TAR Catanzaro: sospeso il decreto prefettizio di trasferimento di un migrante

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Tribunale Amministrativo di Catanzaro
  03 settembre 2024 13:26

Con decreto n. 503/2024, il TAR Catanzaro, in accoglimento dell’istanza di sospensiva cautelare monocratica presentata dall’Avv. Giancarlo Pitaro, difensore del sig. Fouceynì, ha disposto la sospensione del provvedimento prefettizio di trasferimento, proprio allorquando il migrante era in procinto di essere trasmesso dal Comune di San Pietro Apostolo al Comune di Lamezia Terme.

Con un decreto di trasferimento motivato per aver tenuto una supposta “condotta irregolare, non consona alle regole del centro”, la Prefettura di Catanzaro aveva sic et simpliciter trasferito il migrante malese Fouceyni dal centro di accoglienza di San Pietro Apostolo al centro di accoglienza di Lamezia Terme.

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Ma il migrante Fouceyini non ha mai tenuto nessuna non meglio specificata condotta irregolare, né commesso nessun altro reato.

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Infatti, l’unica colpa di Fouceyni è stata quella di denunciare alla Procura della Repubblica la circostanza che dal 15 agosto circa gli operatori non avrebbero fornito pasti pronti, ma avrebbero consegnato giornalmente al centro solo 1,5 kg di pasta e una passata di pomodoro per sfamare i 14 ospiti, senza nemmeno portare acqua potabile da bere e che dal 20 agosto vi è un ospite del centro disabile che ha manifestato estreme difficoltà a vivere in quella situazione.

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In seguito alla denuncia, la Prefettura, invece di ottemperare alla sua attività di verifica e vigilanza, ha da un giorno all’altro trasferito il migrante, il quale lavorava presso una azienda boschiva del luogo.

Il TAR, in accoglimento della tesi dell’Avv. Pitaro, ha sospeso il decreto di trasferimento così motivando: "Considerati sussistenti i motivi di estrema gravità e urgenza tali da non consentire neanche l’attesa della delibazione cautelare collegiale, di cui all’art. 56 cit., viste l’immediata applicabilità dell’ordine di trasferimento di cui al provvedimento impugnato e la sussistenza di un rapporto di lavoro da parte del ricorrente in località più vicina all’attuale collocazione”.

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