Taverna si prepara a celebrare Gregorio Preti, fratello maggiore di Mattia

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Francesco d’Assisi detta Madonna della provvidenza
  20 gennaio 2022 09:24

di CARMINE MUSTARI


Nella ricorrenza dei trecentocinquanta anni dalla morte di Gregorio Preti (Taverna 1603 – Roma 1672), il 25 gennaio prossimo sarà ufficialmente avviata la programmazione culturale dedicata all’evento dal Comune di Taverna, Assessorato alla Cultura e Museo Civico.

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Nella chiesa di San Martino, alla presenza delle autorità istituzionali, sarà celebrata una messa per onorare il ricordo dell’insigne artista, Accademico di San Luca e Virtuoso del Pantheon; fratello maggiore e primo maestro del più noto Mattia Preti.

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Nel corso del 2022 è prevista la realizzazione di una serie di progetti espositivi e approfondimenti scientifici sull’opera del pittore - il prossimo mese di febbraio la lectio magistralis on line del professor Keith Sciberras, titolare della cattedra di storia dell’Arte dell’Università di Malta e componente del Comitato Scientifico del Museo Civico di Taverna. Gregorio Preti  nasce nel 1603 circa a Taverna da Cesare e da Innocenza. La sua figura di pittore è rimasta a lungo associata a quella del più celebre fratello minore Mattia. Di Gregorio Preti il Giovanni Vecchio de’ Vecchi da Fabriano lo dice «allievo dello Spagnoletto e poi di Domenichino, mentre  fu maestro di Giacinto Brandi e di Mattia suo fratello.

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Dal 1632, e per oltre quarant’anni, fece parte dell’Accademia di San Luca e della Congregazione dei Virtuosi al Pantheon. A Roma, con la protezione degli Aldobrandini, titolari in Calabria del feudo di Rossano, strinse rapporti con influenti collezionisti. Fu così che nei confronti del fratello Mattia, che lo avrebbe raggiunto nel 1632 e con il quale abitò sino al 1636, svolse il ruolo di apripista più che di maestro, riducendosi, a suo dire, <<A strapassar l’arte per allevare il fratello alla virtù e dipingendo per bottegai che allora erano ricchi e famosi e facevano lavorare>>Alcuni dei quadri a lui attribuiti: Quattro ovati, Ariccia, palazzo Chigi; Concerto, collezioneprivata; Gesù che disputa con i dottori, Londra, National Gallery; Scena in una taverna, Roma, Circolo ufficiali delle forze armate d’Italia, palazzo Barberini; quattro tele per la collezione Gabrielli, ora a Roma, palazzo Taverna, nei quali oscilla tra l’attenzione classicista e il tentativo di adeguarsi ai dettami caravaggeschi, interpretati con maggior forza dal promettente fratello.


Partito il fratello Mattia da Roma, Gregorio restò fedele alla matrice idealizzante di Domenichino e, nella seconda metà del Seicento, eseguì un David e Golia e il Ritorno del figliol prodigo per la cattedrale di Fabriano, e un S. Nicola in estasi e il Miracolo di San Nicola per la chiesa di S. Nicolò nella stessa città; per Taverna dipinse inoltre l’Estasi di Santa Teresa d’Avila e SanMartino vescovo. Morì a Roma il 25 gennaio 1672.

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