Talerico: "Dal 17 dicembre 2025 entra in vigore la Legge sul femminicidio"

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  03 dicembre 2025 12:35

"Dal 17 dicembre 2025 entra in vigore una legge che per la prima volta riconosce l’omicidio di una donna, in quanto donna, come reato autonomo: femminicidio.
Parliamo dei casi in cui un uomo uccide una donna:
-    per odio o disprezzo verso le donne;
-    per possesso, controllo, dominio (“se non sei mia, non sarai di nessuno”);
-    perché lei rifiuta o interrompe una relazione;
-    perché non accetta che lei sia libera.
In questi casi la pena è l’ergastolo, con molto meno spazio per gli sconti di pena od a cause di giustificazione travestite da attenuanti.
La nuova legge alza le pene anche per altri reati quando sono commessi come forma di dominio sulla donna. In particolare:
-    Maltrattamenti in famiglia: più anni di carcere se il maltrattamento nasce da odio, controllo, gelosia patologica o volontà di piegare la donna.
-    Lesioni e percosse: pene più alte quando la violenza fisica è espressione di prevaricazione di genere.
-    Interruzione di gravidanza provocata contro la volontà della donna: colpita ancora più duramente se usata come strumento di potere sul corpo femminile.
-    Violenza sessuale: aggravata quando lo stupro è usato per umiliare, punire, dominare.
-    Stalking: pene aumentate quando persecuzioni, pedinamenti, minacce nascono dal rifiuto della donna o dal bisogno di controllarla.
-    Revenge porn: diffondere foto o video intimi per vendetta o ricatto contro una donna costerà molti più anni di carcere.
Ed ancora, la legge finalmente riconosce tutele e garanzie maggiori per i figli delle donne uccise. Per questi orfani viene rafforzato l’accesso ad indennizzi economici da parte dello Stato ed il patrocinio a spese dello Stato per affrontare processi penali e cause civili, anche laddove il loro reddito fosse superiore al limite previsto ex Lege.
Un’altra novità cruciale è stata prevista dalle vittime minorenni che hanno compiuto gli anni 14, che potranno entrare in un centro antiviolenza, anche senza autorizzazione dei genitori,
e, senza passare da chi esercita la responsabilità genitoriale, ciò per informarsi, chiedere aiuto, capire cosa fare.
La legge non si limita a punire, ma interviene anche con previsioni importanti rispetto a  quegli operatori che gestiscono o comunque che si occupano di tali forme di violenza.  
Così i magistrati che si occupano di famiglia e violenza contro le donne dovranno seguire almeno un corso obbligatorio specifico.
Del pari i professionisti sanitari (medici, infermieri, ecc.) dovranno formarsi in modo strutturato sul riconoscimento e la gestione dei casi di violenza.
La legge rafforza l’accesso delle donne vittime di violenza al patrocinio a spese dello Stato, così consentendo a tali vittime di poter essere assistite e difese a prescindere dal loro reddito e capacità economica. 
Questa legge, da sola, non basta, sarà importante il coinvolgimento di enti privati e pubblici per avviare una campagna di informazione sull’esistenza di questi nuovi strumenti di difesa e tutela, ma anche sviluppare politiche concrete per sostenere i centri antiviolenza, le case rifugio, gli sportelli di ascolto.
Sarebbe importante creare a livello locale un coordinamento stabile tra Enti pubblici e territoriali, forze dell’ordine, magistratura, scuole, ordini professionali e associazioni".

Lo scrive in una nota Antonello Talerico, Consigliere Nazionale forense e Consigliere Comunale Catanzaro.


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