Tassone diserterà la seduta della VI Commissione: “La maggioranza cerca di sanare i vizi di un fallimentare Piano di un promozione turistica”

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Luigi Tassone
  23 marzo 2021 15:48

Il vicepresidente della VI Commissione Luigi Tassone non parteciperà alla seduta dell’organismo consiliare, prevista per giovedì, ritenendo di “non dover avallare la sanatoria di vizi procedurali connessi al Piano di promozione turistica”.
“Il Piano esecutivo annuale d’immagine e promozione turistica 2020 – spiega Tassone – già modificato ed integrato, è giunto in Commissione il 28 settembrescorso, ma in quell’occasione il rilascio del parere è stato rinviato vista la necessità di ulteriori integrazioni. Poi, non ci sono state più notizie. Il Piano 2020 riappare adesso, a fine marzo 2021. Va precisato che il Piano annuale va trasmesso entro il 30 settembredell’anno precedente al periodo cui si riferisce, mentre il Piano 2020 giunge in aula ad annualità ormai conclusa e con circa i 2/3 delle attività programmate non realizzate e non avviate. Dunque, un fallimento. Va inoltre rilevato che il Piano andrebbe prima corredato del parere della Commissione e poi approvato dalla Giunta. Invece, in questo caso, il procedimento è stato invertito con la delibera di Giunta che ha preceduto la decisione della Commissione”.


Dopo questa premessa tecnica, Tassone passa all’aspetto politico e sostiene che “secondo quanto condiviso con i consiglieri del Gruppo del Partito democratico, non prenderò parte alla Commissione in quanto considero doveroso non prestarmi ad operazioni poco chiare e poco convincenti che sanno di forzatura. Voglio, al contrario, andare fino in fondo per far emergere tutte le storture di un Piano che non contiene il rapporto di monitoraggio - previsto dalla normativa regionale vigente quale documento di accompagnamento al piano annuale al fine di evidenziare le attività realizzate e quelle in corso di realizzazione - e che sembrerebbe voler sanare procedure relative a discutibili e dispendiose campagne pubblicitarie che, forse, sono state gradite dalle tasche di qualche noto produttore ma che non hanno portato benefici ai calabresi”.

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