di NUNZIO SIGILLO' *
“In principio vi fu il circo "Barnum" che, sul finire dell’800, riuscì ad attirare migliaia di spettatori sotto il tendone del "più grande spettacolo del mondo", soprattutto grazie alle esibizioni di alcuni esseri umani, delle caratteristiche peculiari e talora mostruose, trasformati in fenomeni da baraccone. Dopo quasi un secolo e mezzo di vita, qualche anno fa il glorioso "Barnum" , ha definitivamente chiuso i battenti, debitamente sostituito da qualcosa che si sta rivelando ancora più maestoso: il "grandissimo" circo di Palazzo Chigi, che, giorno dopo giorno, sta sfoderando attrazioni ancora più formidabili della "donna barbuta" e dell’"uomo aragosta"!
Prima che anche cinema e teatri italiani chiudano definitivamente i battenti, dopo mesi di stop forzato e di totale abbandono, mi piacerebbe potermi sedere in platea, munito di pop-corn e bibita, per assistere alla rappresentazione della malinconica farsa che, sulla pelle dei calabresi, si sta consumando, giorno dopo giorno. Senza scomodare illustri registi, basterebbe montare, in rapida sequenza, le immagini delle interviste in cui ministri e parlamentari giallo-rossi (degnamente guidati dal novello "ider maximo" che - solitamente dopo le 21! - promette miliardi e miliardi di euro, che non arrivano mai!) si sono affannati a rilasciare improbabili e stereotipate dichiarazioni, in cui (talora in un italiano stentato) hanno pateticamente spiegato che stanno lavorando soltanto per il bene dei calabresi!
Un famoso filosofo ed economista tedesco (pur assai distante dai miei personali convincimenti!) ebbe a scrivere che "a storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa". Ebbene, noi calabresi, dopo decenni di "tragedia", stiamo ora assistendo ad una vera e propria "farsa" (che sembrerebbe nata dal miglior estro creativo di Eduardo Scarpetta ma, purtroppo, è del tutto reale!), in cui, nel beve volgere di una settimana, abbiamo già "applaudito" una serie di personaggi stravaganti, fugacemente apparsi sulla scena: dal commissario distratto e smemorato (che "Giuseppi" ha dapprima nominato e riconfermato, per poi pubblicamente abiurare), al successore, con un notevole curriculum (ed altrettanto poderosa lingua, per poter baciare "alla francese" per 14.59 minuti, senza contrarre il coronavirus!), che, dopo soli tre giorni, è stato a sua volta, rimpiazzato con l’illustre cattedratico, "votato" dalla giuria di esperti di palazzo Chigi ma immediatamente "nominato" dall’amata consorte, che, per evitare beghe familiari, ha abbandonato la "casa" ancora prima di farvi ingresso e senza neanche passare dal "confessionale" di rito! A questo punto, quando il pubblico pagante (circa 2 milioni di calabresi!), sempre più divertito, aspettava di vedere salire sul palco il quarto (QUARTO!) papabile commissario, lo stesso dichiarava di non essere stato neanche formalmente contattato, salvo poi accordarsi per gestire gli ospedali da campo (…in Calabria, proprio come a Kabul o a Khartoum!).
Durante la scorsa puntata di questo stucchevole “talent-show”, il capo-comico ha rubato la scena alle comparse, per "chiedere scusa" (sic!) ai poveri calabresi, assumendosi, urbi et orbi, la piena responsabilità delle quattro designazioni fallite e declamando assorto -come un verso del sommo poeta!- la solita nenia che "i calabresi meritano di più". A seguire, per strappare l’ennesimo applauso della platea, dopo "Totò" Conte è arrivato "Peppino" Speranza, che ha solennemente annunciato a tutti i calabresi che il governo sta lavorando per trovare "in fretta"(sì...ha detto proprio così!) una soluzione. Infine, un altro ministro, sorvolando in elicottero Crotone devastata e sepolta dall’acqua, ha maestosamente dichiarato: "lo Stato in Calabria è presente e continuerà ad essere sempre al fianco della comunità calabrese"!
Intanto, dopo 15 giorni di "triccheballacche", mentre gli inquilini (abusivi) di palazzo Chigi continuano a giocare a Risiko (…chi conquisterà la Calabria, la squadra gialla o la rossa?), i calabresi aspettano la prossima mossa, tappati in casa come topi in trappola, mentre i gestori di bar e ristoranti trascorrono le giornate a guardare i loro tavoli vuoti (di avventori, ma pieni di plexiglass, gel e mascherine) ed i commercianti abbassano definitivamente le saracinesche dei loro esercizi ed anche chi ha la ventura di poter ancora lavorare, trascorre le giornate "assembrato" in perenne fila sulla pubblica via (dinanzi alle poste, alle banche, ai supermercati e, ca va sans dire, anche ai compro oro ed al monte dei pegni!) o in altri luoghi pieni di persone potenzialmente positive al virus (qualcuno, ad esempio, accalcato dinanzi alle aule d’udienza degli uffici giudiziari!).
Nel frattempo, chi riesce ad effettuare un tampone (spesso pagandolo di tasca propria, ad un prezzo che varia fino a quasi cento euro, a fronte di pochi centesimi di costo di produzione!) spera di non risultare positivo, perché, oltre a temere la malattia, sa bene che gli ospedali calabresi, pur pieni di ottimi medici e paramedici -stremati ma infaticabili- sono saturi ed impreparati all’emergenza. Benvenuti nel magico mondo della sanità calabrese: "the greatest world’s show"!”
*Avvocato, già consigliere comunale di Catanzaro
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