripetuto a Palazzo De Nobili. La formale adesione di Antonello Talerico a Forza Italia, principale alleato del sindaco di 'progressista' Nicola Fiorita, non è un fatto neutro tuttavia per le ricadute sul Comune di Catanzaro se ne riparlerà dal 10 giugno in avanti.
E' vero, Talerico ha ribadito (anche nel corso di Catanzaro Capitale ">VEDI QUI) che rispetterà i patti e rimane proiettato a rilanciare l'azione amministrativa catanzarese che finora, oggettivamente, non è stata all'altezza delle aspettative. Poi c'è il lato 'Cambiavento', caro a Fiorita. La base (e non parliamo di altre forze numericamente residuali) del movimento del sindaco faticano e faticheranno a digerire la nuova operazione Talerico. Finché quest'ultimo era il commissario di un partito sì di centrodestra ma decisamente minoritario (come Noi Moderati) era un conto, ma Forza Italia dopo le Europee rischia di essere il secondo partito della coalizione capeggiata da Giorgia Meloni a livello nazionale su cui quasi quotidianamente i fedelissimi di Fiorita assumo posizione contrarie. E, quindi, è diverso.
Finora sono state tollerate le 'esuberanze' di Talerico nella gestione del Comune ma il ritorno in azzurro è uno step più alto. Fiorita, in coerenza con quanto annunciato l'estate scorsa, è pronto al tagliando, tanto in Giunta quanto in Consiglio. Un tagliando le cui dimensioni dipenderanno essenzialmente solo da lui. L'incombenza diventerà le dimissioni più volte vociferate dell'assessore ai Lavori Pubblici Raffaele Scalise. Rumors che si ripetono da mesi e che potrebbero concretizzarsi appunto dopo le Europee. Fatto che potrebbe essere l'apripista per una rivisitazione più profonda dell'esecutivo municipale. Certo, se i cambi dovessero riguardare uno dei tre assessori espressi da Talerico (Arcuri, Borelli e Pino) potrebbe verificarsi il patatrac. Oppure no. In teoria, il sindaco potrebbe presentarsi in Consiglio e chiedere una sorta di verifica. Probabilmente ne uscirebbe rafforzato poiché, in questo momento, nemmeno le opposizioni sono disposte a tornare al voto (che avverrebbe comunque fra un anno). E, cosa ancor più rilevante, in pochi rinuncerebbero tre anni prima a un'indennità decisamente lievitata negli ultimi anni.
A proposito di opposizioni, il gruppo più avversato da Talerico è quello di Azione. Probabilmente perché il consigliere regionale sa che il 'dialogo' Azione-Fiorita c'era e ci sarà. L'eventuale estromissione di Talerico (con molti consiglieri del suo gruppo non propensi al suicidio 'politico') aprirebbe un canale privilegiato proprio con questa componente. Va superato il pensiero riottoso (reciproco) sull'ingombrante Valerio Donato, ma ci si può lavorare. Come la si gira, tutto dipende da Fiorita.
Lato Forza Italia. E' innegabile che l'ingresso di Talerico (utile per le Europee) non è stato certo il desiderio notturno del coordinamento provinciale catanzarese e, in particolare, di alcuni consiglieri comunali del Capoluogo. La convivenza, post-voto, sarà forzata e per niente semplice a giudicare dai caratteri messi insieme nello stesso pollaio. Il bel frullatore in salsa catanzarese. (g.r.)
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