Talerico: "Lottare per il S. Anna e sostenere alcune soluzioni per i posti letto"
Antonello Talerico
14 maggio 2025 16:53Di seguito la nota stampa di Antonello Talerico.
Parto da un presupposto che perdere la cardiochirurgia del S. Anna vuol dire perdere un presidio che dava sicurezza a tutti in caso di emergenza/urgenza.
Ma vuol dire anche disperdere anni ed anni di esperienza e operatori sanitari fondamentali per l’assistenza sanitaria in Calabria.
Ecco perché credo che sia un forte indebolimento dell’offerta sanitaria, che non può allo stato essere sostituita dalla “nuova” cardiochirurgia dell’Annunziata di Cosenza.
Possono esserci delle soluzioni per mantenere il S. Anna e le dobbiamo portare avanti (senza alcun condizionamento di colori o di partito), poiché come abbiamo visto si possono prevedere dei posti letto in deroga, ovvero in più rispetto ai 49 (oggi 55) previsti in ragione della maggiore mobilità sanitaria passiva dei cittadini calabresi, in particolare proprio con riferimento alle malattie e disturbi dell’apparato cardiocircolatorio.
Non accetto lo sciacallaggio invece di taluni che oggi sulla stampa senza sapere di cosa si stia parlando lanciano accuse ai consiglieri regionali, tra l’altro dimenticando taluni “consiglierini” comunali, che il vero grave assente nella vicenda S. Anna è proprio l’Amministrazione Comunale totalmente fuori da ogni contesto e/o contributo anche nel rapporto con la Regione e con il commissario Occhiuto, salvo apparire populisticamente come al solito a tumulazione avvenuta.
Lo hanno fatto con il corso di medicina a Cosenza, lo fanno oggi con il S. Anna e, come al solito scaricando sempre sugli altri.
Che sia chiaro il mancato rispetto dei termini nella procedura di accreditamento c’è stato, per come attestato dal Tar di Catanzaro.
Sennonchè, si tratta di capire in che termini quel mancato rispetto potesse essere giustificato o valutato in deroga alle procedure ordinarie tenuto conto della grave situazione giudiziaria del S. Anna (sia pur vero che sul punto il Tar si è espresso).
Il ragionamento del Tar per giustificare il mancato (ri)accreditamento è stato il seguente : sussisteva l’oggettiva circostanza che, alla data della comunicazione di avvio del procedimento di decadenza, il termine di validità dell’accreditamento era decorso, senza che i rappresentanti legali di Villa S. Anna avessero prodotto l’istanza di rinnovo completa della documentazione richiesta, non potendosi considerare valutabile l’istanza presentata in data 8 marzo 2023, dichiarata irricevibile e mai impugnata.
Non condivido le conclusioni a cui è giunto il Tar di Catanzaro, proprio perché la situazione del S. Anna era una situazione compromessa dalla questione giudiziaria che certamente ha condizionato e/o impedito alcuni adempimenti formali nei termini “ordinari” di Legge.
Del resto, stiamo parlando della Casa di Cura Villa S. Anna che è una struttura sanitaria autorizzata e accreditata da oltre dieci anni per l’erogazione di prestazioni sanitarie e di specialistica ambulatoriale per “Cardiochirurgia per n. 20 posti letto in ricovero ordinario; Cardiologia con Emodinamica (n. 25 posti letto), con possibilità di essere inserita nella rete di emergenza; UTIC (n. 5 p.l.); Chirurgia Vascolare (n. 20 p.l.); Terapia Intensiva (n. 10 p.l.) e n. 8 posti letto in Day Hospital/Day Surgery.
Non stiamo parlando di una start up o di una delle tante strutture sanitarie private in corso di accreditamento (per quanto non ci sia distinzione tra accreditamento e riaccreditamento), ma di una realtà consolidata, caratterizzata da una gestione amministrativa e sanitaria complessa per cui la mancata produzione documentale nei termini di legge era oggettiva tenuto conto che l’Azienda aveva in corso un procedimento penale complesso, atti di sequestro, indagini in corso, contestazioni amministrative che complicava oggettivamente sia il rispetto del termine, sia la produzione documentale, aggravata dal passaggio gestionale dalla proprietà privata (indagata) al curatore nominato dal Tribunale (con sentenza n. 30 del 16 dicembre 2023) nell’ambito della liquidazione giudiziale.
Le soluzioni per mantenere in vita il S. Anna potrebbero essere due : o quella giudiziaria e più temeraria (con il ricorso al Consiglio di Stato) o quella tecnica-amministrativa (richiedere un nuovo accreditamento), poiché sussiste la possibilità di rivedere il numero dei posti letto per le stesse ragioni per cui sono stati previsti 6 posti in letto in più rispetto ai 49 già consolidati negli anni.
Con ciò si potrebbero ridistribuire i 26 posti letto (20+6) tra l’Hub di Cosenza ed il S. Anna di Catanzaro e modificare ed integrare le attuali previsioni che invece pregiudicano la riapertura del S. Anna.