“La tragedia che si verificata a Reggio Emilia dove un 42enne è deceduto a seguito di un intervento della Polizia durante il quale è stato utilizzato anche il taser non siano un nuovo odioso spunto per criminalizzare l’operato delle forze dell’ordine, chiamate a gestire quotidianamente situazioni ad alto rischio per se stessi e per i cittadini. Pretendiamo rispetto per il lavoro svolto dai colleghi che, ne siamo certi, hanno operato con la professionalità e la diligenza che il caso ha richiesto. I frettolosi giudizi e le polemiche ipocrite quanto avventate hanno già dato torto, in casi precedenti, a chi pretende di sapere come fare sicurezza senza averne neppure l’idea, essendo stato appurato che non è stato il taser a causare la morte di soggetti deceduti per tutt’altri motivi”.
Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, interviene in merito alla notizia della morte di un 42enne con precedenti penali deceduto dopo un intervento della polizia che ha utilizzato il taser, resosi necessario perché l’uomo era in grave stato di agitazione.
“Il taser – conclude Mazzetti - è e resta uno strumento di difesa finalizzato proprio a tutelare la vita e a ridurre i rischi di interventi difficilissimi e non di offesa per uccidere, non a caso è in dotazione alle forze dell’ordine di tutto il mondo e quelli usati in Italia hanno l’intensità meno potente possibile. Chi critica l’utilizzo di dotazioni del genere forse pretende piuttosto che gli operatori debbano mettere mano all’arma, o forse che non si difendano affatto guadagnandosi un sontuoso funerale di Stato, o forse ancora che si girino dall’altra parte. Questo non lo abbiamo ancora ben capito, ma una cosa è certa, i poliziotti sanno bene cosa sia lo strumento in questione, sanno bene come utilizzarlo e sanno bene quanto è utile per mettere fine più rapidamente e meno pericolosamente a situazioni che potrebbero avere conseguenze nefaste per i cittadini e per se stessi”.
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