Taverna ricorda Costantino Mustari attraverso la sua ultima opera letteraria “Padre”

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Sebastiano Tarantino, Clementina Amelio e Franco Cimino
  28 agosto 2024 09:10

di CARMINE MUSTARI

 L’Amministrazione comunale di Taverna nell’ambito delle attività culturali e nel ricordo di Costantino Mustari, si è fatta promotrice di una manifestazione dai momenti di pura condivisione dell’opera di “Nino” come tanti lo conoscevano.

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La cerimonia si è svolta il 25 agosto a Villaggio Mancuso, nella suggestiva cornice del Centro Visita “A. Garcea”. La stessa Kermesse è stata anche spunto per la presentazione postuma dell’ultima opera letteraria di Costantino Mustari dal titolo “Padre”.  L’evento, moderato dall’Assessora alla Cultura del Comune di Taverna, Clementina Amelio, è iniziato con i saluti istituzionali del Sindaco di Taverna, Sebastiano Tarantino, che ha dato poi voce alla presidente di Unicef Italia, Carmela Pace, leggendone il messaggio pervenuto: “Costantino Mustari è un mio amico, un collega perché insieme abbiamo operato nella scuola, un prezioso collaboratore nell'Unicef".

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 A seguire, l’Assessora Amelio ha ricordato l’alto valore dell’operato di Mustari nel campo di educazione e pedagogia, per la visione lungimirante e il metodo sempre all’avanguardia nella scuola e nella didattica. Notazioni confermate anche dal giornalista Franco Cimino, che ha pure attribuito all’evento una accezione festosa, non il ricordo di chi non c’è più, ma la rievocazione di una presenza viva e attuale, per il grande dono dei valori che ha saputo testimoniare, delle opere che ha realizzato e per la produzione letteraria che ha lasciato. Una festa anche per il luogo prescelto per l’evento, così amato da Mustari: “Nino era capace di parlare a tutti come si parla ai bambini". Anche il giornalista Filippo Veltri è intervenuto, pur a distanza, rimarcando che “Costantino Mustari è stato l’emblema di una cultura politica impregnata di passione civile e di senso della storia. Ma c’è un passaggio della sua vicenda intellettuale e politica che voglio mettere in evidenza. Anzi due: l’amore per la Sila che conosceva nei minimi particolari e quello per Taverna”.

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Ha concluso i lavori, l’Avvocato e scrittore Felice Foresta, definendo il libro come il diario di una mancanza, in cui i protagonisti sono i luoghi e le tradizioni grazie ai quali i bambini riuscivano a crearsi un mondo intero. “Mustari ripropone esperienze di vita vera, vissuta. Ha il grande pregio di rendere meravigliosamente protagonisti i semplici, i contesti più modesti ritrovano il giusto spazio nella storia. Gli interventi del pubblico hanno ricordato il valore letterario delle opere di Mustari, insegnante nel senso etimologico del termine, capace di lasciare un segno profondo nella sua comunità.

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